Dove comincia la rivoluzione

Maria Helena Boglio
Scritturapura, 2022

Versione interattiva http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-maggio-2022/

Archivio PDF http://www.lavoroesalute.org/

Romanzo di esordio della scrittrice argentina di origine italiana. I suoi avi sono piemontesi ed emigrarono agli inizi del 900, insediandosi in una comunità dove la maggioranza era costituita da italiani.

I fatti narrati risalgono al periodo della storia politica e sociale del paese che va dal 1970 al 1976.
È il periodo che precede la dittatura e i giorni più drammatici e oscuri del paese, funestato dal terrore. Anni dove c’è un’acefalia di governo e l’Argentina vive una forte crisi economica.

Serpeggia un grandissimo malcontento nella società civile che aveva più coscienza e da questa popolazione, dove la situazione si faceva sentire ed era fortemente radicata, nacquero le prime lotte e i primi dissidi che portarono poi all’avvento della dittatura.
I sondaggi per le imminenti elezioni davano in vantaggio i peronisti con ampio margine.
Ma la giunta militare rimaneva in agguato e una brutale azione repressiva insanguinò le strade devastando le coscienze.

Sembrava tutto meraviglioso finchè, il 24 marzo, come tutte le mattine, accesi la radio e udii una marcia militare seguita dalla voce tonante dell’annunciatore: comunicado numero uno…

Sofia, la protagonista, proviene da una famiglia piccolo borghese, moralista, una famiglia che vuole tenerla lontana dal fermento che attraversa la sua generazione.

Un libro al femminile dove la donna è vittima della meschinità piccolo borghese e nel suo microcosmo deve lottare per alzare la testa.
Ma è anche un inno all’amore, l’amore visto in tutte le sue forme possibili, negative e positive, un amore che se diventa possesso, autorità potere dell’uno sull’altro oppure nella solidità e nella generosità del suo sentimento più puro.

Un libro che si legge perché trasporta, quindi un libro che va oltre la semplice lettura perché si vive e corre dalla pagina al reale identificando luoghi, spazi vivi che non sono soltanto abitati dalla mente ma ci portano dentro tutto ciò che è il cotesto di quell’epoca come se piccoli flash ci facessero tornare indietro nel tempo e ci proiettassero nel passato ricostruendo un mondo che credevamo scomparso.

È una scrittura semplice che cattura il lettore soprattutto nelle pagine intense in cui Sofia, dopo il matrimonio, decide di alzare la testa e cominciare quella lenta ribellione che porta nel suo microcosmo a un miglioramento della propria esistenza, uscendo da quella mentalità perbenista e moralista che la stava schiacciando.
Eccola dare un calcio a tutto per tornare in possesso della sua esistenza e se vogliamo dirla in termini sportivi passare da un ruolo di comprimaria, cenerentola del focolare, a quella di protagonista.
Un grande riscatto al femminile che lascia aperta una domanda: Sofia è improvvisamente diventata adulta, sarà felice dopo questa svolta?

Forse è proprio questo il punto cardine del romanzo; con la fine dell’adolescenza e il raggiungimento dell’età adulta si dissipano i dubbi e i dubbi medesimi diventano certezze.
Troppo facile risolverla così, perché il mondo non ha scadenze. E così la vita.
C’è un risultato unico e inconfutabile: non finisce il mondo, ma un mondo. E ne comincia un altro. E così finisce una vita e in noi stessi ne comincia un’altra. La nuova vita di Sofia vive sotto la spada di Damocle del golpe. Soffre per il suo nuovo amore, per non poter dare un contributo al disastro in atto.

Un romanzo dolente, ma mai rassegnato, intimista fino ai più profondi valori, non disperato, lo possiamo interpretare come il canto di una generazione che ha assorbito il cancro di una mentalità piccolo borghese e sta cercando di scrollarla di dosso.

È un romanzo dove non si cala nell’introspezione del personaggio femminile ma lo si guarda attraverso i suoi mutamenti, il contesto in cui vive.
Il comportamentismo è la forza che si rivela nella narrazione perché è attraverso il comportamento dentro il contesto di una società benpensante che cambia il suo modo di vedere le cose e trova il coraggio di affrontare la vita.

Il finale mi lascia con l’incognita di quel proclama che segna l’inizio di un periodo buio e io sono entrato talmente dentro questa storia che mi piacerebbe sapere come proseguirà l’evoluzione di Sofia dentro il periodo più oscuro della storia di quel paese.

E spero che l’autrice voglia raccontarcelo perché sembra che lo abbia ben in mente lasciando la porta aperta a una nuova narrazione.
Aspettiamo.

Giorgio Bona

Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

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