E BASTA! NON NE POSSIAMO PIU’.

cop lesgennaio2018

Dovrebbe essere più o meno questo il grido da levarsi, alto nel cielo del “Bel Paese”, se fossimo un popolo dotato di un minimo di memoria storica, di un pizzico di senso civico e un barlume di amor proprio.

Mi accontenterei di quel tanto appena sufficiente ad evitare di essere ridicolizzati in tutta l’UE; domani più di ieri.

Berlusconi ha firmato il secondo “Contratto con gli italiani”!

Questa volta è stato molto sintetico e, di conseguenza, ha messo per iscritto appena due o tre cose non rispondenti al vero; anzi, completamente false.

Si è, infatti, limitato a dichiarare di aver creato, durante i suoi anni da Presidente del Consiglio, un milione e mezzo di posti di lavoro.

Inoltre, non contento di aver riproposto quest’ antica e, già più volte, smentita “bufala”, è tornato a fare sfoggio di pressapochismo e incompetenza (se non la figura del bugiardo abituale) nel far discendere, dal tasso di disoccupazione dei giovani dai 15 ai 24 anni – pari al 32,3 per cento – la considerazione secondo la quale, in Italia, un giovane su tre non lavora.

Si tratta di cosa non vera perché quel 32,3 % non corrisponde – come invece, erroneamente, sostenuto dall’ex Premier – a circa un terzo della popolazione giovanile, ma indica (esclusivamente) la percentuale di disoccupati (in quella fascia di età) rispetto alla relativa forza lavoro che, come abbastanza noto, è costituita dalla sommatoria tra occupati e disoccupati.

La realtà è che, rispetto alla popolazione italiana compresa tra i 15 e i 24 anni di età, la percentuale di disoccupati è pari all’ 8,7 per cento; mentre quella degli occupati è del 18,1 per cento. Il restante 73,2 per cento del campione è rappresentato, per sottrazione, dai c.d. “inattivi”; cioè da quei giovani che non hanno un lavoro e non lo stanno cercando.

Di conseguenza, è falso, affermare che, in Italia, 1 giovane su 3 – tra i 15 e i 24 anni – non lavora. Sono 8,7 su 100 coloro che non hanno lavoro e lo stanno cercando. I restanti sono in parte già occupati (18,1 giovane su 100) e in altra parte, come detto, “inattivi”; cioè quelli che studiano, che non hanno un lavoro retribuito e che, anche se non lavorano, non ne sono alla ricerca.

La stessa inesattezza è stata detta (e sottoscritta, in diretta Tv) in riferimento alla disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno. Al riguardo, anche l’Istat ha regolarmente     raccomandato di evitare l’errore di affermare – come, invece, sostiene Berlusconi – che, al Sud, un giovane su due è senza lavoro.

Tornando alla bufala sull’ormai famigerato milione e mezzo di posti di lavoro, che l’ex cavaliere[1] afferma di aver creato, è sufficiente fare qualche elementare operazione aritmetica per dimostrare che egli mente; ben consapevole di farlo.

Infatti, attraverso i dati Istat è possibile rilevare, senza tema di smentite, che, nell’arco dei quattro governi presieduti dall’ uomo di Arcore – da maggio ‘ 94 a gennaio ’95, da giugno 2001 ad aprile 2005, da aprile 2005 a maggio 2006 e da maggio 2008 a novembre 201 (con l’intervallo del Prodi II, dal maggio 2006 allo stesso mese del 2008), l’aumento del numero degli occupati fu risibile; appena 71 mila unità in più.

Altro che milione e mezzo!

Tra l’altro, anche a voler essere benevoli – concedendo ai governi dell’ex Premier il massimo delle “attenuanti possibili” – nel fare i conti estrapolando dal dato complessivo il periodo di crisi del 2008/2009, il responso resta inesorabile: Berlusconi ci racconta ancora frottole.

Infatti, anche limitando il periodo di osservazione, dei principali indicatori del mercato del lavoro, tra il 3° trimestre 2003 – nell’ottobre era entrato in vigore il decreto legislativo 276/03, il famigerato “Padre di tutti i decreti”, che avrebbe dovuto produrre chissà quali eclatanti risultati – e il 4° trimestre del 2007 (periodo pre/crisi) il risultato, in sostanza, è impietoso.

La tabella che segue è, al riguardo, significativa.

Tabella  

Principali indicatori del mercato del lavoro

Trimestri di riferimento Occupati

Dip. & Ind.

Tasso di

Occupaz.

Tasso di

Disoccup.

Tasso di

Attività

In cerca di

Occupaz.

Trim. 2003 22.392 57,9 8,0 62,9 1.938
Trim. 2007 23.326 58,7 6,6 63,0 1.655
SALDI + 734 + 0,8       -1,4      + 0,1       -283

(valori in migliaia di unità e percentuali)

In definitiva, a una discreto aumento del numero degli occupati – in termini numerici lontanissimi dalle cifre iperboliche reclamizzate – corrispondevano valori positivi del tasso di occupazione e di quello di disoccupazione che, comunque, considerato il valore minimo di incremento del tasso di attività, beneficiavano dalla persistente e accentuata contrazione del numero delle persone in cerca di occupazione; i c.d. “inattivi”, perché sfiduciati circa la possibilità di riuscire a trovare un lavoro a loro confacente.

Il tutto a ulteriore conferma – qualora ce ne fosse ancora necessità – dell’incredibile approssimazione e, direi, assoluta inaffidabilità politica di Berlusconi cui – dopo le innumerevoli e tragicomiche gaffe già prodotte in ambito europeo – si consente ancora di dispensare bufale e mentire sapendo di mentire.

[1] Come noto, Berlusconi anticipò la possibile decadenza dal titolo, così come già avvenuto dalla carica di Senatore, rinunciando all’iscrizione alla Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro.

Renato Fioretti

Esperto Diritti del Lavoro

Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

18/2/2018

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *