Ecuador: a fianco del “binomio della speranza” Arauz-Rabascall
1) In Ecuador, il 7 febbraio sono stati-e chiamati-e alle urne 13 milioni di elettori ed elettrici, 410.000 dei quali residenti all’estero, per eleggere il presidente e il vicepresidente, oltre ai 137 deputati dell’Assemblea nazionale e ai cinque rappresentanti del Parlamento andino.
2) Il Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ha fatto parte degli osservatori internazionali invitati dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) dell’Ecuador, insieme al Partito della Sinistra Europea. Nonostante la pandemia che ha causato 15.000 morti, contagiato 260.000 persone, in un Paese di 17 milioni di abitanti, le elezioni si sono svolte in condizioni di relativa normalità e con un alta partecipazione, malgrado le molteplici difficoltà registrate nel voto all’estero e la paralisi per diverse ore del sistema di conteggio.
3) Il PRC-SE festeggia la vittoria della candidatura presidenziale di Andrés Arauz nel primo turno, con oltre il 32% dei voti. Inoltre, l’Unione per la speranza (UNES) ottiene il gruppo parlamentare più amplio nel Parlamento (Assemblea nazionale) e vince tra i migranti all’estero (anche in Italia). Mentre scriviamo non sappiamo ancora chi andrà al ballottaggio con Arauz il prossimo 11 aprile, data la differenza minima tra il banchiere e candidato di destra, Guillermo Lasso ed il candidato di Pachakutik, Yaku Pérez.
4) La vittoria elettorale di Arauz è ancor più rilevante vista la persecuzione politica e giudiziaria (lawfare) che la “Revoluciòn Ciudadana” ha subito durante il governo di Lenin Moreno. La proposta del “socialismo del XXI° secolo” per l’Ecuador, continua ad essere l’opzione più votata, nonostante molti dei dirigenti della campagna UNES siano in esilio, a partire dall’ex-Presidente Rafael Correa, viste le montature giudiziarie che lo hanno tenuto lontano dalla campagna.
5) Il PRC-SE si congratula con il “binomio della speranza” Arauz-Rabascal e con l’alleanza UNES e dichiara il proprio sostegno per il ballottaggio. Questa candidatura è quella che meglio rappresenta un progetto democratico e popolare al servizio delle grandi maggioranze sociali, delle lavoratrici e dei lavoratori, contro il neoliberismo e i “poteri forti” che hanno fatto ritornare il Paese alla precarietà, povertà e disuguaglianza sociale.
6) Per la UNES vincere al ballottaggio è difficile, ma non impossibile. Sarà da vedere come risponderanno ad Arauz la CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador), i numerosi movimenti sociali e gli altri candidati come Javier Hervás della Sinistra Democratica, che ha ottenuto il quarto posto con il 16% dei voti e un sostegno significativo da parte dei giovani. Viceversa, come hanno fatto intendere, il banchiere Guillermo Lasso ed il dirigente dei popoli originari Yaku Pérez potrebbero arrivare ad un accordo.
7) Come nel caso di Draghi in Italia, è chiaro che il banchiere leader della destra finanziaria, Guillermo Lasso, non rappresenterà mai gli interessi popolari, ma quelli di “lorsignori”. Lasso è già stato sconfitto due volte contro il “correismo”, nel 2013 e nel 2017. Neanche Yaku Pérez, il candidato del partito Pachakutik. Pérez è riuscito a capitalizzare politicamente la rivolta popolare dell’ottobre 2019, ma ha rotto il rapporto organico con la CONAIE scontrandosi con altri conosciuti dirigenti dei popoli originari, come Leónidas Iza o Jaime Vargas. Pérez si è mostrato più favorevole a fare accordi con il governo e la destra neoliberista che con la sinistra. Anche in politica estera, ha più volte manifestato la sua aperta ostilità ai governi progressisti della regione.
8) Per recuperare la democrazia e mettere il governo al servizio della maggioranza, solo un progetto storico progressista, con ampie alleanze politiche e sociali, potrà restituire all’Ecuador la dignità, la sovranità popolare e i diritti sociali persi negli ultimi anni di austerità, privatizzazioni e neoliberismo.
Roma, 9-2-2021
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
9/2/2021 http://www.rifondazione.it
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