Emergenza casa? Lo Stato risponde con la repressione. Ma chi viene sfrattata/o non si arrende
II dati Istat mostrano una fotografia impietosa dell’aumento della povertà in Italia nel 2021: Si difendono meglio le famiglie rispetto alle persone singole, la percentuale di famiglie in povertà assoluta migliora leggermente, troppo leggermente ma soprattutto aumenta il numero delle persone in povertà relativa.
Parliamo di 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e di 2,9 milioni di persone in povertà relativa.
“Istat registra – commenta Massimo Pasquini – come a fronte di un leggero miglioramento della percentuale di famiglie in povertà assoluta l’unico dato che peggiora è quello delle famiglie in povertà assoluta in affitto. Queste, infatti, aumentano rispetto al 2020. Le famiglie in povertà assoluta in affitto nel 2020 erano 866.000 nel 2021 sono aumentate a oltre 889.000, un aumento netto di oltre 23.000 famiglie, circa il 3% in più.
Le famiglie in affitto nel 2021 rappresentano il 45,3% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta del 18,5%, contro il 4,3% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà.”
Questa fotografia può cambiare nei prossimi mesi? Migliorare sicuramente no, peggiorare certamente.
Prima la crisi economica conseguente al Covid, ora conseguente alla guerra che non ha prospettive a breve tempo di finire e le cui sanzioni contro la Russia sembrano colpire principalmente noi con conseguenze catastrofiche ad esempio sui costi energetici che colpiranno mortalmente piccole aziende, interi comparti produttivi e famiglie economicamente fragili.
Le conseguenze sul fronte del diritto alla casa ci parlano di un probabile aumento di famiglie che non saranno in grado di sostenere l’affitto e quindi andranno ad aumentare le file di sfratti esecutivi per morosità incolpevole.
Appunto la morosità incolpevole si calcola circa 140.000 / 150.000 sfratti esecutivi nei prossimi mesi.
SI annuncia un autunno bollente.
Cosa ha fatto il Governo per arginare o prevenire questa drammatica ondata di famiglie che in gravi difficoltà economiche ora rischiano di perdere il tetto sulla testa?
La risposta è sconfortante: poco se non niente.
Sul disagio abitativo il Pinqua nonostante 2,8 miliardi assegnati, colpevolmente non centra l’obiettivo: Soldi spesi per Social housing e non per case popolari, quando drammaticamente sono le case popolari a canone sociale a mancare per dare risposta a un numero crescente di famiglie che non piò accedere neanche ad un affitto calmierato! Ma urla ancora di più vendetta la assenza totale di risorse per recuperare gli appartamenti popolari vuoti da anni in attesa di manutenzione straordinaria, circa 60.000, che avrebbero potuto essere cosi assegnati in pochi mesi a quelle famiglie che da anni sono in attesa parcheggiate nelle graduatorie comunale.
Mancano interventi organici per fronteggiare l’emergenza abitativa, lo stiamo denunciando da mesi, con un congruo rifinanziamento dei fondi per il contributo affitto proprio e per evitare la morosità incolpevole. E, certo non ultimo un fondo straordinario per consentire ai Comuni l’acquisto di alloggi da destinare all’Erp e realizzare un piano straordinario di riconversione del patrimonio compatibile con la residenza abbandonato da anni che avrebbe permesso di realizzare l’obiettivo di incremento sostanziale di alloggi Erp a consumo zero di suolo.
Da segnalare che, si richiesta dell’Unione Inquilini sono stati presentati emendamenti a firma Gruppo Manifesta ed altri, “art. 42 bis (Istituzione di un Fondo per il contrasto dell’emergenza abitativa nei comuni ad alta tensione abitativa finalizzato all’acquisto e manutenzione di immobili inutilizzati) “ con una dotazione di circa 800 milioni, da destinare a) all’ acquisto di immobili da parte dei comuni con priorità di acquisto di immobili derivanti dalle dismissioni dei patrimoni degli Enti pubblici non economici e di altri Enti pubblici, inclusi gli Enti previdenziali,…. b) ad interventi di ristrutturazione e di riqualificazione di alloggi e immobili dei comuni già destinati a edilizia residenziale pubblica inutilizzati per mancanza di manutenzioni.”
Un altro emendamento da segnalare Art.42.bis. (Istituzione di un Fondo per il recupero e la manutenzione di alloggi inutilizzati di edilizia residenziale pubblica di proprietà degli IACP) –
Finalizzato “a interventi di ristrutturazione e di riqualificazione di alloggi e immobili degli IACP e degli enti di edilizia residenziale pubblica aventi le stesse finalità degli IACP già destinati a edilizia residenziale pubblica inutilizzati per mancanza di manutenzioni”
Se questo é il quadro di riferimento: scivolamento delle famiglie fragili nella fascia di povertà assoluta , di aumento di cause giudiziarie per il riconoscimento di fratti per morosità incolpevole, di aumento costante di sfratti eseguiti con la forza pubblica di famiglie colpevoli sono di aver perso il lavoro, in totale assenza del Comune, ora si affianca alla colpevole inefficacia del Governo anche un clima intimidatorio e repressivo per chi subisce lo sfratto e per chi difende il diritto alla casa.
E’ allarmante lo sfratto eseguito a Firenze, di cui abbiamo ampiamente fatto cronaca, addirittura da un alloggio popolare a una famiglia monoreddito, lavoro precario, composta dalla sola madre (divorziata perché marito violento) con 5 figli di cui la figlia con un bambino di 2 anni). Il Comune non solo non ha mai offerto assistenza e supporto a una famiglia fragile, dove i figli sono comunque cresciuti assistendo a episodi di violenza alla madre, ma ora addirittura ne permette lo sfratto dalla casa popolare!
A Bergamo, invece un fermo arbitrario a un nostro compagno che organizzava una iniziativa in difesa della casa. Un grave episodio dice Fabrizio Baggi, segretario regionale PRC, “che non si spiega se non nel quadro della provocazione politica e della repressione delle lotte sociali. Oggi nel corso dell’allestimento dell’assemblea per il diritto all’abitare delle inquiline e delle inquiline delle case popolari del quartiere Malpensata di Bergamo un’inspiegabile retata della polizia ha coinvolto, senza motivo, il nostro compagno Fabio Cochis a cui era stato chiesto di presenziare in qualità di esponente di Rifondazione Comunista e dell’associazione Sos Diritti – ODV.” Entro pochi giorni I compagni organizzeranno una giornata di protesta a quanto accaduto.
A Padova presidio dei militanti del Catai e dell’Unione Inquilini, per denunciare 2 sfratti esecutivi per morosità incolpevole a donne sole con figli piccoli a carico. Due casi che I quali l’ONU chiederebbe la sospensione. “le persone non sono pacchi postali da spostare – denunciava al presidio Paolo Benvegnù segretario regionale PRC – hanno una dignità. Quando parliamo di donne che lavorano con dei bambini da mantenere bisogna garantire loro una collocazione adeguata, altrimenti lo sfratto non deve essere eseguito”
Una ripresa di iniziative e assemblee a difesa del diritto alla casa sono segnalate nel Lazio, ci segnala Deo Peppicelli, e in Lombardia, presidi e difesa degli sfratti a Firenze. Il partito è mobilitato.
Fermare questa ondata punitiva e repressiva nei confronti di militanti e famiglie in stato di bisogno deve diventare la nostra priorità e oltre a presidi, assemblee, manifestazioni dobbiamo far esplodere in parlamento la latitanza delle amministrazioni a questi drammi che giornalmente si svolgono.
Questo è il significato di praticare e moltiplicare gli appelli all’ONU perché possiamo ottenere la sospensione dello sfratto, possiamo obbligare il Comune ad intervenire costruttivamente. Questo è quanto successo a Verona: Appello della famiglia, intervento dell’ONU a seguito del quale il giudice ha concesso una sospensione ulteriore dello sfratto – così ci riporta il compagno Fasoli che ha istruito e seguito tutta la vicenda- e due giorni orsono finalmente il Comune ha assegnato l’alloggio popolare alla famiglia. È una doppia vittoria: la famiglia ottiene il passaggio da casa a casa, il Comune è sconfitto nella scelta strategica di latitanza agli sfratti eseguiti e assenza di risposte alle famiglie sfrattate.
Altri appelli all’ONU si stanno facendo, a Bergamo ci dice il compagno Cochis e anche nel Veneto. L’invito é a dare comunicazione immediata per permettere una mappatura puntuale e aprire una vertenza coinvolgendo il gruppo ManifestA in parlamento.
La repressione autoritaria dei nostri militanti non fermerà la resistenza e la lotta per la difesa del diritto alla casa, impegniamoci oggi nella campagna di appello all’ONU per obbligare Governo e Parlamento a intervenire rifinanziando il settore e soprattutto predisponendo un piano casa straordinario per l’aumento di alloggi popolari in numero adeguato alla risoluzione del problema casa. Ma questo potrà avvenire solo se arriverà un messaggio forte e chiaro che gli sfratti non possono essere eseguiti per le famiglie in condizioni di fragilità in assenza di una soluzione da parte de Comune. Come dire: smettetela di far finta di non vedere quanto succede, smettete di essere artefici complici del dramma di famiglie buttate in mezzo alla strada!
Monica Sgherri
resp Casa, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
22/6/2022 http://www.rifondazione.it
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