Emilia-Romagna 118, ciao amore ciao. Chi sa cosa è una CUR 112?
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Il 118 non è un’ambulanza, il 118 è un sistema organizzativo complesso alla base del Servizio ( perdonate la maiuscola ) dell’emergenza-urgenza.
Ma il 118 serve, in questo racconto, per spiegare come si può applicare una direttiva europea con discrezionalità interregionale ma anche intraregionale.
La CEE, Comunità Economica Europea, con la Direttiva n.396 del 1991 introdusse il numero unico europeo, il NUE 112, dell’emergenza urgenza lasciando agli stati membri ampio margine temporale per applicarla perché il contesto raccontava un’enorme diversità di metodo e tecnologica nel settore.
L’Italia era avanzatissima e con potenzialità ed intenti altissimi.
Sostanzialmente la direttiva europea aveva lo scopo di offrire un numero unico da poter chiamare per qualsiasi persona vittima e/o osservatrice di una emergenza in qualsiasi punto del territorio della CEE si trovasse, ricevendo immediatamente risposta da un interlocutore pronto a relazionarsi qualunque fosse la sua lingua, anche extra CEE.
La CEE, Europa economica, era mutuale.
L’unica critica al NUE 112 era il tempo impiegato dall’operatore per trasferire la chiamata agli operatori del servizio di emergenza competente.
Professionalità dell’operatore e della centrale operativa fa la differenza.
In Italia ogni numero di emergenza ( polizia, carabinieri, vvff, protezione civile, 118 ) ha sempre messo a disposizione il trasferimento della chiamata ma il NUE 112 serviva a ridurre i tempi con la risposta di un centralinista competente con l’immediata classificazione dell’emergenza, non è un dettaglio la velocità di trasferimento.
Due persone si accoltellano, chiami prima il 113 o il 118?
E chi ti risponde sa che non chiamerai l’altro e quindi deve farlo lui?
In Italia ha di fatto svolto questo ruolo il 118 per tanti motivi molti anche facilmente intuibili partendo anche solo dal presupposto che sono rare le emergenze che non abbiano feriti o acuzie di malattie.
La strage del 2 Agosto ed il terremoto dell’Irpinia attivarono l’idea, ferma allo stato embrionale, di un’organizzazione capace di reagire ai disastri di massa, una rete capace di mobilitare le risorse dell’emergenza-urgenza con tempi e competenze determinanti in quella finestra che si apre al sopraggiungere drammatico dell’imprevedibile e che fino ad ora si chiudeva spesso con la morte o esiti pesanti, un’azione che mirava a tenere aperta quella finestra.
Poi nascerà anche il centro mobile di rianimazione, nascerà l’ambulanza con operatori e risorse strumentali per la rianimazione, l’ambulanza passa da mezzo di trasporto a primo presidio sanitario.
Vagiti del 118 e Zamberletti che fa partire la Protezione Civile.
E’ l’Italia di chi butta il cuore oltre l’ostacolo e va a riprenderselo, è l’Italia del Servizio Pubblico.
Ma il 118, e ripeto che non è un’ambulanza, non può sopravvivere economicamente mantenuto inattivo in attesa della calamità naturale o indotta e l’Emilia-Romagna, ferita il 2 Agosto, lo mette al servizio del quotidiano e lo fa diventare il massimo del servizio pubblico dalla tua telefonata a quando entri in un pronto soccorso nel migliore dei modi possibili. Anche questo non è un dettaglio.
Il 118 diventa parte di ognuno di noi fino ad estremi inaccettabili se lo chiami perché il tuo medico di famiglia è irreperibile. Quasi un “ il 118 sei tu, chi può darti di più?”
Ritorniamo al NUE 112 ed alla sua traduzione operativa: la CUR 112, centrale unica di risposta.
Lo stato di avanguardia dell’Italia rispetto a tanti stati membri della UE ci ha concesso il lusso di far passare tanti anni prima di approntare le CUR 112 e addirittura di metterle in parallelo con le CO, centrali operative, di 118, protezione civile, vvff ecc.
Tutto scorre fino a quando non comincia il rischio di sanzioni ma, soprattutto, fino a quando le CUR 112 non diventano l’occasione ghiotta per finalizzare altri obiettivi, il tutto in rigorosa salsa regionale.
Sull’organizzazione complessa del 118 la potestà legislativa è regionale.
Ogni regione per i fatti suoi e come ritiene più opportuno fino ad arrivare ai poveri centralini dei carabinieri che ricevono telefonate per emergenze non di loro competenza.
Cosa è una CUR 112, come è organizzata, dove viene approntata e qual è la sua funzione ?
- E’ una struttura generalmente open space;
- 1 responsabile e gli operatori necessari organizzati su 3 turni muniti di terminale informatico e collegati sempre con una conferenza on-line in cui sono presenti operatori interpreti ( gli operatori della CUR devono avere conoscenza delle lingue prevalenti ) perché il NUE 112 è il numero di emergenza del territorio europeo e di chiunque sia presente nel suo territorio;
- ogni regione decide dove;
- gli operatori ricevono la chiamata ( anche di chi ha composto altri numeri dell’emergenza ove ancora esistenti ) e processano la chiamata geolocalizzandola, inquadrando il tipo di emergenza e la trasferiscono al/ai comparto/i competenti ( in Italia 118 per l’emergenza sanitaria, 115 vvff ecc ) i cui operatori rispondono avendo già a video le prime indicazioni.
La CUR 112 è quindi una centrale operativa ad alta tecnologia informatica e di comunicazione ed è collegata in rete con altre centrali che in automatico possono sostituirla in caso di black out.
Parte Varese nel 2010, poi Milano nel 2013, Brescia nel 2015 e via via altre nel corso del 2017.
In Friuli vengono approntate nelle centrali della Protezione Civile con personale della stessa.
A Varese, ed a seguire Milano e Brescia, vengono gestite da società private con operatori definiti “ laici “ nel senso che non sono operatori pubblici provenienti dalle centrali pubbliche.
Se la tua politica regionale soccombe alle privatizzazioni non può sfuggirti l’occasione di iniziare la dipartita della CO 118.
E in Emilia-Romagna?
In E-R nel 2017 sono impegnati a chiudere i PS nelle periferie provinciali, soprattutto di notte, caricando quelli dei capoluoghi di provincia e ponendo le basi per le due conseguenze principali:
- quella desiderata, ovvero stringere la porta d’accesso all’utenza non grave e dirottabile sul privato;
- quella indesiderata ( almeno lo si spera che non sia stata intenzionale ), ovvero l’afferenza nei capoluoghi dell’utenza di tutta la provincia con aumento vertiginoso degli ingressi e altrettanto vertiginosa alienazione del personale immutato nel numero quando non in diminuzione per pensionamento.
In E-R sono impegnati alla riorganizzazione dell’emergenza urgenza che toglie i medici dalle ambulanze e riduce le auto mediche, ed espone con protocolli al limite della legalità gli infermieri delle ambulanze.
Diciamo che il NUE 112 non era la contingenza più importante ed in più, ammiccando al modello lombardo ed al suo scopo, non potevano sollevare curiosità sul destino delle centrali del 118 tanto perfette quanto amate sia dai cittadini sia dagli stessi operatori assolutamente avvinghiati alla loro preziosissima mission pubblica. Eggià!
Ci si è messo di mezzo anche il covid a ricordare la centrale nazionale del 118 di Pistoia che gestiva i trasferimenti dei pazienti covid tra gli ospedali, ma soprattutto a ricordare cosa vuol dire per gli emiliano-romagnoli il 118 e cosa rappresenta.
La delibera regionale con l’appalto per la costruzione della CUR 112 che ha tempi di consegna previsti nel 2020 si blocca e lo sarà fino al 2023 e vede in questo 2024 la sua consegna.
Pochi lo sanno ma solo ora è stato possibile costruirla senza solleticare curiosità perché gli operatori sanitari scappano dai PS ed i cittadini si barcamenano per farsi curare tra medici di famiglia irraggiungibili e i PS congestionati mentre, ahimè, i nascenti CAU vedono i non residenti obbligati a pagare il ticket direttamente al medico e poca fiducia da parte dei residenti.
Ma adesso ci sono le due perle che ancora non sanno se la loro ostrica è la regionalizzazione della sanità o la visione privatistica dell’era Bonaccini, o entrambe, forse.
Dove viene costruita la CUR 112?
Nel parcheggio della CO 118 all’interno dell’ospedale Maggiore.
Non dimentichiamoci che il NUE 112 e le sue CUR rispondono a tutte le emergenze ma se queste sono quasi totalmente sanitarie, ecco, rientra in questa storia della sanità regionale.
Io sarei stato zitto ma l’ex Assessore Venturi sostenne la scelta anche per una maggiore collaborazione con gli operatori del 118.Per avvalorare la spiegazione di Venturi, e di chi non gli ha detto che era meglio stare zitti, bisogna immaginare che l’operatore del 112 apra la finestra e passi il telefono (speriamo cordless ) all’operatore del 118 che gli porge il braccio dalla finestra della sua centrale.
La domanda è: se la CUR 112 è una centrale altamente tecnologica e di mera comunicazione per quale motivo costruirla su un terreno ad alto valore pubblico se puoi farla in qualsiasi terreno?
Magari nei cortili o affianco alla caserma dei VVFF o dei carabinieri ecc?
Quanto può essere utile quel terreno dell’ospedale Maggiore per un nuovo reparto e quanto sarebbe stato utile nel 2020 e nel 2021 in pieno covid?
La seconda perla: la centrale sarà gestita da personale laico, il modello lombardo sfonda!
Ciao amore, ciao! Centrali ed operatori del 118…
Piccola nota:
a Mestre il Presidente Zaia in una stessa struttura open space inaugura la CUR 112 gestita dagli operatori dei VVFF e del 118, gente con alta professionalità e altissima mission pubblica.
Concludo: l’Emilia-Romagna terra del più forte impulso alla nascita del 118 e che fino al 2019 continuava a farne crescere organizzazione e competenza copia il modello lombardo disdegnato da Zaia che usa quello dell’Emilia-Romagna.
Sapevatelo.
Antonio Madera
Medico. Bologna
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