Enigmi in camicia nera

Angelo Marenzana, Daniele Cambiaso (a cura di)
La Rosa dei Venti (2021)

IN VERSIONE INTERATTIVA http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-novembre-2021/

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Libro e moschetto fascista perfetto. Questo proclama era noto ai tempi del duce. Certo, se pensiamo che la cultura subiva una forte censura da parte del regime non dobbiamo andare molto lontano per capire che genere di letteratura poteva andare in voga. L’italiano andava educato e l’opera educativa si confrontava sul campo con la orribile politica del fascismo.

Gli italiani erano bravi e anche attenti per cui imparavano rapidamente. E se non bastava l’informazione il manganello dava il suo notevole contributo.

Questa cultura ha lasciato strascichi indelebili negli anni dopo il ventennio. Certo che si è scritto di tutto e di più, certo che la storia ha ancora molte cose da chiarire. Molta documentazione è stata prodotta, libri di storia e saggistica hanno riempito gli scaffali delle librerie. Anche la letteratura non si è tirata indietro e tanti autori hanno raccontato il periodo più buio del 900 attraverso le loro opere.
Ecco allora tredici autori scesi in campo a lanciare una sfida. È una sfida che merita un elogio particolare per una ragione. Torniamo al concetto di libro e moschetto fascista perfetto. L’importante era che il libro in questione non fosse di genere giallo.

Allora la sfida sta proprio in questo. Enigmi in camicia nera è un libro formato da tredici racconti di genere, dove gli autori, tra i migliori giallisti in circolazione, sono stai abili a spulciare i crimini del ventennio e a capovolgere la visione di un mondo che aveva altre concezioni e altre rappresentazioni. Per dirne una, se il morto era una tematica ferma del racconto, nella letteratura di regime doveva per forza essere straniero, perché un italiano non avrebbe potuto macchiarsi di crimini e essere protagonista di misfatti.

Questo libro è lo specchio di una narrativa che attraverso il genere, servendosi del genere, vuole raccontare e tenere viva la memoria di un’epoca utilizzando come base della narrazione brandelli veritieri di storia di quel periodo.

Ecco un autore come Giulio Leoni, autore della fortunata serie di romanzi dedicati alle avventure investigative di Dante Alighieri che propone una storia molto originale su un gruppo di giovani che stanno ritrovandosi a Monfalcone per incontrare il poeta Gabriele D’Annunzio impegnato nell’impresa per la riconquista di Fiume. E qui un uomo misterioso attenterà la vita del poeta, salvato da un tenente della milizia. Il protagonista di questo racconto è Cesare Marni, che è anche il protagonista di “e trentuno con la morte”, ambientato durante l’impresa dannunziana a Fiume.
Angelo Marenzana, invece, con il suo racconto, porta gli enigmi nei misteri della provincia italiana, una realtà completamente trascurata dalla politica di un regime accentratore.

Per non lasciare indietro gli altri componenti di questo mosaico. Giorgio Ballario, Fiorella Borin, Daniele Cambiaso (il curatore insieme a Angelo Marenzana), Rino Casazza, Armando D’Amaro, Emanuele Delmiglio, Leonardo Gori, Enrico Luceri, Lapo Sagramoso, Laura Segnalati e Flavio Villani, autori dove l’intensità della narrazione non manca e le loro storie sono belle e inquietanti.
Questi racconti, sono convinto, permetteranno al lettore di entrare più in profondità anche per conoscere il contesto di un’epoca attraverso una letteratura, quella gialla, che è sempre stata considerata una letteratura di secondo ordine.
Questa antologia contribuisce in un certo senso a smentire, come le opere dei loro autori, e a considerare il genere come una letteratura di primo piano. In questo caso ci permetterà di entrare nei risvolti più oscuri della storia e far affiorare una realtà di quell’epoca.

E se il genere conserva delle pieghe nascoste della nostra letteratura, diciamo nascosta non perché sono mancati e mancano autori di grande livello e questa antologia ne è un esempio, è anche perché una critica ufficiale se ne è sempre occupata marginalmente. Allora esplorare un regime attraverso il genere non ci dà nulla di scontato, perché ci porge un bene prezioso: quello di abbracciare la storia senza subirla passivamente. Per questo lo considero un testo di pregio, perché il suo viaggio di storie dentro la storia è un percorso comune.

Giorgio Bona

Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

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