Epatite C, quella battaglia per il farmaco salvavita va vinta a tutti i costi.
Il farmaco per curare l’Epatite C (pare la faccia scomparire nel 95% dei casi) in Italia costa qualcosa come 43.000 euro. E il servizio sanitario lo fornisce solo ai pazienti piu’ gravi, quelli dove gia’ compare la sclerosi del fegato (tra le possibili conseguenze dell’epatite C ci sono la cirrosi epatica e il tumore al fegato).
La vicenda e’ esplosa qualche tempo fa con la decisione del Tribunale del riesame di Roma di dissequestrare l’antivirale ordinato da un paziente dall’India, dove il costo almeno per le tasche italiane e’ decisamente piu’ basso. Ma e’ stata una vittoria parziale per i malati di epatite C: il giudice ha semplicemente riconosciuto che la quantita’ era talmente piccola che non poteva avere fini commerciali.
Nel frattempo c’e’ chi si e’ messo ad organizzare viaggi ‘sanitari’ in India per comprare il sofosbuvir, ma ovviamente nemmeno le trasferte intercontinentali sono a buon mercato. Per Gavino Macciocco, il medico dell’Universita’ di Firenze che ha promosso l’appello sul caso epatite portandosi dietro buona parte del mondo sanitario, l’unica soluzione e’ un intervento governativo per riconoscere l’emergenza sanitaria e dunque portare ad una licenza obbligatoria sul farmaco. “E’ una vicenda che non si era mai verificata nella storia del servizio sanitario nazionale. Si sta togliendo a migliaia di pazienti un farmaco salvavita- dice- bisogna stanare i politici, qualcosa su questo devono dire”.
Intanto, la battaglia per rendere la cure all’epatite C alla portata di tutti arriva anche in Emilia-Romagna. Dove le persone affette da questo virus sono stimate in 100-130.000, ma solo un numero molto piu’ basso, tra le 30 e le 40.000, sanno di esserlo. “Intanto noi abbiamo stanato il Pd”, rivendica allora il consigliere regionale dell’Altra Emilia-Romagna Piergiovanni Alleva, che ha lanciato la campagna nell’Assemblea legislativa di viale Aldo Moro provocando una risoluzione analoga anche da parte del Pd, presentata proprio ieri. Ora l’obiettivo della sinistra (della partita fa parte anche il gruppo di Sel in viale Aldo Moro) e’ coinvolgere la Regione nella campagna perche’ il Governo adotti la licenza obbligatoria e quindi renda il farmaco a disposizione a prezzi piu’ bassi. In Toscana ci stanno pensando e la mozione presentata dalla sinistra e’ tornata in commissione. “Ma nessuno ha voglia di discuterne”, lamenta Macciocco. Per Alleva non ci sono dubbi: “Il servizio sanitario nazionale si e’ allontanato dal principio dell’universalita’ della cura. Questo non e’ un problema commerciale”, sottolinea.
Iniziative partiranno anche nelle diverse citta’. Raffaella Sutter di Ravenna in Comune dice: “E’ importante muoversi a anche a livello locale. Porteremo la stessa mozione anche nei Consigli comunali e faremo anche azioni informative”. Per Federico Martelloni di Coalizione civica, la lista di opposizione a sinistra nel Consiglio comunale di Bologna, “c’e’ un elemento drammatico di disuguaglianza. E’ una cosa che se portata in chiaro grida vendetta in modo cosi’ forte che i nostri ordini del giorno in Comune si diffonderanno come un virus. Se poi il Pd ci verra’ dietro ne saremo felici, purche’ poi non affidi la campagna al ministro Lorenzin”.
Fabrizio Salvatori
1/10/2016 www.controlacrisi.org
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!