Esercitazioni Militari, Papi censurati e il ritorno della fucilazione
Data la quantità rilevante di cantonate che ho preso nell’ultimo numero, ho deciso che non parlerò di nulla di niente di quello che sta avvenendo all’interno dell’Ucraina. Il che non significa che non parlerò di ciò che succede intorno alla questione ucraina. Con la serietà e la neutralità che mi contraddistingue.
Mo si so svegliati tutti che bisogna armarci di nuovo in vista di tempi bui. La famosa storia del 2% del PIL degli stati membri della Nato devoluto in spese militari. E pensare che quando Trump pretendeva che questo 2% fosse rispettato, la reazione era più o meno sempre la stessa.
Oggi invece è esigenza sacrosanta e giusta. Non sia mai che il mattopazzocriminalenazistamacellaio arrivi fino a Berlino, che bombardi la torre Eiffel o che bruciasse Genova. In ogni caso tocca armarci, obbligatorio. E ovviamente bisogna addestrarsi pure, sennò con le armi che cazzo ci fai. Ultimamente sono state compiute un po’ di esercitazioni, non proprio brillanti. Mi sa che la nostra preparazione bellica è da rivedere un attimo.
Attualmente, nel nord della Norvegia, è in corso l’esercitazione NATO Cold Response, che si tiene ogni due anni. Di solito contava 15 paesi partecipanti e circa 15000 soldati. Quest’anno sono 30 i paesi che hanno partecipato, e 30000 soldati. Na bella rimpatriata, data l’occasione, un bel modo per far vedere che la NATO non scherza mica. La Norvegia, nel dubbio, ha comunicato alla Russia le informazioni necessarie, per evitare malintesi e guerre inutili. Ci stiamo solo esercitando, non pensate male. Vabbè, in ogni caso l’esercitazione non è andata perfettamente. Un V-22 Osprey (n’aereo) degli Stati Uniti infatti ha fatto il chioppo, causa maltempo. Equipaggio di quattro membri, ovviamente tutti morti. So pericolose le esercitazioni, don’t try this at war (semicit.).
Ma anche nel Belpaese non ci tiriamo indietro. Un Aermacchi 346, prodotto da Leonardo e in fase di collaudo prima di entrare nella flotta aerea dell’aereonautica, si è schiantato sul monte Legnone, in provincia di Lecco. Na palla de foco, riferiscono gli abitanti della zona. I due collaudatori, uno inglese e uno italiano, sono riusciti a paracadutarsi. L’inglese è morto lo stesso, l’altro sta rovinato.
Ma Gesù filorusso, guarda te se mo quando vado in montagna devo pure sta attento che non me caschi in testa un cazzo de caccia. Cazzo me frega a me che dovete fa i collaudi. Occhio ai cieli, so posti pericolosi.
Curiosare sui recenti disastri aerei mi ha portato a scoprire una storia che non conoscevo, e che a questo punto vi racconterò. Una mattina del 1990, precisamente quella del 6 dicembre, un aereo, se vogliamo nonno del Aermacchi M-346, fece una gran brutta esperienza. L’aereo in questione è un Aermacchi MB-326, ed era partito dall’aeroporto di Verona per una semplice missione di calibrazione di sistemi di difesa o qualcosa del genere.
Calibra qua calibra là, ad un certo punto l’aereo ebbe un guasto. Il pilota tentò di atterrare all’aeroporto di Ferrara, ma qui la pista era troppo corta per il jet, quindi ripiegò su Bologna, a 40 km da dove si trovava. Ma niente, l’aereo prese fuoco e non ci fu più verso di farlo andare. Il malcapitato quindi si eiettò, cadendo a Ceretolo, rompendosi tre vertebre nell’atterraggio. Alla fine gli andò pure bene. Una storia a lieto fine. Per il pilota.
Nel frattempo, qualche chilometro più in là…
Una tranquilla mattina del 1990, precisamente quella del 6 dicembre, alle ore 10.33, un Aermacchi MB-326 precipitò dal cielo e si schiantò nella classe 2A, primo piano, dell’Istituto Tecnico Gaetano Salvemini. Dodici morti, ragazze e ragazzi quindicenni, 88 feriti. Ci fu un processo, e il pilota e i suoi ufficiali, che gli diedero le istruzioni in fase di emergenza, furono difesi dall’Avvocatura dello Stato. Prima condanna ribaltata in appello e tutti a casa, il fatto non costituisce reato, ma tragica fatalità. Uno degli ufficiali è diventato poi generale. Giusto per segnalare la cosa. Ah, anche la scuola era ovviamente di proprietà dello Stato, e quindi avrebbe avuto diritto alla difesa da parte della difesa dell’Avvocatura di Stato. Ma sai com’è, ci stanno delle priorità a volte, è la democrazia baby!
Comunque siamo stati precursori degli americani di ben undici anni, non se so inventati niente. Certo, da megalomani quali sono, il botto loro è stato decisamente più grosso, ma la paternità dell’idea è nostra, non si discute…
Recentemente si è discusso molto delle condizioni in cui vessa l’esercito patrio, date le contingenze. Lo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano ha disposto lo stato di preallerta per i militari italiani, garantendo efficienza e prontezza dei nostri reparti. Peccato che la realtà sia un attimino più brutale.
Tutti e tre i corpi che costituiscono l’esercito italiano soffrono da anni di gravi carenze di risorse, di mezzi e di uomini. A titolo di esempio, prendiamo i carri armati, che tanto di moda sono tornati, grazie a quel vecchio romanticone di Putin. L’Italia ne possiede 125, che non costituiscono neanche una colonna corazzata di quelle russe entrate in Ucraina. Ma vabbè, a noi ci servono solo in caso di necessità. Pare però che di questi 125, meno della metà sia operativa. E pare anche che siano per lo più residuati bellici degli anni ’80, consegnati però all’esercito solo nei primi anni duemila, quindi già vecchi di vent’anni. Me sa che l’esercito del Ventennio, in proporzione, era armato meglio.
Per quanto riguarda gli aerei, pare che ne abbiamo circa 500, di cui neanche 300 hanno funzioni militari. C’abbiamo i droni però! Non armati, ma li abbiamo, non si sa mai che un giorno li prestiamo ad Amazon per consegnare roba. Invece, l’esercito conta circa 95 mila uomini. Meno di quello ucraino in tempi non sospetti. Di questi, solo 20mila hanno preso parte a esercitazioni militari nel 2020. Solo 4 mila sono stati impiegati all’estero, mentre circa 8 mila per l’operazione Strade Sicure. C’avete presente i soldatini che stanno in metro ad annoiarsi a morte? Loro. Operazione che doveva durare appena sei mesi, e che invece va avanti da 14 anni. Giustamente a tutti sti militari qualcosa glielo dovrai pure far fare, sennò se rubano lo stipendio. Infine la marina è quella che sta più a tocchi. Abbiamo 3 portaerei (in realtà due, dato che una ancora la devono finire), col personale che basta solo a garantirne il funzionamento. Le portaerei le usiamo per i famosi F-35, ma ne abbiamo talmente pochi che sono sostanzialmente inutili, nonché costosissimi.
Con il 2% di PIL investito nel settore militare, arriveremo a spendere 38 miliardi di euro l’anno, ossia 104 milioni al giorno (detto così suona più aggressivo).
Visto che non ci sono altri problemi in Italia, direi che è una spesa più che giustificata.
PREMIO COVID 19 PIÙ 2% DI PIL PER TUTTI.
L’esercito italiano ci tiene alla transizione ecologica.
Di gran lunga il mezzo più efficiente del nostro esercito.
“Il papa sempre nei tiggì anche se nc’ha ncazzo da dì”. Così recitavano nell’ormai lontano 2008 i Prophilax. E a ragione. Da che ho memoria funziona che il papa la domenica mattina fa l’Angelus, affacciato dalla sua finestra su piazza San Pietro, facendo il classico predicozzo su temi delicati, tendenzialmente negli ultimi anni riguardo l’immigrazione e altre amenità varie, come povertà, malattia e roba del genere. Moralismo facile facile a presa rapida, niente di troppo elaborato. Belle parole, semplici e bon, ogni domenica si porta a casa il risultato. Ogni domenica Rai 1 trasmette in diretta ovviamente. Poi certo, l’Angelus non è l’unica occasione in cui le parole del papa sono diffuse Urbi et Orbi, diciamo che è la più classica. Ma in genere qualsiasi cosa dica il pontefice, le sue parole vengono sempre riportate dai media. Fino ad oggi.
Avrete fatto sicuramente caso che ultimamente chiunque provi a fare un ragionamento critico riguardo alla vicenda ucraina (senza voler entrare nel merito delle varie dichiarazioni più o meno condivisibili), che esca anche di poco dal seminato ufficiale, viene immediatamente bollato come no vax…no aspè, me so sbagliato… come filoputinista filorusso filiimignottae. Ecco al papa è successa la stessa identica cosa, se non peggiore. Se di solito chi dice la sua viene messo al rogo mediatico, il papa è stato direttamente ignorato. Che è grossa come roba, considerando che viene riportato tutto quello che dice.
Ma che è successo? È semplice. All’indomani della decisione praticamente unanime di alzare ste benedette spese militari al 2% del PIL, il papa ha detto:” Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2% del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!”.
Mo per carità, a me de quello che dice il papa non me ne fregava ncazzo prima, non me ne frega ncazzo manco adesso. Ma trovo incredibilmente curioso che non se lo sia cacato nessuno, da noi poi. Con i preti sempre in mezzo ai coglioni (a questo punto solo quando fa comodo). Pare infatti, non ho controllato di persona, che in molti dei principali quotidiani del paese, le parole del papa non siano mai apparse, o se apparse in qualche articoletto interno. E se su carta stampata va maluccio, pure in tv le cose non sono ottimali. Sono stati pochini i servizi riguardo la faccenda, con il vincitore nel TG1, che non ha proprio fatto menzione delle parole del papa. E ricordiamo che il TG1 è quello che si collega all’Angelus la domenica, coabita con il papa su Rai 1 praticamente. La cosa divertente è che il giorno successivo alla dichiarazione del pontefice il Tg1 ha mandato in diretta per oltre un’ora la “Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore immacolato di Maria”, celebrata dal papa. Un contenuto più adeguato ai vecchi di merda che se filano ancora la Rai. E niente, alla fine è uscito fuori che pure il papa è filorusso. Certo che se arriviamo pure a “censurare” il papa, che di solito tira fortissimo, mi sa tanto che abbiamo un’problema.
Certo non si arrenderà.
PREMIO COVID 19 MEGLIO ODIATI E FILORUSSI CHE IGNORATI.
Purtroppo ce ne sarebbe un altro che sarebbe meglio ignorare, ma che invece ogni volta che dice/fa na cosa, subito gli si dà risalto. Salvini ovviamente. Della sua gita in Polonia neanche parlo, io non riuscirei a fare più ridere di quanto non abbia fatto già, perciò posso solo inchinarmi davanti al maestro. Cioè, è riuscito a fasse screzià pure dai nazi.
Non pago della figura discutibile che ha rimediato pure dai polacchi, recentemente ne ha fatta una nuova, che magicamente gli rimpone il passato. Ha infatti detto “Quando sento parlare di armi non sono mai felice”. E già solo così fa ride. Sentimentalismo di bassa Lega… ovviamente in parlamento ha votato a favore dell’invio di armi in Ucraina, che sennò gli toccava andare contro al governo. Ma questa è una quisquilia, non è importante la differenza tra quello che dici e quello che fai in parlamento, non è mai stato un parametro di giudizio. Il punto è che contraddice proprio tutto sé stesso, lui che in passato era un grande fautore delle armi all’ammerigana, legittima difesa e simili. Non sono poche le foto di Salvini con un’arma in mano.
Il punto, ovviamente non è che Salvini dice cazzate, non c’è da ragionarci. Il nodo, piuttosto, è capire come sia possibile che uno che si smentisce ogni cinque minuti con cazzate sempre più grosse, possa avere un elettorato più o meno vasto. Nel senso, se ci provo io a fa na cosa del genere mi prendono a sassate già da dentro casa. E Salvini secondo me scemo non è, altrimenti non sarebbe là. Al massimo, arrivati a quel livello, uno si gioca stupidamente le sue carte e fa na finaccia. In fin dei conti sono anche utili individui come lui, mettono in chiara mostra i sintomi della nostra malattia. Se la vedessimo come un esperimento sociale, è la dimostrazione che di stupidi in giro ce ne sono pure troppi (non che sia sta grande novità).
La malattia a cui mi riferisco si chiama democrazia, o meglio, la sua forma degenerata. Quella che seguirà è un’analisi estremamente superficiale e semplice, che non vuole dimostrare niente, al massimo dare un abbozzo di chiave di lettura. Anzi non è manco un’analisi, è tanto per parlare, n’aneddoto. Polibio, nel sesto libro delle Storie, per spiegare politicamente la superiorità dei romani rispetto ai cartaginesi, ma anche verso gli stesso greci, parla delle canoniche tre forme di governo, ossia monarchia, aristocrazia e democrazia, e delle loro degenerazioni (SPOILER per lo storico greco Roma era la mejo perché il suo sistema politico combinava tutte e tre le forme). La degenerazione della democrazia viene definita oclocrazia, letteralmente il governo della massa. Nell’oclocrazia la volontà del Popolo non è più dominante, bensì la massa è indirizzata e i suoi istinti sono dominati da demagoghi per i loro fini personali. La massa è illusa di esercitare il proprio potere, mentre nella realtà è lo strumento di una o più persone, tendenzialmente di alta estrazione sociale, meglio noti come ricchi. I quali talvolta possono imbonirsi la folla distribuendo denaro e favori. Per Polibio il popolo così si corrompe e perde la propria identità e unità, nonostante creda ancora di essere libero.
Ovviamente ho parafrasato, ma il senso delle parole dello storico restano sempre quelle. Per quanto sia roba vecchia di più di duemila anni, a me pare proprio che l’idea sia validissima anche oggi, seppure con le dovute differenze. Solo a me sembra che la descrizione dell’oclocrazia di Polibio si applichi benissimo al nostro oggi (mi riferisco solo all’Italia, di altri posti non ho abbastanza esperienza per giudicare)? Sfido chiunque capace di esercitare un giudizio critico (e quindi relativamente poca gente) a sentirsi rappresentato, in questa nostra democrazia rappresentativa, da chi sta dentro al parlamento. Sfido. Poi vabbè, io il modello rappresentativo manco lo condivido, dato che ritengo che l’unico in grado di rappresentarmi sia il sottoscritto (e con risultati deprecabili aggiungerei). Ma questi so problemi miei. E poi, la nostra classe dirigente, non assomiglia tanto a un’oligarchia? Gente ricca che sfrutta la collettività per i suoi interessi? È un’impressione solo mia? E ultimamente la parola oligarchia è tornata di moda qua da noi, insieme al termine yacht.
Per non essere frainteso, io ringrazio tutti i giorni di essere nato qua e non in un altro posto di merda. Mi sta benissimo vivere nelle cosiddette democrazie occidentali, e non penso lo cambierei con nessuna altra forma di governo del mondo (quelle mainstream intendo, le altre manco le prendo in considerazione per tutta na serie di motivi che non sto qua a spiegare). Ma a me stare a ostentare sempre la nostra superiorità morale perché si m’ha rotto er cazzo. Primo perché non siamo tutti uguali, ogni posto c’ha la sua storia. Secondo perché siamo mejo noi solo nella nostra ottica, il mondo è vario, famosene na ragione. Mobbasta. E pure noi, in quanto a criticità, siamo messi maluccio.
PREMIO COVID 19 ESPORTIAMO L’OLOCRAZIA.
Ma è arrivato il momento di alleggerire la tensione con qualche allegra notizia presa qua e là. Purtroppo devo constatare una certa monotonia nei miei scritti, perché per ragioni assolutamente indipendenti dalla mia volontà finisco sempre a parlare di Stati Uniti. Non è colpa mia, so loro che la sparano sempre più grossa.
Partiamo dall’Oklahoma. Qui si sta andando verso il divieto totale di aborto in qualsiasi momento della gravidanza. Peggio che in Texas e in Arizona, dove l’aborto non è consentito oltre la quindicesima settimana, a prescindere dal motivo. Ma gli amici dell’Oklahoma hanno una marcia in più. Non solo divieto assoluto, ma anche facoltà da parte di chiunque di denunciare sia chi pratica l’aborto, sia chiunque aiuti, favorisca o induca l’aborto. Giusto per creare un clima sereno. Pare che siano comunque esclusi da questa legge i casi in cui ci sia stato stupro, incesto o ci sia pericolo di vita per la madre.
Occhio ai vicini di casa mi raccomando. De sti tempi poi…
Spostiamoci in South Carolina, dove è stata ristabilita ufficialmente la fucilazione come pena di morte. Il problema nasce in realtà l’anno scorso, dato che si era reso particolarmente difficile reperire il mix letale per fare le iniezioni. Pare infatti che molte cause farmaceutiche, per motivi umanitari, abbiano deciso di non esportare questi “farmaci” negli USA. E questo aveva causato un cortocircuito nel sistema. In South Carolina, infatti, i condannati a morte potevano scegliere tra i moderni farmaci e l’accogliente sedia elettrica. Per questo motivo i condannati sceglievano l’iniezione letale, di fatto salvandosi la vita dato che non era disponibile. Allo zio Sam però mica lo inculi così, e così si è sbloccato questo nuovo metodo antico. Ora nella sala delle esecuzioni c’è una pratica sedia di metallo, un pratico muretto separatore e tre pratiche feritoie, da cui tre uomini armati di fucile possono giustiziare il condannato. Tra i principali promotori abbiamo un senatore democratico, Dick Harpootlian, per gli amici Cazzo, che ha detto:” è il metodo meno doloroso e più umano che esista”. Io ci credo.
Ma c’è un nuovo attore sul palcoscenico internazionale che vuole rubare la scena agli americani. Abbiamo un nuovo detentore di record in Arabia Saudita. A inizio marzo sono state giustiziate nello stesso giorno 81 persone. Non so se è record mondiale, ma in ogni caso è un bel risultato. Pensate che in tutto il 2021 erano state giustiziate appena 69 persone. Tutti gli 81 giustiziati, a detta dei sauditi, erano legati al terrorismo di stampo islamico, o erano Huthi. Gli Huthi sono i famosi ribelli sciiti zayditi dello Yemen…ah lo Yemen, quel posto in cui c’è la guerra civile dal 2015, più di 100mila morti, ma di cui a nessuno importa. Va fatto notare che le armi ai sauditi per bombardare lo Yemen gliele diamo anche noi. Ma loro sono alleati, quindi va bene. O meglio, alleati del padrone. Vabbè de sta guerra non me ne frega ncazzo manco a me alla fine. Torniamo al piatto forte. Bin Salman ne ha segati 81 in un giorno solo. Ma lui mica è dittatore, è principe ereditario, tutt’altra razza. E poi i sauditi stanno in pieno Rinascimento, lasciamoli crescere in pace. Ah e c’hanno pure il petrolio, non possiamo mica bollare come macellai tutti quanti, sennò poi noi come famo.
PREMIO COVID 19 BIM BUM BAM SALMAN
Veniamo ai lutti invece, che non mancano mai. È morto l’ingegnere informatico americano Stephen Wilhite. E chi cazzo è mo questo?! Perché me ne dovrebbe fregare qualcosa?! Ve lo dico io perché: quest’uomo era un visionario, che tanto ha dato al mondo. Costui, nel lontano 1987, inventò il Graphics Interchange Format, meglio noto come GIF. La capite la portata rivoluzionaria di quest’uomo?! All’epoca le GIF erano un formato per lo scambio di elementi grafici, in genere brevi video, in un formato particolarmente leggero che si adattava alla preistoria dell’internet. Strumento che poi si è affermato come metodo di cazzeggio supremo. Ringrazio tutti i giorni di poter mandare in chat la GIF di Imhotep con la faccia da molestatore seriale. Per me è una cosa importante. Grazie Steven, non sarai dimenticato. Ah, dimenticavo, è morto a 74 anni di Covid. Un po’ banale forse, ma ciò non scalfirà la sua fama e la sua creazione. Ahimè non ho trovato nessuna foto senza licenza sul buon Steven, quindi non avrà mai un volto per i quattro lettori che leggeranno sta roba.
https://www.ilpost.it/2022/03/24/stephen-wilhite-gif-inventore-morto/
Un’altra morte sostanziosa è stata quella di Taylor Hawkins, batteraio dei Foo Fighters, il 25 marzo. È stata così, de botto, senza senso. Stava in tour con la band in Colombia. Lo hanno ritrovato in albergo, morto stecchito a causa di un infarto. Probabilmente l’infarto è stato aiutato, ma in fin dei conti sticazzi, non è rilevante. A me poi dei Foo Fighters me ne frega relativamente poco, ma la notizia mi ha colpito particolarmente. E niente, pace all’anima sua.
Carlo il cinista
Sono Carlo il cinista. Come lavoro faccio il cinico disilluso professionista, con molti anni di esperienza alle spalle. Anche se a volte capita anche a me di avere un po’ di cuore. Nel tempo libero studio storia medievale, con il sogno, quando sarò diventato grande, di friggere polletti sintetici al kfc. E di assillare i miei eventuali colleghi, tra una mandata di polletti e l’altra, su quanto fossero efficienti i cucchiai bizantini o su quanto fosse pantocratore Gesù Cristo. Sono anche malato di musica e di montagna. E di mente.
22/4/2022 https://www.intersezionale.com
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