Esplode un’autoclave, morti due lavoratori
Due operai sono morti in seguito all’esplosione di un serbatoio utilizzato come essiccatoio di farine alimentari per animali domestici. Una delle vittime è Giuseppe Legnani, di vittima Casirate. L’altra vittima sarebbe un trevigliese, Gian Battista Gatti. Entrambi sono padri di famiglia, di circa 50 anni.
L’ennesima strage sul lavoro (dopo quella alla Lamina nei pressi Milano poche settimane fa), secondo le prime informazioni dei vigili del fuoco, è avvenuta presso l’azienda ‘Ecb’ di Treviglio in provincia di Bergamo. All’interno del plesso possono al momento accedere soltanto i vigili del fuoco per la cospicua presenza di anidride carbonica, mentre la zona è interdetta al resto dei soccorritori. I vigili del fuoco stanno provvedendo al raffreddamento dell’impianto e dell’area interessata, in modo da poter poi operare in condizioni di sicurezza. La probabile causa, stando ai primi rilievi, sarebbe l’esplosione di un’autoclave all’interno di una cisterna per l’essiccazione dei mangimi. Tensione tra i parenti e gli amici delle vittime accorsi sul posto.
La Ecb è stata fondata nel 1966 da Lorenzo e Franco Bergamini, che lo scorso anno è stata acquisita dal gruppo tedesco Saria, produttore internazionale di prodotti agroalimentari.
“Ci stringiamo attorno ai familiari dei due lavoratori deceduti, Giambattista Gatti di Treviglio e Giuseppe Legnani di Casirate, quest’ultimo nostro iscritto, e di tutti i dipendenti della ECB”, ha detto Valentino Rottigni, segretario generale della FLAI-CGIL di Bergamo, arrivando sul posto in tarda mattinata. “Ora è il momento del cordoglio ma occorre intensificare gli sforzi per invertire la tendenza. In questo 2018 sono già troppe le morti sul lavoro. Chiediamo che il Protocollo appena firmato in Prefettura entri subito in vigore e, nel coinvolgere tutti i soggetti, subisca un’accelerazione e produca effetti prima possibile”.
“Serve un’azione straordinaria di monitoraggio di tutti gli impianti a rischio di esplosione nella provincia di Bergamo e una formazione specifica di tecnici esterni specializzati che mappino e monitorino a livello provinciale la situazione: lo chiediamo come prossimo impegno al nuovo Comitato di Controllo Provinciale INAIL e alla Commissione ex articolo 7 presso l’ATS di Bergamo” ha aggiunto Angelo Chiari, responsabile del Dipartimento Sicurezza della CGIL provinciale, portando la solidarietà e il cordoglio di tutta la CGIL di Bergamo.
Con i due morti nel bergamasco, salgono a 151 i lavoratori morti sui luoghi di lavoro nel 2018. Stando al conteggio dell’Osservatorio Indipendente di Bologna si tratta di un numero notevolmente superiore rispetto ai 113 dello stesso periodo del 2017. L’anno scorso i morti sui luoghi di lavoro sono stati nel co mplesso 632.
Con 20 morti è il Veneto la Regione che conduce la triste classifica, segue la Lombardia e poi Piemonte. È Milano, con 8 decessi la provincia con più morti sul lavoro, seguono due province venete, Treviso e Verona con 7 morti. Nel 2018 è il quarto caso di morti multiple: il 20 marzo due vigili del Fuoco sono morti a Catania, mentre il 28 marzo due lavoratori sono morti nel Porto di Livorno. A seguire i tre morti della Lamina, a Milano. I due pompieri sono morti in un appartamento nel centro storico di Catania. La squadra dei pompieri era intervenuta per una fuga di gas. Anche i due operai di Livorno sono stati uccisi da una esplosione: stavano concludendo le operazioni di svuotamento del serbatoio 62, contenente acetato di etile, nella zona industriale del porto. A Milano i tre lavoratori sono rimasti intossicati, un quarto è ancora gravemente ustionato.
Redazione
1/4/2018 www.controlacrisi.org
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