Esternalizzazioni. A chi sono affidati i malati?
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Quale sinonimo può descrivere un medico gettonista? Io non trovo altro che “mercenario”!
Non se la prendano i giovani medici che ormai rifiutano anche i pochi concorsi pubblico; non se la prendano i vecchi medici andati in pensione, programmata o anticipata, che poi si mettono a disposizione nella riserva legionaria.
A ben vedere i vecchi non possono mica indignarsi dato che la loro paga e tre volte il vecchio stipendio, comunque corposo. Certo, ora non devono sottostare ai turni di una equipe, alla programmazione e al controllo di un Primario. Ora possono fare presenza qulche giorno e spendere il sostanzioso gruzzoletto godendosi i week end e frequenti settimane di ferie che prima avrebebro dovuto programmare rispettando lo stesso diritto di tante/i altre/i college/i.
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Gli stessi giovani non possono sbuffare nel sentirsi chiamare mercenari in quanto mai avrebbero sperato in questa manna dal cielo che non è nemmeno lontanamente cugina della loro inesperienza ospedaliera, cioè quella faticosa pratica decennale nelle mura di un ospedale, o di un ambulatorio, che plasma un medico da un tronco universitario appena smussato da veloce e generico apprendistato.
Piani diagnostico-terapeutici, lavoro di equipe, percorso di cura? Doveri archiviati per i vecchi e obblighi non richiesti ai giovani cosiddetti medici a gettoni in questa deriva etica e professionale dell’esternalizzazione dell’assistenza medica degli ospedali pubblici.
E inconfutabile che’’utilizzo tramite le coop riduce la qualità del servizio. I medici dipendenti sono valutati tramite concorso, superarano un esame e hanno titoli adeguati. I medici delle coop no.
Inoltre fanno turni consecutivi in ASL differenti, rendendo impossibile controllare il rispetto dell’ orario di lavoro e delle pause necessarie per l’adeguato recupero psicofisico utile al rispetto della qualità prfessionale.
L’ospedale investe nella formazione dei propri dipendenti. Questo non avviene per i medici delle coop
Avere colleghe/i che arrivano, fanno un turno e magari non tornano mai più, mina l’ambiente di lavoro. Il lavoro ospedaliero è lavoro di equipe. Le prestazioni occasionali sono
Una condanna morale senza appello per i giovani medici? Lungi da me accusarli di opportunismo se lavorano a gettone, in uno stato ultra decennale di abbandono istituzionale, e programmata desertificazione professionale, della sanità pubblica, è comunque un’ancora per non morire di inedia da disoccupati. Semmai la mia condanna va ai vecchi medici che con il loro ritorno danno una mano alle politiche privatizzatrici in atto che escludono l’urgenza per l’assunzione stabile di oltre cinquantamila medici ospedalieri e ambulatoriali.
Franco Cilenti
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