Finzioni e realtà delle multinazionali “verdi”
di Pratap Chatterjee, Olivier Petitjean, Alfons Perez, Lavinia Steinfort, James Angel (*)
I GRANDI PROGETTI EOLICI E SOLARI GESTITI DA MULTINAZIONALI VERDI SONO SPESSO LEGATI ALL’ACCAPARRAMENTO DI TERRE E ALLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
Le imprese hanno bisogno di vaste distese di terra per costruire enormi parchi eolici, parchi solari e infrastrutture dell’energia idroelettrica, terra che spesso ottengono privando le comunità indigene e rurali degli accessi tradizionali. Numerosi conflitti per la terra sono stati documentati in Messico (Iberdrola), Honduras (Siemens Gamesa), India (Adani Green), Sahara occidentale (Siemens Gamesa), e anche in Spagna (Iberdrola). Tutto questo in nome della “salvezza del clima’. Autorità e multinazionali indiane come Adani Green hanno scelto di sviluppare parchi eolici e solari su larga scala, che richiedono migliaia di ettari di terreno. Infatti, i progetti di Adani Green sono stati segnati da polemiche per le accuse di accaparramento di terre e conflitti con gli agricoltori e le comunità tradizionali (100).
Ad esempio, una volta che il parco solare di Kamuthi nel Tamil Nadu è diventato operativo, sequestrando 2.000 ettari di terreno (comprese zone umide riclassificate), le fonti d’acqua sono state recintate e Adani Green ha pompato enormi quantità di acqua sotterranea per pulire i pannelli solari, portando all’esaurimento delle falde acquifere locali (101). La compagnia in seguito si è orientata verso la dissalazione delle acque sotterranee, presumibilmente scaricando i residui salini tossici e avvelenando il terreno (102).
L’oleodotto Enbridge’s Line 3 attraversa i territori indigeni del Minnesota, causando una fiera opposizione da parte delle tribù locali (103). In risposta ai numerosi tentativi di farlo chiudere attraverso blocchi stradali, disobbedienza civile e serrate, una serie di articoli dell’Intercept, così come del Brennan Law Centre, sostiene che l’impresa ha presumibilmente combattuto assumendo società di sorveglianza e cooperando con le operazioni di polizia locale contro gli attivisti del Minnesota (104 105).
[Si tratta della stessa Enbridge che proclama di voler raggiungere lo “zero carbon” nel 2050 ed investe massicciamente nei parchi eolici e fotovoltaici, ndr].
Nel frattempo, il popolo Lenca di Rio Blanco, guidato dal Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras, dice che Gamesa, operatore del parco eolico Cerro de Hula, ha occupato le sue terre senza consenso e distrutto i suoi mezzi di sussistenza agricola. “Siamo stati molto colpiti, prima perché ci hanno imbrogliato. Ci hanno costretto a firmare un contratto truccato e abbiamo perso le nostre terre”, ha detto a Telesur Gilma Martinez, una donna del popolo Lenca (106).
Preoccupazioni simili sono state espresse a Oaxaca, in Messico. Gamesa è uno dei principali fornitori di turbine per l’istmo di Tehuantepec, ad esempio per il parco eolico Bii Nee Stipa II da 70 megawatt costruito nel 2012. La popolazione locale, fra cui vi sono molti indigeni Binniza (Zapotechi) e Ikoojt (Huave), dice che i parchi eolici hanno tagliato l’accesso ai loro terreni agricoli, santuari sacri e erbe e piante medicinali (107). Gli attivisti dell’Assemblea popolare popolare di Juchitán, che si opponevano ai progetti per l’energia eolica, sono stati perseguitati e addirittura uccisi a colpi di arma da fuoco (108).
Questi esempi mostrano i danni trasversali che l’infrastruttura su larga scala può causare. Invece, le energie rinnovabili su una scala [proporzionata all’] utilità devono essere sviluppate in collaborazione con le comunità locali, non a loro spese, richiedendo una corretta valutazione dell’impatto socio-ambientale e mettendo in campo meccanismi di governance popolare.
LE TECNOLOGIE DELL’ENERGIA VERDE SONO IMPLICATE NEI PROCESSI MINERARI E PRODUTTIVI CHE ABUSANO DEI DIRITTI DELLE COMUNITÀ LOCALI E DANNEGGIANO L’AMBIENTE
La tecnologia delle energie rinnovabili richiede notevoli quantità di cosiddetti metalli di transizione come nichel, cobalto e litio (109). Si tratta di una fonte di distruzione ecologica devastante e di violazioni dei diritti umani. Sia Tesla che Siemens Gamesa acquistano cobalto dalla miniera di rame di Glencore nella regione del Katanga della Repubblica Democratica del Congo, che è accusata di usare lavoro minorile (110).
Il nichel che Tesla acquista dal Canada proviene dalla miniera di Vale nella baia di Voisey nel nord del Labrador, che è stata a lungo osteggiata dai nativi Innu e Inuit (111). Nel frattempo, negli Stati Uniti, la Protect Osage Coalition, composta da membri della Nazione di Osage, da gruppi per la conservazione e residenti locali, si è organizzata per opporsi alla costruzione del progetto Osage Wind, di proprietà di Enel Green Power, azionista di controllo di ENDESA (112).
Questo progetto di energia eolica è stato contrastato fin dall’inizio, colpisce siti culturali locali e tombe storiche (113), e si sta sviluppando nella prateria di Tallgrass – un habitat essenziale che è più efficace nel catturare e immagazzinare carbonio rispetto agli alberi (114). Il governo federale degli Stati Uniti sta ora sostenendo la Nazione Osage nel conflitto contro Enel, dopo la scoperta che la società estraeva illegalmente calcare e altri minerali, di proprietà della Nazione Osage (115).
Siemens Gamesa utilizza il neodimio per il magnete permanente nelle turbine eoliche. Circa il 90% dell’offerta mondiale proviene dalla Cina, in particolare intorno a Baotou, la più grande città industriale della Mongolia Interna, dove viene estratta attraverso un processo che utilizza torio e uranio (116). I rifiuti di scarto vengono poi scaricati in una piscina di 120 chilometri quadrati di fango e rifiuti tossici, che si sta lentamente riversando nel Fiume Giallo, una delle principali fonti di acqua in Cina (117).
Come indicato nei profili [delle singole imprese ndt], molti dei processi minerari e di produzione delle multinazionali sono stati associati a violazioni dei diritti umani e ambientali, tra cui la violazione dei diritti indigeni, dei diritti del lavoro e della terra (118). Questo rimarrà lo status quo fino a quando queste imprese non saranno governate democraticamente, da e per il pubblico, in modo che i diritti dell’ambiente e delle comunità locali possano essere protetti e sostenuti.
LE MULTINAZIONALI VERDI VIOLANO I DIRITTI DEI LAVORATORI IN MATERIA DI STIPENDI, LAVORO FORZATO, COMPORTAMENTI ANTISINDACALI E CONDIZIONI DI LAVORO NON SICURE
Oltre alle questioni legate alla terra, alle violazioni dei diritti umani e alla distruzione ecologica, le multinazionali verdi sono spesso implicate nella violazione dei diritti dei lavoratori. Un numero crescente di ricerche sta scoprendo i numerosi problemi del lavoro nel settore delle energie rinnovabili (119). Questi problemi vanno dal lavoro forzato ai contratti precari e condizioni di lavoro non sicure (120).
Nel progetto Solar Park Villanueva in Messico di Endesa [che, ricordiamo, è controllata da Enel Green Power, ndr], i lavoratori delle aziende messicane subappaltatrici hanno bloccato l’ingresso dello stabilimento, chiedendo che i loro stipendi fossero pagati (121). Secondo il quotidiano messicano SDP Noticias, hanno protestato per 9,2 milioni di dollari di mancati pagamenti e presunti atti di corruzione, causando la cancellazione dell’inaugurazione dell’impianto (122).
Gli esperti del settore solare dicono che il più grande sussidio di JinkoSolar è il lavoro manuale a basso costo nello Xinjiang, in Cina (123). La fabbrica di pannelli solari della società nello Xinjiang è stata associata ai lavori forzati di un vicino carcere di massima sicurezza e al campo di internamento per musulmani Uiguri, una minoranza perseguitata (124).
I lavoratori di EDF Renewables non hanno lo stesso status della maggior parte degli altri lavoratori francesi di EDF (125). La forza lavoro di EDF Renewables è più giovane e con contratti più precari, con un tasso di turnover più elevato. Il modello di business dell’impresa si basa sull’appalto di parti dei progetti che costruisce e gestisce. Nei paesi al di fuori della Francia, il personale di EDF Renewables spesso non è sindacalizzato, rispetto alla forza lavoro media del Gruppo EDF (126).
Infine, consideriamo il caso di Tesla. Le fabbriche di automobili della società hanno uno dei peggiori risultati sulla sicurezza di qualsiasi impianto di produzione auto negli Stati Uniti. Nel 2019, Tesla ha accumulato oltre il triplo di violazioni rilevate dall’Occupational Safety and Health Administration rispetto a quelle che i suoi 10 principali concorrenti hanno accumulato collettivamente dal 2014 al 2018 (127). Nel febbraio 2023, i lavoratori della fabbrica di Tesla a Buffalo, New York, hanno affermato che almeno 18 lavoratori (128) erano stati licenziati a causa della loro partecipazione all’organizzazione sindacale. I lavoratori hanno iniziato a sindacalizzare a causa dei salari poveri e dell’insicurezza del lavoro, così come contro l’introduzione di un nuovo sistema di sorveglianza che monitora le loro battute [sulla tastiera, ndt], dissuadendo alcuni dipendenti dal prendere brevi pause e utilizzare il bagno (129). Questa non è la prima volta che Tesla è stata accusata di comportamento antisindacale e licenziamento ingiusto. Nel marzo 2023 un tribunale ha deciso a favore di un dipendente che è stato licenziato illegalmente dopo essere stato coinvolto nell’organizzazione sindacale nel 2017 (130).
La transizione energetica non sarebbe altro che un sogno senza lavoratori reali. I cosiddetti lavori verdi necessari per la decarbonizzazione devono garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose e il rispetto dei diritti dei lavoratori (131). È improbabile che l’occupazione dignitosa sia fornita da multinazionali come le 15 analizzate nella nostra ricerca.
L’APPROPRIAZIONE DELLA TRANSIZIONE VERDE DA PARTE DELLE MULTINAZIONALI. LE MULTINAZIONALI VERDI TENDONO A DARE LA PRIORITÀ AI GRANDI PROGETTI DI CUI BENEFICIANO LORO STESSE O ALTRE MULTINAZIONALI
I contratti di acquisto di energia elettrica (Power purchase agreements – PPA) sono contratti a lungo termine tra produttori e clienti, di solito un governo, un’impresa di servizi pubblici o un’altra società. Stabilire PPA con altre grandi società è un obiettivo fondamentale per le multinazionali verdi. Come tale, la transizione sta prendendo forma intorno agli interessi delle imprese, piuttosto che le esigenze delle comunità. Negli Stati Uniti e nel resto del mondo, al di fuori dell’Europa, la maggior parte dei progetti di EDF Renewables si basano su PPA con grandi corporations come Google, Amazon, Procter & Gamble o BASF (132), o con governi ed enti pubblici (133).
Iberdrola ha firmato PPA con grandi compagnie come Amazon, Apple, Facebook e Nike (134), insieme a recenti partnership nelle energie rinnovabili con Total e Shell (135).
Non solo le operazioni per le grandi imprese tecnologiche e dei combustibili fossili sono ad alta intensità energetica (136), tutte queste imprese sono state associate a scandali sui diritti umani (137). I PPA rappresentano una grave minaccia per la transizione energetica. Quando le imprese statali sottoscrivono un PPA, di solito pagano a un ente privato il prezzo più alto per la produzione di elettricità rinnovabile e garantiscono un margine di profitto, indipendentemente dal fatto che l’energia sia effettivamente consumata (138).
E nel momento in cui i governi continuano a esternalizzare la produzione di energia rinnovabile, non sviluppano le capacità di generazione rinnovabile interne per guidare la transizione nell’interesse pubblico. I PPA tra multinazionali si basano anche su investimenti pubblici in aggiornamenti e ampliamenti della rete elettrica, necessari per facilitare il flusso di energia elettrica dalle attività di produzione al sito di consumo. Ciò rappresenta un ulteriore spreco di fondi pubblici (139). Inoltre, questi contratti fra multinazionali possono rappresentare un’ulteriore forma di greenwashing.
Prendiamo ad esempio il recente contratto di Iberdrola con Amazon (140). Quest’ultimo vede i parchi eolici di Iberdrola che alimentano i data center di Amazon, permettendo ad Amazon di commercializzarsi come ‘verde’ – nonostante il fatto che Amazon sia implicata in molteplici forme di climalteranti, dal supporto tecnologico alla BP e all’estrazione petrolifera di Shell (141) alla promozione di stili di vita ad alto consumo (142).
Invece di cercare di soddisfare le richieste di energia rinnovabile delle multinazionali, i governi dovrebbero dare priorità alla fornitura e alla decarbonizzazione dell’uso essenziale di energia elettrica da parte delle famiglie e dei servizi pubblici. Diversi progetti analizzati di energia rinnovabile sviluppati dalle multinazionali verdi in paesi come l’India e il Messico sono stati progettati per soddisfare le esigenze delle grandi imprese multinazionali, sia con sede in un paese ricco o vicine alla élite politica nazionale (143). Mentre, in molti casi, le comunità che vivono intorno a quei progetti – e che sono stati spesso colpite da accaparramento di terra e da altri effetti negativi – ancora non hanno accesso a una fonte affidabile di energia elettrica. (3. Continua)
(*) Traduzione Ecor.Network.
Tratto da:
‘Green’ multinationals exposed
Pratap Chatterjee, Olivier Petitjean, Alfons Perez, Lavinia Steinfort, James Angel.
Transnational Institute, CorpWatch, Observatoire des multinationales, Observatori del Deute en la Globalització
Novembre 2023 – 162 pp.
Immagini:
1) India. La mega centrale solare della multinazionale Adani invade il villaggio Nedan e minaccia le terre sacre locali e i terreni agricoli tradizionali e pascoli. Nell’immagine, tratta da EJ Atlas, una protesta degli abitanti contrastata dalla polizia.
2) Glencore Katanga (RDC). La frana che nel 2016 uccise 7 lavoratori. Immagine tratta da da Industrial Global Union.3) Lavoratori delle aziende messicane di subappalto protestano e bloccano la strada dell’ingresso dello stabilimento del Solar Park Villanueva, chiedendo il pagamento dei loro salari. Immagine tratta da EJ Atlas.
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Note:
100) Environmental Justice Atlas, ‘Adani’s solar power plant taking land away from farmers, Rajasthan, India’, 16 gennaio 2023. Paliwal, A., ‘“It was a set-up, we were fooled”: the coal mine that ate an Indian village’, 20 dicembre 2022. Zaffar, H., ‘India’s Hydropower Zeal is Met With Fierce Resistance on the Ground’, 5 agosto 2023.
101) Jayaraman, N., ‘Large-scale solar can give India a sunburn’, 17 agosto 2020.
102) Ibidem.
103) Greenpeace, ‘Dangerous Pipelines: Enbridge’s History of Spills Threatens Minnesota Waters’, 14 novembre 2018.
104) Mueller-Hsia, K., ‘How an Oil Company Pays Police to Target Pipeline Protesters’, 7 ottobre 2021. Brown, A., ‘Policing the Pipeline’, 12 agosto 2017.
105) Vedi per dettagli il profilo della Enbridge.
106) Telesur, ‘Hondurans indigenous affected by a wind farm’, 8 settembre 2011.
107) Peace Brigades International, ‘Wind Farms and Concerns about Human Rights Violations in Oaxaca’, 14 marzo 2014.
108) Observatorio de Multinacionales en América Latina, ‘The Wind Farm Corridor on the EDF ACCIONA Isthmus of Tehuantepec’, ottobre 2018.
109) Barbesgaard, M. e Withmore, A..,‘Smoke and Minerals: How the mining industry plans to profit from the energy transition’, giugno 2022.
110) Kelly, A., ‘Apple and Google named in US lawsuit over Congolese child cobalt mining deaths’, 16 dicembre 2019. Kiezebring, V., Wilde-Ramsing, J. and Kate, G., ‘Human rights in wind turbine supply chains’, 19 gennaio 2018.
111) The Nation, ‘Protest Camp at Voisey’s Bay’, 29 agosto 1997.
112) Environmental Justice Atlas, ‘Local residents, conservation groups, and the Osage Nation organized the Protect Osage Coalition to oppose the construction of the wind park owned by ENEL’, 2018.
113) Dity, S., ‘Osage community members petition ON government for action on wind turbines’, 2 settembre 2015.
114) Sherriff, L. , ‘Saving Oklahoma’s prairies, a vital weapon against climate change’, 30 novembre 2019.
115) Red Corn, L., ‘Judge rules Enel must produce financial profitability of wind farm’, 11 febbraio 2022.
116) Maughan, T., ‘The dystopian lake filled by the world’s tech lust’, 2 aprile 2015.
117) Kiezebring, V., Wilde-Ramsing, J. and Kate, G., ‘Human rights in wind turbine supply chains’, 19 gennaio 2018.
118) Vedi i profili di Adani Green, EDF, Enbridge, ENDESA, Engie, Iberdrola, JinkoSolar, NextEra, Orsted, Siemens Gamesa, Southern, Tesla and Vattenfall.
119) Morton, A., ‘Evidence grows of forced labour and slavery in production of solar panels, wind turbines’, 28 novembre 2022.
Clean Energy Council, ‘ADDRESSING MODERN SLAVERY IN THE CLEAN ENERGY SECTOR’, novembre 2022.
Gordon, O., ‘The antidote for modern slavery in the renewables supply chain’, 14 giugno 2023.
120) Davidson, B.,‘Labour on the leading edge: A critical review of labour rights and standards in renewable energy’, marzo 2023.
121) Environmental Justice Atlas, ‘Solar Park Villanueva in the desert of Viesca (754 MW, PV) – Coahuila, Mexico’, 2019.
122) Campos, O.., ‘Tras protestas, inauguran en Viesca primer parque solar’, 22 marzo 2018.
123) Kaminsha, I. (2021) ‘Is solar manufacturing a highly automated business?’, 18 May.
124) Murphy, L. and Elima, N. (2021) ‘In Broad Daylight: Uyghur Forced Labour and Global Solar Supply Chains’, May.
125) L’UFICT-CGT (2019) ‘LE SOLEIL BRILLE POUR LA CGT D’EDF RENOUVELABLES!’ 9 April.
126) Ibid.
127) Stumpf, R. (2019) ‘Tesla Has 2 Times as Many OSHA Violations and the 10 Largest US Plants Combined’, 29 May.
128) Ewing, J. and Scheiber, N. (2023) ‘Tesla Fired Buffalo Workers Seeking to Organize, Union Says’, 16 February.
129) Sainato, M. (2023) ‘Tesla fires more than 30 workers after union drive announcement’, 17 February.
130) Scheiber, N. ‘Tesla and Musk Lose Ruling on Factory Union Issues’, 31 March.
131) ITUC. (n.d.) ‘Green & Decent Jobs’.
132) EDF Renewables. (n.d.) ‘Corporate Purchasers’.
133) Ad esempio: EDF renouvelables. ‘EDF Renouvelables signe un contrat de vente d’électricité pour un projet éolien de plus de 200 MW au Canada’, 18 dicembre 2018.
134) Iberdrola. (2020) ‘Iberdrola, spearheading PPAs’, 21 December.
135) Iberdrola. (2022) ‘Iberdrola leads success in UK’s largest offshore wind auction: 7,000 MW with €22.5 billion investment’, 16 January.
136) Clarke, L. (2020) ‘Big Tech’s carbon problem’, 26 November. IEA. (n.d) ‘Fossil Fuels’.
137) Martina, M. (2021) ‘U.S. senator slams Apple, Amazon, Nike, for enabling forced labor in China’, 10 June. https://www.reuters.com/business/retail-consumer/us-senator-slams-apple-amazon-nike-enabling-forced-labor-china-2021-06-10/; and Guzman, C. (2022) ‘Meta’s Facebook Algorithms “Proactively” Promoted Violence Against the Rohingya, New Amnesty International Report Asserts’, 28 September. https://time.com/6217730/myanmar-meta-rohingya-facebook/; and Amnesty International. (2021) ‘UK: Landmark ruling forces Shell to face up to its abuses in Nigeria’, 12 February. https://www.amnesty.org/en/latest/press-release/2021/02/uk-landmark-ruling-forces-shell-to-face-up-to-its-abuses-in-nigeria/; and News Wires. (2023) ‘Ugandans sue TotalEnergies in France for reparations over “human rights violations”’, 27 June. https://www.france24.com/en/africa/20230627-ugandans-sue-totalenergies-in-france-for-reparations-over-human-rights-violations
138) Quando c’è un eccesso di elettricità rinnovabile generata perché la domanda è bassa o perché la rete non è in grado di accogliere l’aumento della produzione rinnovabile, un PPA obbliga il governo a pagare comunque il prezzo più alto, anche se questa energia va sprecata.
139) Ecohz. (2023) ‘PPAs explained: what you should know about Power Purchase Agreements’, 9 February.
140) Iberdrola. (2023) ‘We announce a partnership with Amazon to accelerate a cleaner, smarter energy system’, 29 March.
141) Pisani, J. (2019) ‘Amazon’s growing ties to oil industry irks some employees’, 11 April.
142) Ethical Consumer. (2023) ‘Boycott Amazon’, 28 July.
143) Vedi i profili di Adani Green, EDF, Engie and Iberdrola.
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