Foggia, brucia il Ghetto di Rignano morti due migranti

DUE MORTI! CARBONIZZATI! ma infondo poco male, no? erano neri e magari pure irregolari, “clandestini”! Ancora non lo sappiamo, ancora non sappiamo nulla di loro, nonostante siano morti sotto gli occhi delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, che erano già lì presenti sin dalla sera prima a presidiare lo sgombero del Gran Ghetto di Rignano. Perché la campagna elettorale di Michele Emiliano è iniziata così, a tinte forti.

E allora si procede alla più grande operazione di “decoro” della zona, con cui poi lustrarsi la tessera di partito e candidarsi alla sua guida. Che fine facciano i braccianti, che sono costretti a vivere in quei luoghi per essere facilmente disponibili per qualsiasi opportunità lavorativa.. poco importa. Ora, dove andranno e come riusciranno a vivere, queste sono questioni di secondaria importanza, a quanto pare. E se poi la situazione sfugge di mano, e a rimetterci la vita sono due giovani, che come ognuno di noi prova a darsi qualche chance ad una vita di merda, fuggendo da qualsiasi parte nel mondo per ricominciare…beh, questi sono i “danni collaterali” della guerra contro la criminalità organizzata! È così che i media ci raccontano la storia ed è così che i politici giustificano le loro responsabilità. Questa storia è più grande di quanto sembri, non è solo una questione di mafia, non è solo una questione di migranti neri, gialli, rossi, regolari o “clandestini”… riguarda tutti noi, riguarda il paese tutto, riguarda quelle politiche che in nome del rilancio e dello sviluppo ci stanno affossando, ci vogliono rendere sempre più servi, ricattabili e disponibili allo sfruttamento. Ad essere rilanciata qui è solo la ricchezza di pochi che però si basa sulla nostra pelle…sul nostro sangue

Ripubblichiamo il post del Comitato Lavoratori delle Campagne su quanto accaduto stanotte e con tutta la nostra rabbia, anche per noi: “Questi morti gridano giustizia. E finché giustizia non sarà, non potrà esserci pace!”

https://www.facebook.com/comitatolavoratoridellecampagne/videos/1332995326766589/

Questa notte un nuovo gravissimo episodio è accaduto al Ghetto di Rignano. Due persone sono morte in un incendio. Dalla notte del 28 Febbraio è in atto una maxioperazione di sgombero che sta coinvolgendo più di 700 persone. Dopo la prima giornata, in cui 100 persone sono state deportate in due strutture site nel territorio del comune di San Severo, la polizia ha avuto difficoltà a procedere con lo sgombero. Nonostante i tentativi di deportazione forzata, e le false promesse di documenti e lavoro a chi avesse lasciato volontariamente il Ghetto, i lavoratori e le lavoratrici lì presenti non hanno accettato di lasciare le loro case senza una reale alternativa immediata e praticabile. Intanto perché i posti disponibili nelle due strutture non sono sufficienti per tutte e tutti, e poi perché senza un sistema di trasporto da e per i luoghi di lavoro abbandonare il ghetto significa perdere qualsiasi possibilità di sostentamento, per quanto misera. Per non parlare della condizione delle donne, che hanno ancora meno opportunità di reddito al di fuori del sistema dei ghetti. Ma a tutti coloro che sono rimasti è stato impedito di accedere alle loro case, anche solo per recuperare gli effetti personali, ed hanno passato notti all’addiaccio. Per questo nella giornata di ieri, 2 marzo, si è mosso un corteo spontaneo che dal Ghetto ha raggiunto la Prefettura al centro di Foggia. I manifestanti hanno ottenuto che una delegazione fosse ricevuta dai rappresentanti del governo e della polizia, ma l’esito dell’incontro è stato negativo, e la Prefettura ha confermato la volontà di procedere allo sgombero. Stanotte ci sono state nuove tensioni, fino ad arrivare allo scoppio di alcuni incendi. In uno di questi sono morte carbonizzate due persone, ancora da identificare.

L’incendio, secondo i tanti lavoratori lì presenti che ce l’hanno testimoniato, è stato appiccato dalle forze dell’ordine, con la finalità di intimorire ulteriormente i presenti a lasciare quel posto. E’ praticamente impossibile in queste ore documentare quanto sta accadendo, perché è impossibile a chiunque superare i cordoni di sicurezza della polizia. Nemmeno la stampa ha facoltà di esercitare il diritto/dovere di cronaca. Ma gli abitanti del ghetto si rifiutano di consegnare i loro morti alle autorità fino a quando non emergerà la loro versione dei fatti.

Si continua poi a sostenere, in malafede, che ci sono sistemazioni alternative per tutti. E non riusciamo a toglierci dalla testa che dopo un inverno in cui le persone sono state abbandonate a loro stesse, in balia delle intemperie e degli incendi, a primavera e in concomitanza con la campagna elettorale di Michele Emiliano per la scalata a quel che resta del PD si proceda con un’operazione che ha sapore di propaganda, ma che evidentemente è sfuggita di mano. A pagarne le conseguenze, però, sono sempre coloro che il sistema vorrebbe deboli e muti.

Questi morti, gli ennesimi che siamo costrett* a piangere, sono sulle coscienze di chi sfrutta le persone a fini politici, di chi le sfrutta sul lavoro, di chi ne fa un fenomeno da baraccone, di chi con leggi criminali crea marginalità, segregazione, ricatto. Nessuno si azzardi a dire che è colpa loro, che l’incendio è stato appiccato da qualche abitante del ghetto, che le persone si sono rifiutate di andarsene nonostante gli sia stata offerta un’alternativa. Quell’alternativa è un’invenzione, qui si gioca con la vita delle persone, una vita che evidentemente non conta nulla. I responsabili hanno nomi e cognomi – e la lista è lunga. Siedono alla presidenza della Regione Puglia, al Ministero dell’Interno, nelle Questure e in tutti i palazzi del potere, ma anche nei posti di comando delle loro aziende, con sede in mezzo mondo.

Il vostro Made in Italy è sporco del nostro sangue!

Questi morti gridano giustizia. E finché giustizia non sarà, non potrà esserci pace.

 

Domani 4 MARZO 2017 ALLE ORE 11, in Piazza dell’Esquilino a Roma

Presidio di solidarietà
AL FIANCO DI CHI RESISTE NEL GRAN GHETTO DI RIGNANO

Lo Stato deporta, sgombera e uccide.
La lotta delle persone immigrate in provincia di Foggia è la lotta di ognuno di noi.

ORE 11 PRESIDIO A PIAZZALE ESQUILINO

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