Gaza, il Nord della Striscia è stato raso al suolo. Il paragone con Bakhmut è impietoso

Media, politici e intellettuali di regime che si sono scagliati contro la distruzione di Bakhmut in Ucraina, ora sono silenti, se non addirittura apologetici, a fronte della ben più grande e completa devastazione del nord della Striscia di Gaza. I dati e le immagini comparate sono agghiaccianti e inequivocabili.

Il confronto tra Gaza e Bakhmut svela il vero obiettivo di Israele: non la vittoria militare, ma la pulizia etnica.

Il 17 agosto Israele ha finalmente concesso a un team dell’ONU di entrare nel nord della striscia di Gaza. Gli operatori umanitari ne hanno approfittato per girare un video agghiacciante che mostra la più completa distruzione che si possa immaginare.

Today in north #Gaza, home after home flattened.

I was next to a young boy as a strike whistled above us. He froze, eyes wide open. It hit nearby & he just stood there, paralysed by fear.

What’s left for children here? Constant displacement, among constant unimaginable horror. pic.twitter.com/bQvS4uLfOv

— Louise Wateridge (@UNWateridge) August 17, 2024

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Si potrebbe pensare che questa sia la logica conseguenza di una prolungata battaglia urbana, ma in realtà non è così. Per capirlo può essere utile il confronto con la distruzione di Bakhmut, in Ucraina: una città di 70.000 abitanti, ovvero meno di un decimo degli abitanti del nord di Gaza, dove per dieci mesi si sono scontrati due degli eserciti più potenti del mondo senza esclusione di colpi, in quella che alcuni esperti hanno definito la battaglia di fanteria più sanguinosa dalla seconda guerra mondiale in poi.

Le armi usate a Bakhmut non erano “intelligenti”: artiglieria, carri armati, bombardamenti aerei a profusione senza restrizioni. Le stime delle vittime parlano di varie decine di migliaia di militari uccisi da ambo le parti, ma i civili uccisi (secondo le fonti ucraine) sono stati “solo” (con migliaia di virgolette) 204, di cui 4 bambini.

Non solo: nonostante la ferocia inaudita dei combattimenti e gli spaventosi danni agli edifici, il panorama di Bakhmut è chiaramente differente dalla devastazione assoluta del nord di Gaza. Tutti gli edifici portano molteplici segni di bombe e proiettili ma le strutture sono in larga parte ancora in piedi, come si può vedere dal secondo video qui sotto, girato al termine della battaglia.

Le strutture in cemento armato sono infatti molto robuste, e per demolirle in toto bisogna agire in modo deliberato distruggendo i pilastri di sostegno, cosa molto difficile da realizzare con bombe o proiettili di artiglieria.

Before Putin 🇷🇺 came this was the peaceful 🇺🇦 city of Bakhmut. pic.twitter.com/CaKdp6UT2n

— Carl Bildt (@carlbildt) June 22, 2023

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Per confronto, nel nord di Gaza ci sono state più di metà delle almeno 40.000 vittime palestinesi, tra cui circa 28.000 (il 70%) donne e bambini, e dal primo video si vede con chiarezza che la stragrande maggioranza degli edifici (che in numero sono circa dieci volte tanto quelli di Bakhmut) non è semplicemente pesantemente danneggiata da bombe e colpi di artiglieria, ma letteralmente “flattened”, rasa al suolo, e persino le strade sono state distrutte.

Questo significa che la distruzione totale del nord di Gaza non è affatto una necessità bellica o una naturale conseguenza di combattimenti in aree urbane, ma il risultato di un deliberato sforzo di demolizione di tutti gli edifici e le strutture civili per rendere la zona inabitabile ed espellerne gli abitanti in via definitiva.

Di fronte a un simile confronto, diventa molto difficile capire come mai i media, i politici e gli intellettuali di regime italiani che si sono scagliati con veemenza e continuità contro la distruzione di Bakhmut ora siano praticamente silenti, se non addirittura apologetici, a fronte della ben più grande e completa devastazione del nord della Striscia e della contestuale uccisione di migliaia e migliaia di innocenti.

Viene da pensare che questo doppio standard non derivi da ingiustificabile ignoranza o colossale stupidità, ma semplicemente da un totale menefreghismo verso le vittime palestinesi e da una cieca obbedienza ai desiderata della criminale classe dominante dell’Occidente, per avere in cambio miserabili privilegi materiali intrisi di fiumi di sangue innocente.

Alessandro Ferretti

20/8/2024 https://www.kulturjam.it/

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