General Strike Now! La situazione degli scioperi nel Regno Unito

Dopo una serie di negoziazioni favorevoli, i lavoratori delle ferrovie non prevedono nuovi scioperi, così come gli insegnanti della National Education Union, che però considera ‘offensiva‘ l’ultima proposta salariale. Molti altri scioperi si preparano per i prossimi mesi: 1,400 lavoratori dell’aeroporto di Heathrow (sindacato Unite) sciopereranno per dieci giorni dal 31 marzo in poi; i dottori, dall’11 al 15 aprile; mille lavoratori e lavoratrici degli uffici passaporti sciopereranno tra il 3 aprile e il 5 maggio; centomila impiegati pubblici di 214 uffici, iscritti al sindacato PCS, sono già in sciopero per un aumento del 10%, pensioni, sicurezza sul lavoro, e contro i tagli al personale; gli istruttori di guida, sempre del PCS, faranno giornate di sciopero in tutto il Regno Unito.   

Come tutti sanno, il Regno Unito è nei guai. I conservatori sono stati al potere per tredici anni e sono attualmente al loro quinto primo ministro. Quando si chiede loro di spiegare perché il paese sia diventato uno zimbello globale, danno la colpa alla pandemia e alla guerra in Ucraina. L’elefante nella stanza ovviamente è la loro Brexit, più i loro tagli alle spese sociali. La lista attuale dei lavoratori in sciopero nel Regno Unito è impressionante; tra di essi, una battaglia importante e di lunga durata è quella dei lavoratori delle ferrovie. I conservatori rispondono alle richieste di aumenti dei salari in linea con l’inflazione con la retorica neoliberale secondo cui chi sciopera danneggia il diritto degli altri di fare la propria vita normale; ora sono obbligati a negoziare, ma allo stesso tempo propongono di rendere ancora più difficile lo stesso atto di scioperare. Ciononostante, i lavoratori difendono i loro diritti e uno sciopero generale è probabile.

Tra i lavoratori attualmente in sciopero o pronti a iniziare uno sciopero ci sono: impiegati pubblici, insegnanti, universitari, infermieri, dottori, personale delle ambulanze, lavoratori delle ferrovie e degli uffici passaporti. Anche solo la minaccia dello sciopero dei lavoratori essenziali è sufficiente a mettere in difficoltà il funzionamento di un paese; ma l’anno scorso il governo ha minacciato una politica di mano dura, cioè il rifiuto di ogni negoziazione. Lo sciopero che ne è seguito ha paralizzato il Regno Unito: il Centre for Economics and Business Research ha affermato che tra giugno e novembre dell’anno scorso ci sono stati più giorni di sciopero che in qualunque altro momento degli ultimi trent’anni. Quest’anno, il primo febbraio mezzo milione di impiegati pubblici erano ai picchetti, per la semplice ragione che l’aumento di salario del due per cento proposto non sostiene l’inflazione che sta salendo al dieci per cento. Con i prezzi delle bollette in crescita, molte persone si trovano in una crisi da carovita. A questo ha contribuito un decennio di politiche di austerità dei conservatori. Il Progressive Economy Forum calcola che abbia causato oltre un bilione di sterline (540 miliardi) di tagli tra il 2010 e il 2019.

Si tende a non ammettere l’impatto drammatico sull’economia della Brexit, che ha tagliato delle catene di domanda e offerta legate all’Europa. Tra le altre cose, sono saliti i prezzi nei supermercati. Ma il punto è che i votanti non riconoscono velocemente quanto sia volubile la retorica dei conservatori: gli stessi politici che durante il lockdown avevano lodato come degli eroi i lavoratori essenziali, i quali avevano accettato volontariamente il blocco dei salari, ora li accusano di tradimento.

Alcuni scioperi hanno già portato a delle vittorie: gli avvocati si sono rifiutati di prendere nuovi casi, paralizzando il sistema giudiziario (e bloccando il funzionamento del Regno Unito come sistema democratico), finché hanno ottenuto un aumento di salari del quindici per cento. Gli autisti degli autobus di Londra hanno accettato un aumento salariale dell’undici per cento e i sanitari scozzesi hanno negoziato un aumento del sette per cento. Sembra inevitabile che anche altri lavoratori essenziali come infermieri e insegnanti vedranno finalmente soddisfatte le loro richieste, anche se con riluttanza. Ma c’è altro in gioco, oltre agli aumenti salariali: universitari e universitarie sono in sciopero contro i tagli alle pensioni e contro i continui attacchi alla loro capacità di insegnare; infermieri e infermiere sono stanche di continuare a far girare senza risorse un sistema sanitario nazionale in fallimento. Dobbiamo anche ricordare quanto sia difficile ora scioperare. Da quando i conservatori hanno lanciato il Trade Union Act del 2016, un sindacato che voglia votare per lo sciopero deve avere un cinquanta per cento di partecipazione, e in caso di lavoratori essenziali la soglia a favore deve superare il quaranta per cento dei votanti.

Gli scioperi delle ferrovie, da soli, sono l’azione sindacale più grande avvenuta nel Regno Unito fin dal 1989. Una negoziazione di lunga durata su orari e salari, basata sul fatto che i capi cercavano di tagliare e risparmiare su tutto quello che potevano, è sfociata in uno sciopero. Visto che gli scioperi sono difficili da organizzare legalmente, da anni si usano altre tattiche come le giornate di malattia. Diversi sindacati sono coinvolti nella disputa. Siccome le diverse organizzazioni rappresentano settori diversi del lavoro nelle ferrovie, i temi specifici possono essere complessi, ma alla base le cose sono semplici: i lavoratori vogliono salari in linea con l’inflazione, e si oppongono anche alle misure per la riduzione dei costi. Uno dei modi con cui si massimizza il profitto a costo della sicurezza sui treni è togliere i capotreni, lasciando i macchinisti come unico personale sul treno.

Grazie alla privatizzazione del sistema ferroviario a metà anni Novanta, l’intero sistema è un caos di compagnie in competizione tra loro. Il mito che la competizione avrebbe beneficiato i consumatori è stato sfatato crudelmente, visto che molte compagnie sono fallite o si sono tenute i sussidi pubblici, mentre i treni arrivano tardi o sono stati proprio cancellati. La Network Rail gestisce l’infrastruttura generale, e ci sono più di quindici compagnie che gestiscono i servizi di viaggio in tutto il paese (con ancora altre compagnie che forniscono il materiale rotabile). Come sempre, il governo aveva scelto di non negoziare, e inevitabilmente ne sono scaturite giornate di sciopero. Queste azioni hanno paralizzato la rete di trasporti britannica (l’Irlanda del Nord ne è rimasta fuori) e il governo ha scelto di incolpare i lavoratori per le interruzioni.

È difficile sapere quanto sostegno abbiano i sindacati nell’opinione pubblica, quando tutto il peso dell’establishment politico e dei media mainstream è orientato contro di loro, ma si può credere che la maggior parte delle persone siano dalla loro parte (gli infermieri, in particolare, hanno un grande sostegno). Keir Starmer, leader del Partito laburista, ha accelerato la fine del suo partito come forza politica coerente, spingendo i suoi membri a non partecipare agli scioperi.

Gli scioperi naturalmente sono l’ultima risorsa per i lavoratori. Sono un componente chiave dei diritti del lavoro; ma nel Regno Unito i conservatori hanno ripetuto a pappagallo la retorica neoliberale secondo cui gli scioperi sono semplicemente una mancanza di considerazione verso il diritto delle persone buone e oneste a consumare come d’abitudine. Questo modello è già stato seguito alcuni anni fa, quando i lavoratori postali sono stati criticati per aver impedito a dei nonni immaginari di ricevere le cartoline di Natale in tempo! Quando era primo ministro, Boris Johnson aveva chiamato gli scioperi “innecessari”, e il nuovo primo ministro Rishi Sunak ha rivelato la sua posizione elitista sostenendo di avere avuto amici nella classe lavoratrice, ma correggendosi subito dopo. Ovviamente non ne ha. Dall’altro lato, l’allora primo ministro scozzese Nicola Sturgeon, ha commentato: “Dobbiamo negoziare una risoluzione equa a queste dispute, soprattutto in tempo di inflazione – visto che nel Regno Unito l’inflazione è cresciuta per la follia della Brexit”.

Grant Shapps è un buon esempio del calibro delle persone che attualmente governano il Regno Unito. Nel passato era stato scoperto che con degli pseudonimi promuoveva dei metodi sospetti per diventare ricchi velocemente, e che aveva accettato tangenti da una compagnia di blockchain. Ha editato la sua stessa pagina di Wikipedia dal suo ufficio parlamentare, per togliere questa informazione. Shapps ha fatto parte del governo per diversi periodi, tra cui un incarico record come ministro dell’interno per appena sei giorni durante la debacle di Liz Truss. Ora è ministro per la sicurezza energetica e sta cercando di far passare un decreto altamente criticato, lo Strike (Minimum Service Level) Bill. In breve, questa legislazione repressiva permetterebbe al governo di limitare gli scioperi in comparti essenziali determinando (con provvedimenti ad hoc) che alcuni lavoratori non possono scioperare in settori come la sanità, i vigili del fuoco, il trasporto, l’educazione, la sicurezza delle frontiere, e il nucleare. Come saranno effettivamente applicati questi requisiti è lasciato intenzionalmente opaco, così il governo potrà imporre qualunque misura ritenga necessario. Sappiamo che sarà in grado di scavalcare i sindacati, e per questo viene considerato un attacco contro i diritti umani.

Mentre è certamente vero che altri paesi europei hanno già fissato quali sono i loro livelli di servizi minimi, da nessuna altra parte le prospettive sono così cupe. I membri dei sindacati e i lavoratori in sciopero sono continuamente demonizzati dalla stampa britannica, come se fossero dei dinosauri che fanno richieste irrazionali. La falsità di questo approccio è stata mostrata senza pietà l’anno scorso dal segretario generale dell’RMT Mick Lynch, quando in diversi dibattiti televisivi ha ridicolizzato vari rappresentanti dei conservatori, diventando rapidamente una celebrità. Semplicemente per aver detto la verità ai potenti.

I lavoratori essenziali assicurano i servizi pubblici. Per questo devono essere trattati bene e pagati in linea con l’inflazione, altrimenti non può stupirci che scioperino. Le notizie sugli scioperi tendono a non attraversare le frontiere nazionali, eppure lo sciopero generale provocato dall’aumento dell’età pensionabile in Francia ha garantito l’attenzione globale. La questione è se avremo uno sciopero generale qui nel Regno Unito. L’ultimo è stato nel 1926; ora andiamo nella stessa direzione. A differenza della maggior parte dei paesi europei il diritto di sciopero non è garantito dalla legge, e i governi che si sono succeduti hanno imposto restrizioni stringenti alla possibilità di organizzare scioperi. I sindacati non devono dubitare della rabbia popolare, né del sostegno pubblico verso un cambiamento radicale. Sciopero generale ora! (etc dee)

29/3/2023 https://napolimonitor.it/

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