Giornata mondiale contro l’AIDS

“Equalize”: uno slogan che è una chiamata all’azione per la Giornata mondiale contro l’AIDS 2022. La pandemia da COVID-19 ha contribuito ad aumentare e perpetuare le disuguaglianze, anche nell’accesso alla contraccezione, nei servizi di testing per l’HIV e le altre infezioni sessualmente trasmesse (IST), e in quelli dedicati alla diagnosi, trattamento e follow-up. In questi anni di crisi pandemica, l’attenzione verso patologie diverse da COVID-19, inclusa l’HIV, è calata drasticamente: in Italia, la visibilità pubblica e sociale rivolta all’HIV e ai (nuovi) modi per prevenire la trasmissione era già in calo da anni, contribuendo a ridurre la percezione del rischio nella popolazione generale.

Nel 2021, nel nostro Paese, le nuove infezioni da HIV sono state 1770, per la maggior parte con modalità di trasmissione eterosessuale (44%), seguita da quella di maschi che fanno sesso con maschi (39,5%)(1). L’incidenza è in calo già dal 2020, ma questi dati potrebbero essere sottostimati proprio a causa di una possibile mancata diagnosi durante il periodo pandemico. La fascia d’età in cui si è verificato il numero più alto di casi è quella 30-39 anni, circa 4 volte in più nel sesso maschile rispetto al femminile, mentre si conferma la diminuzione del numero di casi fra persone straniere. Dal 2015 è invece in costante aumento il numero di persone in cui l’HIV viene diagnosticata tardivamente (con bassa conta di CD4 o in AIDS): nel 2021 ben un terzo delle persone con nuova infezione ha scoperto di avere l’HIV a causa dei sintomi correlati. A questi dati possono contribuire, oltre alla scarsa attenzione mediatica, lo stigma e il timore di essere discriminati a seguito della diagnosi, e la scarsa conoscenza dell’HIV e più in generale delle infezioni sessualmente trasmesse (IST). Secondo diversi studi, i giovani in Italia hanno una scarsa conoscenza dei diversi ambiti della salute sessuale, un uso scarso e inconsistente di preservativi e contraccezione, una bassa conoscenza e accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva (es. consultori familiari) (2), ed elevati livelli di violenza di genere e di omolesbobitransnegatività (3). Non c’è inoltre solo l’HIV: nel 2020, le IST più frequentemente segnalate nei giovani di età 15-24 anni sono state: i condilomi ano-genitali (41,1%), l’uretrite gonococcica (11,5%), la cervicovaginite da clamidia (11,2%) e l’uretrite da clamidia (9,5%).

Alice Chinelli, Virginia Casigliani, Lara Tavoschi

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1/12/2022

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