Giustizia per le vittime dell’amianto
MARTEDI’ 15 PRESIDIO CORTE DI CASSAZIONE ROMA
LA VITA COS’E’? I DIRITTI COSA SONO? SI PUO’ MORIRE PER IL LAVORO? E’ PIU’ IMPORTANTE IL PROFITTO O LA SALUTE? DEVONO PAGARE SEMPRE I PIU’ DEBOLI?
Eppure nelle aule dei Tribunali è scritto chiaro
Quanti di noi hanno potuto rilevare, considerate le sentenze emanate nei confronti dei lavoratori ex esposti, dei lavoratori deceduti, per esposizione alle fibre Killer, dei familiari deceduti, che questa sia stata rispettata?
Quanti datori di lavoro sono stati condannati?
– il processo Eternit, ad avviso dei giudici di legittimità, è iniziato quando il delitto di disastro innominato ex art. 434 c.p. era in effetti già prescritto. – “nel caso in esame la consumazione del reato di disastro non può considerarsi protratta oltre il momento in cui ebbero fine le immissioni delle polveri e dei residui della lavorazione dell’amianto prodotti dagli stabilimenti della cui gestione è attribuita la responsabilità all’imputato: non oltre, perciò, il mese di giugno dell’anno 1986, in cui venne dichiarato il fallimento delle società del gruppo”. – Il termine di prescrizione del delitto ex art. 434 c.p. – pari nel massimo a 15 anni, se si computano anche gli atti interruttivi – aveva dunque iniziato a decorrere nel 1986, ed era pertanto abbondantemente spirato prima che venisse pronunciata la condanna di primo grado, nel 2012.
IL PROCESSO A CARICO DEGLI EX AMMINISTRATORI DELLA FIBRONIT DI BRONI
– la Corte d’Appello di Milano, in riforma della sentenza di primo grado pronunciata dal GUP di Pavia, ha assolto due ex amministratori della Fibronit S.p.A. (poi s.r.l.) dai delitti di disastro innominato colposo
aggravato dalla previsione dell’evento (artt. 61 n. 3, 434 e 449 c.p.) e di omicidio colposo plurimo aggravato dalla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e dalla previsione dell’evento (artt. 61 n. 3, 589 co. 1, 2 e 4 c.p.), in relazione agli eventi lesivi per l’ambiente e per la vita e integrità fisica di una pluralità di soggetti, cagionati – in ipotesi d’accusa – dall’immissione su vasta scala, in ambienti di lavoro e in ambienti di vita, delle polveri dell’amianto impiegato nel ciclo produttivo di uno degli stabilimenti della società, con sede a Broni. – In particolare, ai due imputati veniva contestata l’omessa predisposizione delle misure preventive e di sicurezza necessarie per contenere l’esposizione ad amianto degli operai impiegati nello stabilimento di Broni, dei familiari loro conviventi e degli stessi residenti del comune pavese; omissione che, dando luogo a un’esposizione continuativa all’amianto di una pluralità di soggetti, avrebbe non solo cagionato un disastro ambientale e messo in pericolo la pubblica incolumità, ma anche causato il verificarsi di plurimi decessi e l’insorgenza di patologie asbesto-correlate tra i soggetti esposti all’agente cancerogeno. – Ebbene, con la sentenza dello scorso ottobre 2017, i giudici della Corte d’Appello di Milano, da un lato, hanno dichiarato l’estinzione del reato di disastro colposo per intervenuta prescrizione e, dall’altro lato, hanno assolto gli imputati dai restanti reati loro ascritti con la formula “perché il fatto non costituisce reato”,
– Amianto, processo Olivetti: tutti assolti nel processo di appello. I giudici: “Fatto non sussiste”
– 14 casi di decesso per malattie legate alla “fibra killer” utilizzata nei processi produttivi. Secondo l’accusa il talco contaminato da tremolite d’amianto sarebbe stato “sostituito con grave ritardo, soltanto cinque anni dopo”. Per i giudici di secondo grado il “fatto non sussiste”
Tumori da amianto: a Taranto il maggior numero di decessi in Puglia. – in Puglia 1191 casi di tumori da amianto, il 40% a Taranto. 472 i casi di mesotelioma registrati tra i residenti a Taranto nel periodo 1993-2015 – “sono 472 i casi di mesotelioma registrati tra i residenti di Taranto nel periodo 1993-2015. – Complessivamente in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1191 mesoteliomi e di questi il 40% sono a Taranto. Uomini e donne morti a Taranto a causa dell’amianto una vera strage che si è consumata nel tempo e con decessi inarrestabili”.
– Amianto, Cassazione conferma assoluzione agli ex manager Pirelli
– Assoluzione confermata in Cassazione per 7 ex manager della Pirelli finiti sotto processo in relazione ai decessi per tumore di una ventina di operai, legati, secondo l’accusa, all’esposizione all’amianto negli stabilimenti milanesi di viale Sarca e via Ripamonti. – La quarta sezione penale della Suprema Corte ha infatti rigettato i ricorsi presentati dalla Procura generale di Milano e dalle parti civili contro la sentenza pronunciata dalla Corte d’appello milanese il 24 novembre 2016. Le assoluzioni pronunciate dai giudici di secondo grado avevano ribaltato il verdetto di condanna emesso dal tribunale nel luglio 2015 nei confronti degli imputati, che erano stati alti dirigenti della Pirelli tra gli anni ’70 e ’80.
OLTRE TUTTO NON POSSIAMO DIMENTICARE I DECESSI DELLA BREDA – DELL’ENEL DI TURBICO – DELL’ALFA ROMEO – DELLA FIAT – DELLA FIAT FERROVIARIA DI SAVIGLIANO – DELLA MARINA MILITARE. DELLE FERROVIE DELLO STATO – DEI CANTIERI NAVALI E DI TUTTE LE INDUSTRIE CHE A VARI TITOLI HANNO ADOPERATO AMIANTO IN CORDE O FRIABILE.
QUANTI SI SONO CHIESTI PRIMA DI EFFETTUARE I PROCESSI L’AMIANTO COSE’? DOVE VENIVA ADOPERATO? COME E’ STATO USATO? QUANTI I DECESSI PER PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE? QUALI LE PATOLOGIE ASBESTO RICONOSCIUTE L’Amianto lo si trova: dai prodotti in Amianto – Cemento, alle coibentazioni di tubazioni di impianti produttivi, alle guarnizioni delle testate dei motori, ai freni delle auto e dei vagoni e delle locomotrici delle ferrovie, nei tessili, nei giocattoli, nelle corde, ai rivestimenti di tetti, etc. È l’amianto, il killer silenzioso che procura circa 3.000 vittime ogni anno in Italia, 1.200 per mesotelioma
NOI NON CHIEDIAMO IL CIELO NE I MIRACOLI, SOLO EQUA GIUSTIZIA, IL RICONOSCIMENTO DEI NOSTRI DIRITTI, DELLA NOSTRA DIGNITA’ E LA CONDANNA DI COLORO CHE HANNO, PER ANNI, MESSO IN RILIEVO E PREFERITO IL PROFITTO ALLA TUTELA DELLA SALUTE
C.N.A. COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO
15/5/2018
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