Gli operatori sanitari nella seconda ondata

Guardando la Figura 1 si resta sconcertati. Il personale sanitario sta pagando ancora il più grande tributo di infezioni di COVID-19 nella nostra società. Pari al 4,3% del totale delle infezioni in Italia. Tenendo conto che il personale sanitario nel nostro Paese è inferiore all’1% della popolazione, significa che il rischio infettivo per i sanitari in questa epidemia è di circa 5 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Per buona pace di quei Direttori generali (pochi per fortuna) che si sono permessi di affermare che il personale sanitario si infetta per lo più “fuori dal servizio”. Se fosse così avremmo una incidenza sovrapponibile alla popolazione generale e invece tale enorme differenza non può essere spiegata interamente con il numero superiore di tamponi al personale sanitario rispetto alla comunità.

Che cosa dunque non sta funzionando? Vediamo di ripercorrere un po’ di storia: nei primi mesi di epidemia vi era il problema sia materiale che “tecnico” riguardo l’uso delle mascherine. Il primo legato all’assenza di approvvigionamenti e alla difficoltà di reperire sul mercato quantità sufficienti sia delle chirurgiche che delle FFP2/3. (Ricordiamo tutti i proclami della Protezione civile sull’imminente arrivo di quantità enormi di mascherine che si spostava di settimana in settimana come per l’arrivo di Godot).

Claudio Berltramello

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11/17/2021 https://www.saluteinternazionale.info

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