Gli “strani traffici” ed interessi nascosti della Commissione Europea
Miliardi per le dosi
È dall’inizio della pandemia, che la dirigenza della Commissione Europea (CE) si è affrettata a combattere attivamente il nuovo virus. Per far ciò, hanno deciso letteralmente di arricchire le case farmaceutiche americane. E il processo di trattative sulla fornitura di medicinali e di un vaccino, che, di fatto, non esisteva ancora, è andato avanti a porte chiuse. Ma gli europei erano talmente spaventati dalla prima ondata di Covid e dalle sue conseguenze da aver accettato quasi tutto. Si sono svegliati solo quando si è saputo che Bruxelles aveva firmato un contratto con BioNTech-Pfizer per l’acquisto di 1,8 miliardi di vaccini, per oltre 35 miliardi di euro. Il tutto doveva essere consegnato nel 2021-2023.
I termini dell’accordo sono tuttora un mistero. Solo alcuni mesi dopo le trattative, la CE, apparentemente per motivi di sicurezza, ha pubblicato una versione sostanzialmente redatta dell’accordo. Non c’è nulla, in esso, riguardo i prezzi, le modalità di pagamento, il controllo della qualità, la responsabilità delle parti e il risarcimento dei danni.
Nell’aprile 2021 il New York Times ha pubblicato un pezzo devastante sulla corrispondenza informale (via SMS e in uno dei messenger) tra la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il capo dell’azienda farmaceutica americana Pfizer, Albert Burla. Questa corrispondenza, però, non è mai stata pubblicata. Già alla fine di giugno di quest’anno Bruxelles aveva annunciato ufficialmente di non avere a disposizione l’intero testo delle comunicazioni. Tutto ciò nonostante l’indagine che ha portato a riconoscere le azioni della CE come “gestione poco scrupolosa”, e le raccomandazioni del mediatore europeo Emily O’Reilly.
Ma alla fine, da cosa è stato causato un tale clamore? Alcuni dati dell’accordo con BioNTech-Pfizer sono trapelati ai media. Il prezzo del primo lotto di vaccino (300 milioni di dosi) è aumentato da 15,5 a 17,5 euro per dose, per il resto, in un contratto a parte, fino a 19,5 euro, sebbene gli esperti abbiano stimato il costo di produzione dei vaccini mRNA non superiore a 2,85 dollari.
Tra i personaggi di primo piano, il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha reagito con veemenza a queste informazioni. E la stampa rumena ha semplicemente puntato il dito contro il responsabile di un affare così poco vantaggioso. Il giornale Active News ha spiegato il generale imbarazzo in Europa: “In primo luogo, perché la quantità dei vaccini è tre volte l’attuale popolazione dell’Unione Europea. In secondo luogo, perché la fine del 2023, data di scadenza del contratto, coincide con la fine del periodo di sperimentazione del vaccino, che si è deciso di effettuare con procedura d’urgenza. In terzo luogo, ma la von der Leyen da dove sa che la pandemia durerà fino al 2023 e che all’Europa non resteranno vaccini in esubero pari a decine di miliardi di euro?” In breve, l’Unione Europea ha pagato più del dovuto 6,5 miliardi di euro.
Marito e moglie – un solo satana
Sembrerebbe, che tutti si siano aggrappati a Ursula von der Leyen! Bene, in preda al panico, hanno pagato più del dovuto il vaccino. Non sono corsi in Russia per lo Sputnik a buon mercato, ma hanno preferito la Pfizer d’oltremare. Tutto può essere spiegato da motivi geopolitici “santi”. Tuttavia, ci sono sfumature che non possono essere spiegate agli europei.
Il capo della CE (la von der Leyen) ha il marito, Heiko von der Leyen, che lavora per l’azienda americana di biotecnologie Orgenesis. E poi, come si suol dire, basta tener d’occhio una serie di coincidenze. Il vaccino BioNTech-Pfizer è stato sviluppato sulla base dell’mRNA, il quale, una volta entrato nelle cellule, innesca la produzione di proteine che provocano la risposta immunitaria dell’organismo. Su simili studi è impegnata anche Orgenesis. Nel giugno 2020 la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha stipulato un accordo con BioNTech per fornire un prestito di 100 milioni di euro per lo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus. E già a settembre Heiko von der Leyen veniva promosso a direttore medico di Orgenesis. L’azienda stessa collabora attivamente con aziende medico-biologiche e università legate a Pfizer, ad esempio, con la Johns Hopkins e la Columbia University, che sono membri della rete dei centri di terapie innovative della Pfizer. Inoltre, anche i tre maggiori azionisti istituzionali di Pfizer (Vanguard Group Inc, Blackrock e State Street Corporation) hanno partecipazioni in Orgenesis. Qui, la questione può essere girata a piacimento, ma il conflitto d’interessi è visibile anche ai ciechi.
Ma tutte queste sono sciocchezze nei confronti di un’altra coincidenza: Orgenesis, creata nel 2012, è stata un’impresa in perdita fino a quando il marito di Ursula von der Leyen non ne ha assunto la carica di direttore medico. Nel 2021, i ricavi dell’azienda sono aumentati del 364%, da 7,7 a 35,5 milioni di euro. Hanno cercato di spiegarlo con il successo della piattaforma innovativa POCare (una rete di centri specialisti che dovrebbe ridurre i costi dei ricercatori, velocizzare il lancio di nuovi farmaci sul mercato e su di loro ampliare l’accesso ai pazienti). Ma ecco il problema: la piattaforma stessa è solo in fase di sviluppo. Allo stesso tempo, Orgenesis riceve sostegno finanziario dagli Stati membri dell’UE e dal budget dell’UE, le cui spese sono gestite, ancora una volta, dalla moglie del signor Heiko.
La reputazione di Ursula
In questa storia è bello il fatto che, al consorte di Von der Leyen abbia “giocato un brutto tiro” la reputazione della stessa Ursula. In primo luogo, anche in Germania, dove lei è stata ministro della Difesa (e molto atlantista), le sue qualità imprenditoriali non erano molto apprezzate. In un primo momento, la nomina di una ginecologa a questa posizione nel 2013 è stata percepita con un sorrisetto: ma se è un’amica della cancelliera Angela Merkel, perché essere sorpresi. Ma dopo cinque anni del suo operato, la gente ha smesso di sorridere: nel 2014, durante le manovre NATO in Norvegia, i soldati tedeschi usavano “scope” al posto dei fucili, e quando Ursula lasciò l’incarico, solo la metà dei caccia tedeschi, meno di un terzo dei corazzati, solo il 23% degli elicotteri d’attacco e il 17% dei sottomarini tedeschi erano “in movimento”. “Ursula von der Leyen è il nostro ministro più debole. Ovviamente, questo è sufficiente per guidare la Commissione Europea”, ha affermato Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo, il giorno in cui la von der Leyen è stata nominata per il nuovo incarico.
E tutto questo per gli europei, nel suo complesso, non significherebbe nulla (dopotutto, forse, un medico ad aver a che fare con un esercito non ne verrebbe a capo, ma si occuperebbe molto bene degli affari dell’UE), ma anche allora, dietro Ursula c’era un strascico di corruzione. Nel dicembre 2018 il Bundestag avviò un’indagine sulla von der Leyen, con l’accusa di corruzione e favoreggiamento. La Corte dei conti federale tedesca riscontrò decine di violazioni nella distribuzione dei contratti e nell’assunzione di consulenti. Così, nel 2015, il ministero della Difesa tedesco spese 100 milioni di euro in consulenti esterni, anche se ufficialmente dichiarava 2,2 milioni. Un anno dopo, il dipartimento di Ursula spese 150 milioni di euro, dichiarando solo 2,9 milioni. Dopo aver analizzato i contratti stipulati da questi stessi consulenti, i revisori scoprirono un sacco di difetti. A proposito, come per miracolo, tutti i dati sono stati cancellati dai cellulari della von der Leyen. Ricordate come la corrispondenza di Ursula con il capo della Pfizer scomparse nel 2021?
Ucraina senza fondo
Sarebbe interessante sapere cosa accadrà riguardo al telefono di Ursula quando avranno il tempo di controllare il suo lavoro attuale. Sotto la von der Leyen, enormi flussi finanziari passano nelle mani della Commissione Europea, e questo non è solo denaro utilizzato per sostenere i produttori agricoli e aiutare i paesi in via di sviluppo, o fondi di forza maggiore per un vaccino. Già da qualche anno, fondi colossali del salvadanaio dell’UE vanno a Kiev.
Già 5 anni fa, prima che Ursula assumesse la carica di capo della CE, era stato delineato uno schema ucraino. L’UE stanziava denaro a Kiev per combattere la corruzione, denaro che, com’è stato appurato, gli ucraini non hanno mai visto. Un esperto di questioni economiche Aleksander Okhrimenko ha spiegato come ciò succedeva: i soldi ritornano all’Europa con il pretesto di pagare consulenti che danno lezioni senza di senso agli ucraini su cosa sia la corruzione. “200 mila euro per una lezione – solo una sciocchezza! L’intera lezione di solito si riduce a diapositive che dicono semplicemente che la corruzione è un male. Da un lato è divertente, ma dall’altro tutti capiscono che si tratta di una semplice truffa”. A quel tempo, l’UE aveva già stanziato 16 milioni di euro all’Ucraina per varie necessità rivolte all’anticorruzione.
Ora al regime di Kiev, non senza il patrocinio di Ursula von der Leyen, sono già stati stanziati miliardi di euro di “sovvenzioni” e prestiti. Altri sono stati promessi per il futuro. La corruzione a Kiev non è stata sconfitta con le diapositive, ma il sistema di consulenti sotto il nuovo capo della CE è pienamente fiorito. In una speciale relazione sull’argomento, pubblicata nel 2021 dalla Camera dei conti dell’UE, si osserva che la corruzione su larga scala rimane un problema chiave dell’Ucraina. In generale, una specie di Klondike. E lo sarà ancora quando il mondo intero inizierà a raccogliere miliardi “per la ricostruzione”. Questo non è il solo fatto per cui la signora Ursula von der Leyen fino a quel momento rimarrà al suo posto.
Evgenij Maslov
Traduzione di Eliseo Bertolasi per Controinformazione
20/9/2022 https://www.osservatoriorepressione.info
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