Global 195: Mentre i casi della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Penale Internazionale si bloccano, una nuova coalizione legale potrebbe portare Israele di fronte alla giustizia?
La Coalizione legale globale vuole perseguire gli israeliani nei tribunali mondiali per Crimini di Guerra a Gaza, ma deve affrontare sfide formidabili.
Fonte: English version
Di Alessandra Bajec – 28 marzo 2025
La Coalizione Global 195, guidata dal Centro Internazionale di Giustizia per i Palestinesi con sede nel Regno Unito, è stata lanciata il 18 marzo come una Coalizione legale mondiale che è destinata a ritenere responsabili i cittadini israeliani e i cittadini con doppia nazionalità coinvolti in Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità a Gaza.
L’iniziativa internazionale cercherà di attivare meccanismi legali nazionali e internazionali per perseguire funzionari, soldati e altri israeliani accusati di aver commesso Crimini di Guerra nell’enclave palestinese devastata dalla guerra.
L’obiettivo è quello di richiedere mandati di arresto individuali e avviare procedimenti legali in più giurisdizioni, ovunque si trovino i presunti individui.
Intervenendo alla conferenza stampa di lancio a Londra, il direttore del Centro Internazionale di Giustizia per i Palestinesi Tayab Ali ha sottolineato come l’ostruzione delle istituzioni legali internazionali e il fallimento delle forze di polizia nazionali nel sostenere il Diritto Umanitario e la giurisdizione universale abbiano consentito l’impunità per gli individui israeliani sospettati di Crimini di Guerra in Palestina.
“Secondo il Diritto Internazionale, gli Stati hanno il dovere di indagare e perseguire i Crimini di Guerra, ma questi obblighi sono stati sistematicamente trascurati. Il lancio di Global 195 è un intervento legale necessario per porre rimedio a questo fallimento”, ha affermato Ali.
Prendendo il nome dai 193 membri delle Nazioni Unite più due Stati osservatori, uno dei quali è la Palestina, la Coalizione comprende esperti legali ed ex investigatori che hanno raccolto prove da Gaza per costruire casi sotto giurisdizione universale.
Il suo obiettivo è quello di istituire gruppi legali indipendenti in ogni Paese e utilizzare i sistemi legali nazionali per sottoporre i sospettati di Crimini di Guerra a responsabilità legale.
Professionisti legali e organizzazioni di diversi Paesi si stanno unendo alle alleanze mondiali, che finora includono Canada, Norvegia, Turchia, Malesia, Bosnia e Regno Unito.
Global 195 prende di mira il personale delle IDF e i vertici militari e politici israeliani, direttamente o indirettamente responsabili di violazioni del Diritto Internazionale.
Giurisdizione universale
L’iniziativa consente ai gruppi legali di presentare denunce alle agenzie nazionali di polizia e di intentare azioni penali individuali presso i tribunali nazionali contro presunti Criminali di Guerra che sono cittadini di quei Paesi o presenti nella loro giurisdizione.
“Questo strumento procedurale consente ai cittadini privati di sostenere lo Stato di Diritto nelle giurisdizioni che consentono azioni penali private, senza fare affidamento sugli Stati”, ha detto Shane Martinez, un avvocato penalista e per i diritti umani che dirige la filiale del Centro Internazionale di Giustizia per i Palestinesi in Canada.
L’avvocato ha precedentemente dichiarato ai media che diversi avvocati canadesi stavano avviando procedimenti penali contro cittadini e organizzazioni di beneficenza che sostengono o combattono per l’esercito israeliano, in violazione della Legge sui Crimini Contro l’Umanità e i Crimini di Guerra e della Legge sull’Arruolamento Straniero del Canada.
In un’intervista, Christophe Paulussen, direttore accademico facente funzione dell’Istituto Asser che produce ricerche di Diritto Internazionale, ha accolto con favore questa nuova spinta per combattere l’impunità per i Crimini internazionali, ma ha anche osservato: “Ciò che è importante è che tutti i sospettati di Crimini internazionali vengano processati, indipendentemente dalla loro nazionalità o dal luogo in cui sono stati commessi i Crimini”.
Paulussen, specializzato in Diritto Penale Internazionale e Diritto Umanitario Internazionale, ha osservato che Global 195 sta spingendo per l’applicazione sia della giurisdizione universale che della giurisdizione basata sul principio di nazionalità attiva, consentendo l’azione penale quando l’autore ha la nazionalità dello Stato che procede.
Crimini di Guerra israeliani sistematici
Le prove utilizzate dalla Coalizione sono state raccolte dalla squadra investigativa del Centro Internazionale di Giustizia per i Palestinesi negli ultimi 18 mesi e soddisfano le norme legali penali britanniche e internazionali.
Il prospetto include 135 testimonianze oculari supportate da investigazioni pubbliche raccolte nella Striscia di Gaza. I risultati delle indagini rivelano violazioni sistematiche, dai bombardamenti indiscriminati e sproporzionati di civili al deliberato attacco a infrastrutture vitali, attacchi a “zone sicure” e attacchi aerei su campi profughi, uso della fame come arma di guerra e sfollamenti forzati.
Di fronte a una contabilità così netta dei Crimini di Guerra israeliani, è urgentemente necessaria una responsabilità legale.
“Accolgo con tutto il cuore Global 195. La giustizia per la Palestina inizia ‘in patria, e sarà realizzata in ogni Paese in cui è necessario’”, ha affermato la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese esprimendo il suo sostegno.
Il fronte legale è stato creato per perseguire i responsabili dei Crimini di Guerra contro i palestinesi a Gaza quando gli organismi e gli Stati internazionali non ci riescono.
“Tutte le iniziative a sostegno dei diritti del popolo palestinese e a perseguire i colpevoli sono incoraggiate”, ha affermato Tahseen Elayyan, ricercatrice legale dell’organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq, commentando la nuova campagna.

Gli Stati terzi presentano grandi sfide
Tuttavia, portare questi casi nei tribunali di tutto il mondo presenta grandi sfide.
Paulussen ha spiegato che una complicazione fondamentale è garantire prove credibili che non solo dimostrino che si sono verificati Crimini internazionali, ma anche “colleghino Crimini specifici a singoli autori” in un contesto caotico di conflitto.
Ha evidenziato un’altra significativa difficoltà: la Coalizione appena costituita non ha un apparato statale e le ingenti risorse finanziarie e umane che ne conseguono.
Oltre a ciò, le considerazioni politiche probabilmente influenzano la volontà degli Stati di perseguire i Crimini di Guerra israeliani. Ciò è più evidente nella continua riluttanza di alcuni governi a imporre azioni legali contro individui israeliani nonostante il loro coinvolgimento in Crimini di Guerra e altre violazioni.
Israele sta già affrontando un caso di Genocidio avanzato presso la Corte Internazionale di Giustizia presentato dal Sudafrica, mentre la Corte Penale Internazionale sta cercando di arrestare il Primo Ministro Netanyahu e l’ex Ministro della difesa Gallant per presunti Crimini di Guerra a Gaza. Ma i Paesi chiave, tra cui gli Stati Uniti, che non hanno ratificato lo Statuto di Roma, hanno ignorato i mandati e il mese scorso l’amministrazione Trump ha imposto sanzioni alla Corte Penale Internazionale.
Elayyan è stato fermo nell’affermare che la mancanza di volontà politica da parte di Stati terzi è il più grande ostacolo a ritenere responsabili i funzionari israeliani per gravi Crimini contro i palestinesi. Ha sottolineato che tale riluttanza si è manifestata sotto forma di selettività e doppi criteri, ormai “caratteristiche evidenti della politica degli Stati terzi” nel loro approccio alla Palestina rispetto ad altri Paesi.
Lo specialista legale di Al Haq ha sostenuto che, dati i fallimenti passati con la giurisdizione universale nel contesto palestinese, varrebbe la pena cercare supporto dai Paesi del Sud del mondo, che sono meno preoccupati per le loro relazioni con Israele e gli Stati Uniti.
“I casi dovrebbero essere presentati in Paesi disposti a rimanere fermi di fronte alle pressioni politiche ed economiche di Israele, degli Stati Uniti e dei loro alleati”, ha affermato il difensore dei diritti umani palestinese.
Numerosi Paesi hanno costantemente chiesto che Israele fosse ritenuto responsabile delle sue azioni a Gaza.
Mentre Martinez ha riconosciuto la reticenza delle nazioni potenti a rispettare i propri obblighi e la loro complicità nei reati di Israele, ha osservato una crescente prontezza da parte dei Paesi del Sud del mondo a opporsi all’aggressione israeliana contro i palestinesi.
“Nei prossimi mesi, vedremo Paesi più piccoli maggiormente disposti a difendere i diritti umani e ad assumere una maggiore guida in iniziative come Global 195”, ha previsto l’avvocato canadese del Centro Internazionale di Giustizia per i Palestinesi.
Un’opportunità unica
Esperti delle Nazioni Unite, giuristi internazionali e gruppi per i diritti umani hanno scoperto che Israele sta perpetrando un Genocidio a Gaza, insieme a gravi Crimini come uccisioni indiscriminate, torture, violenza sessuale, fame come arma e sfollamenti forzati.
Global 195 arriva subito dopo la fondazione, avvenuta lo scorso settembre, della Fondazione Hind Rajab, un gruppo legale con sede in Belgio che cerca mandati di arresto per presunti Criminali di Guerra israeliani in viaggio all’estero.
Nel Regno Unito, sono già stati fatti i primi preparativi per intraprendere un’azione legale contro cittadini britannici sospettati di coinvolgimento in Crimini di Guerra a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
Non è chiaro se lo sforzo legale possa creare un precedente per sporgere denuncia contro Criminali di Guerra tramite l’uso di procedimenti giudiziari individuali.
“Potrebbe aiutare a portare un caso davanti ai giudici in uno Stato il cui sistema legale riconosce tali procedimenti giudiziari individuali”, ha affermato Paulussen, aggiungendo che se funziona in uno Stato, casi simili potrebbero seguire in altri che riconoscono anche i procedimenti giudiziari individuali.
L’esperto di Diritto Internazionale ha osservato che se lo Stato territoriale, Israele, non agisce sulle accuse di Crimini di Guerra, e con i tribunali internazionali in grado di affrontare solo la punta dell’iceberg, è “naturale” che l’attenzione si sposti sul potenziale dei tribunali nazionali in altri Stati, utilizzando principi di giurisdizione penale universale o di altro tipo, come i principi di nazionalità attiva o passiva.
Martinez ha promesso di impegnarsi insieme ad altri membri del Global 195 per ottenere la responsabilità. “È un’opportunità unica per mettere in guardia i Criminali di Guerra sul fatto che stiamo osservando e agendo ovunque le prove ci consentano di farlo”, ha sottolineato il difensore dei diritti umani.
In 18 mesi della sua feroce offensiva, Israele ha ucciso più di 50.000 palestinesi per lo più donne e bambini e ha lasciato Gaza in rovina. Il bilancio delle vittime riportato è una stima prudente, che conta solo le persone registrate presso le strutture sanitarie, mentre molti rimangono dispersi, sepolti non registrati o intrappolati sotto le macerie.
Israele ha rotto il cessate il fuoco di due mesi con Hamas la scorsa settimana, con la ripresa degli attacchi aerei e delle operazioni di terra a Gaza che hanno ucciso più di 700 persone.
Alessandra Bajec è una giornalista indipendente specializzata in Medio Oriente e Nord Africa. In precedenza ha vissuto in Palestina, poi al Cairo, attualmente vive a Tunisi.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
1/4/2025 https://www.invictapalestina.org/
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!