Hamas e Fatah firmano a Pechino un accordo di unità per la futura gestione di Gaza
Mahmoud al-Aloul, vicepresidente del Comitato centrale di Fatah (sin.), il ministro degli Esteri cinese Wang Yi (centro) e Mousa Abu Marzouk (ds.), membro di spicco di Hamas, partecipano a un evento presso la Diaoyutai State Guesthouse di Pechino, il 23 luglio 2024. [Pedro Pardo/AFP].
da Al Jazeera e Agenzie stampa,
Al Jazeera, 23 luglio 2024.
Le fazioni hanno concordato un “governo ad interim di riconciliazione nazionale”, afferma il ministero degli Esteri cinese.
Le fazioni palestinesi hanno firmato un accordo di “unità nazionale” volto a mantenere il controllo palestinese su Gaza una volta conclusa la guerra di Israele contro l’enclave.
L’accordo, finalizzato martedì in Cina dopo tre giorni di intensi colloqui, pone le basi per un “governo ad interim di riconciliazione nazionale” per governare Gaza dopo la guerra, ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. L’accordo è stato firmato dai rivali di lunga data Hamas e Fatah, oltre che da altri 12 gruppi palestinesi.
“Oggi firmiamo un accordo per l’unità nazionale e diciamo che il percorso per completare questo itinerario è l’unità nazionale”, ha dichiarato l’alto funzionario di Hamas Mousa Abu Marzouk in una conferenza stampa a Pechino.
Bloccare il controllo israeliano di Gaza
Mustafa Barghouti, segretario generale dell’Iniziativa Nazionale Palestinese, una delle 14 fazioni che hanno firmato l’accordo, ha dichiarato ad Al Jazeera che l’accordo va “molto oltre” rispetto a qualsiasi altro raggiunto negli ultimi anni.
I suoi quattro elementi principali sono: l’istituzione di un governo ad interim di unità nazionale, la formazione di una leadership palestinese unificata in vista di future elezioni; la libera elezione di un nuovo Consiglio Nazionale Palestinese e una dichiarazione generale di unità di fronte ai continui attacchi israeliani.
Il passaggio a un governo di unità è particolarmente importante, ha affermato, perché “blocca gli sforzi israeliani di creare una sorta di struttura collaborativa contro gli interessi palestinesi”.
La riconciliazione tra Hamas e Fatah sarebbe un punto di svolta fondamentale nelle relazioni interne palestinesi. I due principali partiti politici nel territorio palestinese sono stati acerrimi rivali sin dal loro conflitto nel 2006, dopo il quale Hamas ha preso il controllo di Gaza.
Non c’è altra strada
“Siamo a un punto di svolta storico”, ha detto Abu Marzouk, secondo la CNN. “Il nostro popolo si sta sollevando nei suoi sforzi di lotta”.
Hamas, che ha guidato l’attacco del 7 ottobre contro Israele, sostiene la resistenza armata contro l’occupazione israeliana.
Fatah controlla l’Autorità Palestinese, che ha un parziale controllo amministrativo della Cisgiordania occupata. È favorevole a negoziati pacifici per la creazione di uno stato palestinese.
Diversi tentativi di riconciliazione tra le due fazioni sono falliti. Tuttavia, sono cresciuti gli appelli a riunirsi col protrarsi della guerra e mentre Israele e i suoi alleati, compresi gli Stati Uniti, discutevano su chi potrebbe governare l’enclave dopo la fine dei combattimenti.
Barghouti ha detto che la guerra a Gaza è il “fattore principale” che spinge le parti palestinesi a mettere da parte le loro differenze.
“Non c’è altro modo se non quello di unire i palestinesi e lottare insieme contro questa terribile ingiustizia”, ha dichiarato.
“La cosa più importante ora è non solo firmare l’accordo, ma anche attuarlo”.
Guardare da lontano
Israele si oppone con veemenza a qualsiasi ruolo di Hamas nel governo di Gaza e ha suggerito, anche di fronte all’opposizione di Washington, che intende mantenere il controllo dell’enclave.
Israele si è quindi affrettato a criticare l’accordo annunciato.
Prendendo di mira il capo di Fatah e presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas per aver collaborato con Hamas, il ministro degli Esteri Israel Katz ha riaffermato la posizione del suo governo, secondo cui nessuno tranne Israele controllerà Gaza dopo la fine delle ostilità.
“Invece di rifiutare il terrorismo, Mahmoud Abbas abbraccia gli assassini e gli stupratori di Hamas, rivelando il suo vero volto”, ha dichiarato Katz su X. “In realtà, questo non accadrà perché il dominio di Hamas sarà schiacciato e Abbas guarderà Gaza da lontano. La sicurezza di Israele rimarrà esclusivamente nelle mani di Israele”.
Una “questione interna”
La Cina, che ha cercato di svolgere un ruolo di mediazione nel conflitto, ha già ospitato Fatah e Hamas in aprile.
Durante quei colloqui, i due hanno “espresso la loro volontà politica di raggiungere la riconciliazione attraverso il dialogo e la consultazione” e hanno fatto progressi su “molte questioni specifiche”, ha dichiarato all’epoca il portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese Lin Jian.
L’ultima tornata di colloqui ha visto protagonisti il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh e il vice capo di Fatah Mahmoud al-Aloul.
Dopo la firma di quella che è stata definita la “Dichiarazione di Pechino”, il ministro cinese Wang Yi ha dichiarato: “La riconciliazione è una questione interna alle fazioni palestinesi, ma allo stesso tempo non può essere raggiunta senza il sostegno della comunità internazionale”.
La Cina è storicamente solidale con la causa palestinese e favorevole a una soluzione a due stati per il conflitto israelo-palestinese.
Il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto una “conferenza di pace internazionale” per porre fine alla guerra.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
23/7/2024 https://www.assopacepalestina.org
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