I BRICS lavorano per la pace, a differenza della NATO.

Non sono un’alleanza militare, ma economica, che opera seguendo i principi di rispetto reciproco, uguaglianza sovrana, inclusività, consenso e collaborazione rafforzata

Il XVI vertice dei BRICS, il prossimo 22 – 24 ottobre, si terrà nella Repubblica Russa Tatarstan in Russia a Kazan.
Il vertice è stato preceduto da conferenze e incontri preparatori a livello di governi, di parlamenti e di esperti su tutti gli argomenti di interesse globale. L’assetto monetario e finanziario è stato il tema più trattato e lo sviluppo della cooperazione interbancaria.

Secondo gli ultimi dati, il commercio reciproco tra i paesi BRICS ha raggiunto quasi 678 miliardi di dollari l’anno. Si tratta di un insieme molto variegato di economie, con una crescente rilevanza nel commercio mondiale di materie prime.

I dati relativi agli scambi per il 2022 si basano per alcuni Stati su mirror data, ma evidenziano comunque un incremento tendenziale del valore espresso in dollari del 3,3% a/a, arrivando a circa 10.393 miliardi di dollari. A trainare l’aumento è la dinamica dell’export (+5,3% a/a) a 5.793 miliardi di dollari, mentre l’import è cresciuto solo dello 0,8% a/a a 4.600 miliardi di dollari.
La Cina è il paese più rilevante con circa il 61% dei tutti gli scambi BRICS+ nel 2022, segue l’India con oltre l’11%, la Russia con il 7%.

Il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha annunciato di recente che la Malesia ha ufficialmente presentato domanda per entrare a far parte del più ampio raggruppamento BRICS, mentre a fine maggio, il governo thailandese ha approvato una bozza di domanda per entrare a far parte dei BRICS.

Se questi due attori regionali, paesi chiave del Sud-est asiatico e dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico saranno accettati come membri dei BRICS, i quali hanno già accettato Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia come nuovi membri all’inizio di quest’anno, ciò avrà significative ripercussioni geopolitiche, in particolare nella regione Asia-Pacifico. La loro adesione al gruppo amplierà ulteriormente la piattaforma, conferendole una maggiore rappresentatività del Sud del mondo.

Mentre alcuni esperti tendono a considerare sempre più i BRICS in espansione come uno strumento geopolitico anti-Occidente, in particolare sullo sfondo della crisi ucraina e della strategia di contenimento della Cina da parte degli Stati Uniti, con Russia e Cina come membri dell’organizzazione, si trascura il fatto che il raggruppamento non è un’alleanza militare come la NATO, ma in gran parte un’alleanza economica che opera seguendo i principi di rispetto reciproco, uguaglianza sovrana, inclusività, consenso e collaborazione rafforzata.

Sono l’apertura e l’equità dell’organizzazione e la convinzione condivisa da parte dei suoi membri che il Sud del mondo meriti la sua giusta voce negli affari globali e nella riforma della governance globale ad aver attratto nuovi paesi.
L’organizzazione dovrebbe sempre rimanere fedele alla sua aspirazione originale di apertura, inclusività e cooperazione win-win per elevare la cooperazione pratica tra i suoi membri a nuove vette.

Carlo Marino per Eurasiaticanews

3/9/2024 https://www.farodiroma.it/

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