I cantieri del TAV nella piana di Susa e l’arte del sottrarsi

Intervista di Roberto Mairone ai membri del Gruppo Consiliare di minoranza Susa+:
Massimo Chianello, Alessandra Brezzo, Gianluigi Cataldo e Viviana Gibilisco.

Subito dopo la violenta oltre che illecita presa di possesso, il 7 ottobre scorso, del terreno di San Giuliano su cui sorgeva il presidio Notav Sole e Baleno, in data 16 ottobre il gruppo di minoranza dell’amministrazione di Susa (lista civica Susa+) aveva sollecitato un Consiglio Comunale aperto al pubblico. L’intenzione era non solo offrire alla cittadinanza un’informazione il più possibile corretta ed imparziale, ma creare uno spazio di confronto tra i tecnici TELT e quelli dell’Unione Montana Valle Susa: un contraddittorio che potesse finalmente fare chiarezza circa l’apertura (e le conseguenze) dei cantieri del TAV nella piana di Susa.

All’istanza del gruppo Susa+ e al successivo sollecito (22 ottobre) non è pervenuta alcuna risposta da parte della maggioranza, se non attraverso una richiesta di integrazione, avanzata dallo sindaco di Susa, Piero Genovese in conferenza dei capi gruppo, circa l’adozione di una determinazione da sottoporre al voto. Nonostante la sensazione di trovarsi di fronte al classico escamotage per prendere tempo, sottrarsi al confronto e spostare in avanti la data della convocazione del consiglio comunale aperto, il gruppo di minoranza ha “collaborativamente” assecondato la richiesta, presentando una mozione che meglio esprimesse le questioni da portare in consiglio.

Nonostante le affermazioni del Sindaco sulla volontà di informare quanto prima i cittadini sulle conseguenze dell’apertura dei cantieri TAV, è presto scemata la speranza di veder indetto un consiglio comunale aperto secondo le modalità proposte dai consiglieri del gruppo di minoranza, che quindi decidevano di ritirare la mozione ancora presente fra gli O.d.G. del successivo Consiglio Comunale.

In un clima di elusione delle loro legittime richieste, il 26 novembre, il gruppo di minoranza Susa+ decideva di abbandonare l’aula del consiglio comunale “in segno di protesta per il mancato rispetto delle più basilari regole di democrazia”.

A quasi un mese di distanza, i componenti di Susa+ che ringraziamo per la disponibilità, hanno accettato di rispondere ad alcune domande con la speranza che ciò possa contribuire alla ripresa di una consultazione realmente democratica, con il coinvolgimento di tutti coloro che, seppur da posizioni diverse, si pongono delle legittime domande sul futuro di Susa in un contesto di enormi criticità.

I cantieri del TAV nella piana di Susa

Foto Diego Fulcheri

Domanda – Indipendentemente dalle motivazioni a favore o contro la NLTL (Nuova Linea Torino Lione) del gruppo consiliare di minoranza, qual è la vostra posizione sui cantieri che molto presto occuperanno l’intera piana di Susa? (400.000 mq di cantiere, innalzamento e spostamento dello svincolo A32, spostamento delle statali e interramento di Via Montello, oltre alla chiusura della linea ferroviaria Bussoleno-Susa – ndr).

Risposta – Come già espresso in campagna elettorale, i motivi di preoccupazione per l’inizio dei lavori superano per noi quelle che altri considerano opportunità, soprattutto in relazione all’impatto ambientale e paesaggistico e agli enormi disagi che deriveranno per la popolazione, in particolare per quella residente nelle frazioni, a pochi metri dalla cantierizzazione dell’intera piana, con la correlata logistica destinata a stravolgere per anni la vita quotidiana della nostra città oltre che della valle. Fondamentale ripristinare una reale correttezza di comunicazione con la cittadinanza: dovere delle istituzioni preposte è informare costantemente i cittadini circa l’avanzamento dei lavori, i potenziali impatti e le misure previste per mitigarli. La collaborazione tra tutti gli attori coinvolti è essenziale: istituzioni, imprese, cittadini e associazioni devono lavorare insieme per arrivare a soluzioni condivise.

Da cittadini di Susa come ritenete si possano conciliare anni di cantierizzazione con i servizi che la città ospita da sempre, a favore di tutta la valle (scuole superiori, ospedale) e con la sua vocazione turistica?

Grazie per la domanda che rispecchia i nostri più grandi timori. La città di Susa ha già perso negli anni scorsi moltissimi servizi e le tante vetrine chiuse o quelle su cui campeggia la scritta “cedesi attività” testimoniano il declino di varie attività commerciali, il che dovrebbe suggerire l’urgenza di misure di sostegno alle realtà economiche locali sotto forma di incentivi per le imprese e rilanciando il turismo.

I cantieri del TAV nella piana di Susa

Foto Daniela Bezzi

Ma lo spettro dei tagli sta ora minacciando anche le nostre ottime scuole, provocando l’ennesima spaccatura nel tessuto sociale. I previsti disservizi nei trasporti da e verso Susa non potranno che dar ragione a chi considera l’istruzione una pura questione di numeri da far quadrare, e quindi giustificare l’accorpamento e il ridimensionamento di scuole che hanno grandi storie individuali e che forniscono ai giovani della nostra valle una diversificata e qualificante offerta formativa. A questo si aggiunge la preoccupazione circa la sospensione, che temiamo si trasformi in soppressione, del servizio ferroviario sulla linea Bussoleno-Susa, fondamentale sia per i pendolari che per gli studenti! Abbiamo ragione di ritenere che questa incertezza nei trasporti porterà molte famiglie a non scegliere i nostri istituti per i loro figli, orientandosi verso Torino.

I cantieri del TAV nella piana di Susa

Un ospedale funzionante e con tutti i potenziamenti necessari ci spetta di diritto e non dovrà mai essere considerato una compensazione. Ora più che mai, dovrebbe partire una politica mirata a rendere la nostra struttura ospedaliera una certezza, con tutti i servizi necessari per affrontare in sicurezza gli anni di cantiere che abbiamo davanti, con personale medico le cui competenze e professionalità possano trovare meritato riconoscimento nel nostro territorio. Sarebbe gravissimo assistere all’ulteriore riduzione dell’utenza dell’ospedale di Susa causata dalla sospensione della tratta Bussoleno-Susa, che è sempre stata un servizio essenziale per i cittadini non automuniti. Qui le garanzie dovranno essere imprescindibili.

Molte amministrazioni della valle (Mompantero, Villarfocchiardo, Almese, Condove) stanno promuovendo incontri pubblici con i tecnici dell’Unione Montana Valsusa per spiegare ai cittadini gli impatti che i cantieri avranno sul resto della valle, oltre che per la piana di Susa. Al di là della dichiarata accettazione dell’opera, perché secondo voi l’amministrazione di Susa si sottrae a un analogo confronto pubblico?

A differenza delle altre amministrazioni che hanno già organizzato validi incontri informativi, sarebbe la prima amministrazione favorevole all’opera a esporsi, e questo chiaramente crea dei timori. Un conto è interfacciarsi con i livelli più alti per negoziare accordi considerati vantaggiosi per il territorio, un altro è spiegare come convivere con i conseguenti disagi a chi in quei territori vive e ha una casa che ora vede oltretutto svalutata a causa di questo ingombrante nuovo vicino, con tutta la sua pesante logistica.

Serata informativa a Mompantero (da FB di Doriana Tassotti)

Voi avete presentato formale richiesta all’amministrazione di convocare un consiglio comunale aperto alla cittadinanza che prevedesse anche la partecipazione dei tecnici della società proponente l’opera, oltre quelli dell’Unione Montana. A fronte del prolungato silenzio della maggioranza, quale giudicate sia il peso “politico” o “individuale” del sindaco Genovese?

Il Consiglio Comunale non è proprietà del gruppo consiliare che amministra Susa, ma appartiene alla comunità intera. Perciò consideriamo doveroso promuovere un confronto aperto alla cittadinanza: un confronto che, a differenza delle iniziative informative promosse finora, possa finalmente consentire alla collettività dei cittadini, direttamente interessati dai lavori, di confrontarsi con i tecnici della società proponente l’opera, oltre che con quelli della nostra Unione Montana la cui posizione in merito alla NLTL è ben nota. Un Consiglio Comunale aperto offrirebbe l’opportunità di dare voce alle istanze dei comuni cittadini, troppo spesso in secondo piano rispetto alle manifestazioni di più ‘visibile’ dissenso – comprese le istanze di chi (e non sono pochi) resta nonostante tutto favorevole al progetto.

Quanto alla seconda parte della domanda riteniamo che il silenzio in merito alla nostra richiesta sia una mancanza di rispetto verso di noi e nei confronti dei cittadini che rappresentiamo. Ci siamo mossi secondo le regole istituzionali che prevedevano risposte istituzionali che, ad oggi, non sono pervenute. Ci limitiamo a dire che, quanto ottenuto finora, pone Susa alla stregua di altri territori che non saranno toccati direttamente dal TAV, come Ferriera di Buttigliera Alta ed altri comuni chiaramente favorevoli all’opera e che hanno avuto accesso alle compensazioni. Nonostante l’ostentazione sui canali di comunicazione dell’amministrazione segusina, non siamo affatto soddisfatti dell’operato svolto finora.

Circa le preoccupazioni per il futuro di Susa riteniamo non si possa spacciare per ‘male necessario’ l’amara realtà di chissà quanti anni di cantiere, cui tutti dovrebbero rassegnarsi senza manifestare alcuna contrarietà e come se non ci fossero alternative. A prescindere dalla posizione che si ha sull’opera, non si può non essere preoccupati per l’impatto che avrà sul nostro territorio, sulla salute, sul turismo, sui servizi (ospedale e scuole), sulla viabilità. Non riusciamo a comprendere il comportamento del Sindaco e della sua Giunta che sembrano non capire le conseguenze dello scempio che molto presto si abbatterà sulla Piana di Susa.

Ritenete sia una posizione del sindaco e della sua maggioranza o che sia la conseguenza di pressioni fatte da più alte “sfere politiche”?

Questa domanda ci offre l’opportunità di restituire al mittente certe insinuazioni nei nostri confronti circa il ritiro della nostra mozione nel consiglio comunale del 26 novembre. Per quanto alcuni di noi abbiano già avuto esperienze amministrative, come gruppo siamo nati da poco e stiamo costruendo la nostra identità, ma senz’altro non siamo disposti ad assecondare richieste di operare con modi e toni che non condividiamo. E siamo ancora strettamente in contatto con la squadra con cui ci siamo presentati alle elezioni.

Sebbene ‘nuovi’ non ci piace essere etichettati, ma in campagna elettorale siamo stati ripetutamente presentati come persone che si fanno strumentalizzare, il che qualifica più i nostri avversari che noi. Per cui sì, rispediamo le insinuazioni al mittente. Avranno subìto pressioni da sfere politiche più ‘in alto’? Chissà se farà loro piacere sapere che la gente ha questo dubbio sul loro modo di procedere e sulla libertà decisionale che hanno più volte ostentato. Sarebbe ancor più grave ritenere un simile comportamento omissivo come un autonomo rifiuto al confronto pubblico, privo di influenze “esterne”.

Quali preoccupazioni raccogliete parlando con i vostri concittadini? Secondo voi sono coscienti o ignari dei disagi e dell’irreversibilità dei lavori che interesseranno la piana di Susa?

La realtà di Susa rispecchia il trend a livello nazionale: una preoccupante disaffezione per la politica e conseguentemente anche sulle sue scelte, passate e future. Motivo per cui quelli che ancora si informano in merito ai lavori imminenti sono una minoranza, rispetto a quanti reputano che la trentennale battaglia contro il TAV abbia fatto il suo tempo.

Non ci stupisce quindi se molti scelgono di ignorare la questione fino a quando i disagi non si paleseranno, equivocandone le vere cause, nonostante le sempre puntualissime informazioni che ci vengono fornite da tecnici che si occupano di questo progetto da anni.

Non mancano però le preoccupazioni, soprattutto da parte di chi ha vissuto in prima persona i fatti di ottobre come un prologo dello scempio che verrà. Ancora una volta Susa resta divisa.

Come valutate l’azione delle FFOO dello scorso 7 ottobre, compiuta in assoluto spregio delle formali procedure di esproprio? Qual è il vostro giudizio sul mancato coinvolgimento delle amministrazioni?

Uno sproporzionato uso preventivo della forza, un processo alle intenzioni, un mancato rispetto delle procedure di esproprio previste dalla legge. Il nostro è uno Stato di Diritto, concetto che presuppone che l’agire dello Stato sia sempre conforme alla legge e che lo Stato stesso sia sottoposto alle norme di diritto. L’esproprio è un atto legittimo da parte delle istituzioni, ma deve essere esercitato nelle forme e nei limiti previsti, applicando correttamente la norma giuridica. Non coinvolgere le amministrazioni non fa altro che aggravare la profonda spaccatura che già c’è. Una regia più saggia dovrebbe favorire il dialogo e l’informazione, prerogative fondamentali di democrazia. E tutelare la cittadinanza, tutta!

Il Sindaco Genovese ha dichiarato sulla stampa locale che accetterebbe un confronto pubblico “solo in un clima civile”. Una scappatoia per prendere tempo e far ricadere sul Movimento Notav le responsabilità del mancato confronto o una scusa per evitare il dialogo con cittadini informati e tecnici competenti?

Il “clima civile” lo si auspica da ogni parte, bisogna solo capire cosa si intende con questa espressione e se anche il più semplice dissenso rispetto alle scelte dell’amministrazione possa (o no) considerarsi tale.

È tutta colpa dei NO TAV”, questo mantra francamente ha stancato, tanto quanto per altri possa aver stancato la battaglia Notav: è un modo di porsi divisivo, che stride soprattutto se applicato da chi si è dichiarato il sindaco di tutti, che deve far sentire rappresentati tutti i cittadini, anche quelli che non l’hanno votato.

Ora è tempo di informare su come verrà garantita la salute e quali saranno le misure che verranno adottate per garantire che questo cantiere lavorerà in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali, ammesso che queste garanzie possano essere compatibili con un’opera di tali dimensioni. Compito dell’amministrazione è pretendere tutto questo con fermezza e convinzione per limitare il più possibile i danni che ci saranno, peraltro già dichiarati e previsti dagli stessi proponenti l’opera nelle relazioni che accompagnano il progetto.

Roberto Mairone

13/12/2024 https://serenoregis.org/

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