I fascisti fanno il lavoro sporco per i padroni

L’emergere della feccia neofascista dalle sue tane per chiedere di “riaprire” il business (una richiesta cara ai governanti capitalisti superricchi), rende imperativo per la sinistra lo sviluppo di un modello per contrastare la sfida fascista, una sfida che si è continuamente ripresentata nel corso della Storia degli Stati Uniti.
Lo scorso 30 aprile, centinaia di manifestanti di destra, alcuni dei quali portavano armi automatiche, hanno assaltato il Michigan’s Capitol building di Lansing; pretendevano che i provvedimenti di protezione contro il COVID-19 decisi dallo Stato fossero revocati e che le attività economiche fossero riaperte. La polizia ha permesso ai neofascisti armati di accedere all’edificio e ad una galleria per visitatori dalla quale si possono osservare i legislatori in riunione; alcuni di essi hanno inviato messaggi ai media, nei quali esprimevano preoccupazione per la loro sicurezza, altri hanno indossato giubbotti antiproiettile.
Durante il weekend del 1° Maggio, proteste reazionarie simili si sono svolte in tutti gli Stati Uniti, indette da un mix di milizie suprematiste bianche, fondamentalisti religiosi e gruppi finanziati da fondazioni di destra come Coors e Koch. Il 1° Maggio, il Presidente Trump ha twittato il suo supporto ai fascisti armati del Michigan, definendoli “very good people”, lodi già espresse in passato, nel 2017, per gang simili che marciarono a Charlottesville (Virginia), esibendo simboli nazisti e bandiere confederate. 
I banchieri e i miliardari che sostengono l’amministrazione Trump hanno chiesto ai lavoratori di rischiare le loro vite e tornare al lavoro, per ricominciare subito a fare entrare profitti nelle tasche dei padroni: sono loro ad avere manipolato i fascisti per promuovere queste iniziative.
La data scelta dai neofascisti non è stata casuale.
Il 1° Maggio è la Giornata Internazionale dei Lavoratori e in questo May Day i lavoratori statunitensi si trovavano al centro di un’ondata senza precedenti di problemi: rallentamenti della produzione, malattie, scioperi selvaggi o indetti dai sindacati e altre proteste organizzate dalla base. Nella pandemia, i lavoratori chiedono sicurezza ed equipaggiamenti protettivi ai padroni, oltre a pagamento della malattia, salvaguardia dei posti di lavoro, assicurazioni sanitarie ed altro, compreso il “Medicare for All.”
Il 1° Maggio, i media legati al grande business hanno concesso ai neofascisti ore di presenza in onda, mentre a malapena hanno dedicato uno sguardo alle azioni storiche dei lavoratori; gli armati di destra sono semplicemente un’estensione del “business as usual” capitalista.
Lo stesso tipo di gang era costituito dalle milizie dei coloni, dalle pattuglie al servizio delle piantagioni della schiavocrazia del Sud, dalle truppe d’urto impiegate dagli industriali del Nord per spezzare gli scioperi; per secoli, queste forze extralegali sono state il Posse Comitatus, il Ku Klux Klan e ora i Proud Boys.
Proprietari terrieri e industriali statunitensi hanno sempre utilizzato e finanziato i loro “bully boys” quando oppressi e lavoratori si sono organizzati e hanno tentato di liberarsi.
La funzione di queste forze neofasciste è stata chiaramente definita dal cofondatore del Workers World Party, Sam Marcy, nel suo libro del 1983 “The Klan and the Government: Foes or Allies?”
“Bisogna ricordare che l’uso della violenza e della repressione di massa è una tendenza congenita dello Stato capitalista. Anche ai cosiddetti bei tempi, il governo capitalista non solo tollerava organizzazioni terroriste come il Klan, ma appena la lotta di classe di lavoratori e oppressi cresceva davvero, il governo capitalista incoraggiava e promuoveva più che mai le organizzazioni simili al Klan e altri mezzi di repressione”.
I lavoratori negli Stati Uniti si stanno sollevando, lottano per le loro vite durante la pandemia di Coronavirus e la classe governante sta facendo ricorso alle sue truppe d’urto per cercare di ricacciarli indietro.
Come socialisti, attivisti di sinistra, lavoratori, il nostro compito è duplice: innanzitutto dobbiamo assolutamente organizzarci insieme ad altri lavoratori e oppressi, stringendo legami di solidarietà contro ogni forma di oppressione capitalista. In secondo luogo dobbiamo opporre resistenza alla propaganda demoralizzatrice e ricordare che più e più volte la resistenza dei popoli si è alzata per respingere e mettere queste forze reazionarie in condizione di non nuocere.
Dalla resistenza indigena che continua ai nostri giorni ai secoli di ribellione dei popoli schiavizzati, dalla marcia del 1981 che ha battuto i nazisti a Buffalo (New York) alle sinistre unite che, nel 2017, hanno spezzato la marcia dei suprematisti bianchi a Charlottesville, abbiamo storie militanti dalle quali prendere ispirazione, imparare e rafforzarci. 
Come scrisse Marcy, nel 1981, a proposito della clamorosa sconfitta dei nazisti:
 “L’intransigenza, così indispensabile in ogni lotta della classe lavoratrice, non è stata il solo fattore che ha portato alla vittoria della coalizione antifascista e progressista a Buffalo; ci sono stati anche un attento esame delle relazioni politiche nell’area e nel Paese, una buona, efficiente organizzazione senza approcci dogmatici alla violenza fascista né settarismo, lavoratori e progressisti hanno fatto affidamento sulle masse e sul tentativo di raggiungere la più ampia alleanza possibile con tutti gli elementi disponibili, pronti e capaci di costruire una lotta vigorosa”.
Ecco, in un paragrafo, un modello di azione contro l’attuale focolaio di forze neofasciste.

Traduzione per Lavoro e Salute da https://www.workers.org/
A cura di Gorri

8/5/2020

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