I padroni della sanità globale

Durante la pandemia del Covid-19, un consorzio costituito dalla Fondazione di Bill Gates, dal CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) e dalla Industria Farmaceutica hanno deciso di “comprarsi la salute pubblica sotto gli occhi impotenti della OMS”. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Dal 1995 esiste a Ginevra la Organizzazione Intergovernativa “Centre Sud “creata nel 1995 e composta da cinquantacinque paesi membri. Lo scopo di “Centre Sud” è quello di mettere a disposizione dei Paesi del Sud del mondo i mezzi per stabilire un sistema internazionale più equo di commercio, di tassazione e investimenti, per sradicare la povertà e le disuguaglianze, per garantire il rispetto dei diritti umani, per affrontare il riscaldamento globale, per combattere le malattie e le emergenze sanitarie e per mettere le tecnologie digitali e altre tecnologie al servizio dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile.

Il Centro si avvale di un segretariato internazionale di esperti in diverse discipline, fra cui la Salute Pubblica. Uno dei suoi più prestigiosi membri è Germán Velasquez, consigliere speciale per le politiche e la salute. Velasquez è l’ex direttore del dipartimento Salute pubblica, innovazione e proprietà intellettuale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Attualmente occupa la cattedra universitaria “Diritto alla salute e accesso ai farmaci” dell’Università Complutense di Madrid.

Nel mese di ottobre di quest’anno l’edizione spagnola di Le Monde Diplomatique ha pubblicato un articolo che ha creato non poco imbarazzo nei quartieri alti della OMS: “Farmaci essenziali: bene pubblico o merce?” (1). Secondo Velasquez durante la pandemia del Covid-19, un consorzio costituito dalla Fondazione di Bill Gates, dal CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) e dalla Industria Farmaceutica hanno deciso di “comprarsi la salute pubblica sotto gli occhi impotenti della OMS”.

Salute Internazionale si è già ampiamente occupata della cruciale questione del finanziamento della OMS, della sua indipendenza e, più in generale, della influenza del settore privato sulle politiche di salute pubblica (a questo proposito si vedano: i) Saraceno B. (2022). Equità, OMS e Bill Gates. Salute Internazionale 26 maggio; ii) Saraceno B. (2022). Chi finanzia la Salute Globale. Salute Internazionale 30 novembre; iii) Saraceno B. (2023). Determinanti commerciali della salute. Salute Internazionale 30 gennaio; iv) Saraceno B. (2023). Determinanti commerciali della salute (parte II). Salute Internazionale 5 luglio; v) Saraceno B. (2024). Chi finanzia l’OMS. Salute Internazionale, 1° luglio; vi) Saraceno B. (2024). Investimenti finanziari e salute. Salute Internazionale, 24 luglio).

Tuttavia, la radicalità dell’articolo di Velasquez va ben oltre le frequenti critiche spesso rivolte alla OMS: secondo l’autore nel dicembre del 2019 i “compratori” privati della salute pubblica già detenevano l’80% delle “azioni” della OMS, ossia, contribuivano per quella percentuale al budget della organizzazione. La massiccia iniezione di denaro pubblico alla industria farmaceutica (da parte dei governi del G7) durante la pandemia ha infranto la teoria della salute pubblica secondo cui i vaccini avrebbero dovuto essere distribuiti a tutta la popolazione mondiale da diversi gruppi, ma sono stati monopolizzati da pochi Paesi industrializzati.

Così, entro la fine del 2021, più dell’80% della popolazione del Nord industrializzato è stata vaccinata, alcuni anche con una seconda o terza dose, rispetto a molto meno del 20% della popolazione del Sud del mondo.

Un esempio della nuova filosofia che il settore privato sta cercando di imporre riguarda i cambiamenti nei concetti fondamentali di salute pubblica, sviluppati negli ultimi quarant’anni dall’OMS e da molti Paesi membri dell’OMS. Il concetto di “farmaci essenziali”, lanciato dall’OMS nel 1977 in risposta alla proliferazione di prodotti farmaceutici sui mercati di molti Paesi, è senza dubbio una delle principali conquiste di questa organizzazione nella sua storia. Sulla base di questo concetto, la maggior parte dei Paesi del mondo ha sviluppato politiche nazionali sui farmaci, sono state elaborate teorie sui farmaci come beni pubblici e molti hanno sostenuto che l’accesso ai farmaci essenziali è un diritto dei cittadini. Il concetto fondamentale di “farmaci essenziali” viene ora spesso sostituito dal termine “contromisure mediche o sanitarie”, che non esprime un concetto di salute pubblica ma semplicemente un linguaggio commerciale utilizzato per definire vaccini e trattamenti farmacologici.

Vale la pena qui di ricordare la definizione ufficiale della OMS: “I farmaci essenziali sono quelli che soddisfano i bisogni sanitari prioritari di una popolazione. Vengono selezionati tenendo conto della prevalenza della malattia e della rilevanza per la salute pubblica, delle prove di efficacia e sicurezza e del rapporto costo-efficacia. Devono essere sempre disponibili in sistemi sanitari funzionanti, in forme farmaceutiche appropriate, di qualità garantita e a prezzi accessibili alle persone e ai sistemi sanitari” (2). Halfdan Mahler, direttore generale della OMS dal 1973 1988 scriveva nel 2008: “I farmaci essenziali oggi riguardano i beni pubblici, i diritti umani e una rivoluzione della salute pubblica basata sull’assistenza sanitaria di base” (3).  In un articolo che celebrava i 25 anni del concetto di “farmaci essenziali” (4), gli autori, tutti funzionari della OMS, avvertivano: “per i farmaci più recenti, l’accordo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio [TRIPS] ha stabilito per i membri dell’OMC un minimo globale di protezione brevettuale. Molti esperti prevedono che, a meno che i Paesi non attuino adeguatamente le salvaguardie TRIPS e non si compiano ulteriori progressi nella risoluzione di alcune delle questioni TRIPS ancora aperte, il prezzo dei nuovi farmaci sarà inaccessibile per molti milioni di persone”.

E la profezia si è avverata. Alcuni esempi di questi “nuovi” farmaci, che sono efficaci ma non sono accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno: “Sofosbuvir” contro l’epatite C dell’azienda americana Gilead, 84.000 dollari per un trattamento di tre mesi; “Orkambi” contro la fibrosi nei bambini di due anni, dell’azienda americana Vertex, 259,000 dollari per il trattamento di un anno;” Kymriah” contro la leucemia, della azienda svizzera Novartis, 475.000 dollari per un trattamento (NB: i prezzi sono quelli dell’introduzione in commercio dei farmaci negli USA. In altri paesi i prezzi sono diversi, generalmente minori. Infine c’è la possibilità che il loro costo sia posto a carico delle assicurazioni o del Servizio sanitario nazionale.)

I “nuovi” termini utilizzati dai nuovi “padroni” sono più vicini alle “commodity sanitarie” che ai beni pubblici comuni. È chiaro che, per il settore privato, il termine “misure di contrasto” è più appropriato in una prospettiva di profitto rispetto al concetto di “farmaci essenziali”, che si riferisce più a un servizio pubblico.  Anche il nostro paese si è prontamente allineato a questo funesto orientamento della sanità pubblica verso la privatizzazione.

La  progressiva privatizzazione del sistema sanitario nazionale e l’aumento vertiginoso dei benefici finanziari dei privati grazie a denaro pubblico oppure al diretto esborso dei cittadini, sono fenomeni che si stanno accelerando e l’autonomia differenziata contribuirà in modo drammatico a stabilire una volta per tutte che la salute non è più una variabile indipendente ma, piuttosto, dipendente dalla assistenza sanitaria che ciascun cittadino si potrà permettere: meno salute per i poveri e più salute per i ricchi. Diritti non più assoluti ma variabili così come l’attuale governo concepisce la giustizia – sociale, civile, politica: variabile, come la meteorologia.

Benedetto Saraceno, Lisbon Institute of Global Mental Health

Bibliografia

  1. Velasquez G. (2024). Medicamentos esenciales: ¿bienes públicos o mercancías? Le Monde Diplomatique, edizione spagnola. Ottobre. https://mondiplo.com/medicamentos-esenciales-bienes-publicos-o
  2. The selection and use of essential medicines, revisión 23.º, Organización Mundial de la Salud, Ginebra, 2023: https://iris.who.int/bitstream/handle/10665/371291/WHO-MHP-HPS-EML-2023.01-eng.pdf?sequence=1
  3. Mahler H. Prólogo. In: Antezana F, Seuba X. Medicamentos esenciales, historia de un desafío, Icaria, Barcelona, 2008.
  4. Quick JD, Hogerzeil HV, Velasquez G, Rago L. Twenty-five years of essential medicines. WHO, 2002; 80(11): 913-4. PMID: 12481216. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12481216/

18/12/2024 https://www.saluteinternazionale.info

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