I Sentinelli: La Resistenza non ha scadenza

Ogni anno, il 25 aprile, noi Sentinelli portiamo in piazza queste parole scritte sul nostro striscione: la memoria è cosa viva. Non solo, la Resistenza non appartiene solo alla memoria, è il nostro presente.

Se cercate Resistenza su Google prima esce Resistenza Italiana, poi resistenza elettrica.

Senza nulla togliere alla seconda, senza la quale le nostre vite sarebbero sicuramente diverse, questo semplice fatto ci conferma una cosa: la prima, quella con la R maiuscola, è ancora attuale.

Ma come? Non era tutto finito nel 1945? Non avevano già fatto tutto i partigiani? Ma adesso a che serve? Ma il fascismo non era morto e sepolto?

Nel combattere l’occupazione nazista, i partigiani lottavano per il raggiungimento di una società libera, governata da uguaglianza sociale e che rispettasse i diritti di tutti.

Grazie a loro l’Italia è stata liberata dal fascismo, ma il fascismo non è solo un periodo storico, l’ideologia fascista, la mentalità fascista sono ancora presenti e contrastano i principi fondanti di una società democratica tanto che ancora oggi rischia di minarne le fondamenta.

Ogni giorno è importante difendere valori come il rispetto degli altri a prescindere dall’etnia, dalla cultura e dalla religione, la tutela delle libertà fondamentali, la condanna della violenza, il contrasto al razzismo, alla sopraffazione, all’oppressione.

Pensiamo ai giovani nati in Italia da genitori stranieri a cui viene negata la cittadinanza, alle famiglie che non possono essere riconosciute come tali, ai figli senza diritti. Sulle nostre coste approdano ogni giorno persone che fuggono da guerre e persecuzioni e alle quali spesso vengono negati anche i diritti umani fondamentali, per le nostre strade ogni giorno qualcuno viene insultato, picchiato, discriminato in base al colore della pelle, al genere, o a una disabilità.

Ma a tutto questo c’è chi, nella società civile, in attesa di leggi adeguate che languono per inerzia o ostruzionismo, oppone resistenza.

La proposta di legge antifascista di iniziativa popolare nata a Stazzema, il DD Zan, la battaglia per lo ius soli, anche qui, con una proposta di legge di iniziativa popolare finita nel dimenticatoio, il riconoscimento alla nascita per i figli delle coppie omogenitoriali, quanto ancora dovremo aspettare perché si realizzino?

Nel frattempo, nella vita di ogni giorno, ognuno di noi decide se assistere passivamente a quello che succede o prendere una posizione, agire, resistere, appunto.

Pochi giorni fa, nel Liceo Gian Battista Vico di Napoli, un ragazzo FtM vuole usare il bagno dei maschi pur essendo biologicamente donna, ma la dirigente scolastica glielo vieta.

I compagni di classe scioperano, occupano un’aula e organizzano un dibattito sull’identità di genere e sull’uso dei bagni per le persone trans.

Resistenza.

Nell’ormai noto video, Beppe Grillo colpevolizza la ragazza che ha denunciato suo figlio per stupro perché il giorno dopo i fatti avrebbe fatto surf quindi, sicuramente, sta mentendo sulla violenza subita.

In risposta Eva Dal Canto, vittima di stupro, lancia la campagna #ilgiornodopo, invitando chi ha avuto la sua stessa drammatica esperienza a fare un post dicendo, appunto, cosa ha fatto Il giorno dopo. In tante accolgono il suo appello: Il giorno dopo… sono andata al lavoro, sono andata a scuola, avevo un esame importante, sono uscita a cena.

Resistenza.

Michele Dal Forno, giovane studente di Verona che lavora come rider, una sera vede una ragazza in difficoltà, minacciata da due adolescenti.

Potrebbe voltarsi dall’altra parte, ma decide di intervenire per difenderla e rimedia una coltellata al volto.

Resistenza.

Quando spegni la luce se non serve, quando cerchi di non sprecare acqua, quando fai la raccolta differenziata, quando invece della macchina prendi la bici, pensando a preservare l’ambiente per te, ma anche per chi verrà dopo, compi un atto di Resistenza.

Ogni donna poi, compie atti di Resistenza ogni giorno, in un mondo in cui sessismo, violenza domestica, discriminazione di genere sono ancora ferite aperte, barcamenandosi tra famiglia e lavoro, rifiutandosi di sorridere al capo che le fa i complimenti per il taglio di capelli mentre discute il budget, sempre se è così fortunata da riuscire ad avere una sedia.

Nell’ultimo anno ci siamo dovuti confrontare con un nemico nuovo: la pandemia. Siamo stati messi di fronte a una responsabilità collettiva, a un problema che è di tutti e che ha messo in evidenza come non mai le diseguaglianze che possono segnare la differenza tra la vita e la morte, anche tra vicini di casa. Nello stesso tempo siamo stati costretti a chiuderci in casa, a rivedere il nostro stile di vita, ridurre i contatti con le persone, diventare forse un po’ più egoisti, per proteggerci. E molti sono riusciti a superare questa (apparente?) contraddizione, a guardarsi intorno, vedere i bisogni degli altri e scegliere di mettersi a disposizione.

Chi ha raccolto computer per studenti che ne erano sprovvisti, chi ha consegnato spese e medicinali a persone anziane, chi ha aiutato famiglie in difficoltà, chi semplicemente ha alzato il telefono per chiedere “come stai?”.

E anche questo è Resistenza, mettere prima le persone, tutte le persone.

Resistenza è non voltarsi dall’altra parte, non arrendersi, non accettare l’ingiustizia, alzarsi in piedi e dire no, tendendo una mano, scendendo in piazza, quando serve.

Per il secondo anno di seguito il 25 aprile non abbiamo potuto riempire le piazze e camminare tutti insieme ma ci sono passi che possiamo fare ogni giorno. Ciascuno la propria piccola parte.

La resistenza oggi è questo.

Dicevamo che Resistenza è scendere in piazza, quando serve. C’è una legge che giace in Senato in attesa di essere approvata: la legge Zan. Una legge che va nella direzione di contrastare le discriminazioni e i reati d’odio, di promuovere il cambiamento culturale e di restituire dignità alle vittime di quei reati. Una legge che è il risultato di anni di tentativi e di attese.

Vi aspettiamo sabato 8 maggio alle ore 15, a Milano, in piazza della Scala, a gridare che questa attesa deve finire, che il tempo è (abbondantemente) scaduto!

I Sentinelli di Milano

28/4/2021 https://www.intersezionale.com

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