Il Codice Salvini allarga la giungla degli appalti: i morti di lavoro non sono ancora abbastanza?

Si abbassano i controlli e si liberalizza ulteriormente il sistema degli appalti, favorendo il subappalto ed eliminando la gara dalla quasi totalità dei lavori pubblici. È quanto prevede il Codice Salvini, come è stato soprannominato il nuovo testo sugli appalti varato ieri dal Consiglio dei ministri. L’Anac, l’autorità anticorruzione, ha reso noto nella sua ultima relazione annuale che delle 62.812 procedure per l’assegnazione di lavori pubblici del 2021, ben 61.731, cioè il 98,7%, sono state relative a gare di importo inferiore a 5 milioni di euro, quindi al di sotto della soglia prevista dal nuovo codice, 5,38 milioni, dalla quale scatterà d’ora in poi l’obbligo della gara.

Per lavori fino a 150mila euro è previsto l’affidamento diretto – “va benissimo il cugino o chi mi ha votato”, ironizza il presidente dell’Anac Busia –  e poi si utilizzerà la procedura negoziata senza bando per tutti gli altri che resteranno sotto la soglia, differenziandoli solo tra 5 e 10 inviti in base al valore, se sotto o sopra il milione di euro.

Con l’appalto integrato, che permetterà di attribuire con la stessa gara il progetto e i lavori, l’amministrazione pubblica verrà estromessa di fatto dalla fase progettuale, perdendo ulteriore capacità di controllo e di direzione. Così si fa largo non solo alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose, ma si rinuncia all’idea che la pubblica amministrazione possa svolgere una funzione di governo, mettendo lo Stato nelle mani delle imprese private.

Con il subappalto a cascata poi si procede direttamente verso la giungla. Mentre fino ad oggi un lavoro in subappalto non poteva essere oggetto di un ulteriore subappalto, con il nuovo codice non sarà più così e la Stazione appaltante potrà procedere ad una sequela infinita di cessioni di lavori ad altre imprese. Un meccanismo che favorirà la nascita di scatole vuote, senza dipendenti e create solo per appaltare lavori, e che porterà ad una ulteriore frammentazione del sistema.

Gli effetti di questa “semplificazione” non potranno che essere quelli di una maggiore pressione sui lavoratori, con tagli sui salari e sulle condizioni di sicurezza, abbassamento della qualità dei materiali utilizzati e ricadute a cascata sulla sicurezza, sulla qualità dei lavori e finanche sui costi per la P.A. che inevitabilmente cresceranno (dove aumenta la corruzione difficilmente si fa economia!).

E ad aumentare saranno anche gli omicidi sui posti di lavoro.

Unione Sindacale di Base

29/3/2023 https://www.usb.it/

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