Il diritto e il rovescio
“Sono esplose le malattie croniche. Serve un nuovo modello”. Ha affermato il Ministro della salute, Roberto Speranza. Dopodiché uno si aspettava che il Ministro parlasse di Case della salute, di UCCP, di Chronic Care Model, che rilanciasse il Piano nazionale della cronicità. Invece dal cilindro del Ministro esce un provvedimento che è perfino imbarazzante pronunciare: lo stanziamento nella legge di bilancio di 235 mln di euro per acquistare attrezzature per la diagnostica di primo livello da collocare negli studi dei medici di famiglia.
Imbarazzante per più motivi:
- Non ha nulla a che vedere con la gestione della cronicità, mentre assomiglia molto a una marchetta elettorale a fondo perduto, in un momento di totali ristrettezze di risorse proprio nel campo delle cure primarie (Quante Case della salute si sarebbero potute organizzare con quella cifra? Quanti infermieri e operatori sociali si sarebbero potuti assumere?).
- Dimostra un preoccupante deficit di cultura e di visione del Ministro, che pure al momento del suo insediamento aveva suscitato interesse e speranza;
- La proposta si colloca nell’alveo della tendenza che sta affondando la sanità italiana: quella di considerare il SSN una macchina per la produzione di singole, episodiche prestazioni. Se il SSN non le produce a sufficienza, nessun problema: provvederà qualche altra macchina, tanto un erogatore vale l’altro. Una tendenza perfettamente funzionale alla sanità mercantile e – a ruota – al mercato assicurativo.
Una tendenza, quasi inutile dirlo, che è esattamente il contrario, il rovescio, di una sanità attenta ai bisogni delle persone e delle comunità, che garantisce la presa in carico dei soggetti più fragili, che possiede le caratteristiche e gli attributi, sopra citati, del moderno modello di cure primarie.
Estratto dall’articolo di Gavino Maciocco
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18/12/2019
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