Il governo ruba ad anziani e bambini per dare alle imprese.

Cento milioni sot­tratti all’assistenza domi­ci­liare per i non auto­suf­fi­cienti e per gli asili nido, let­te­ral­mente rega­lati alle imprese. Il Babbo Natale degli impren­di­tori è — come suc­cede da qual­che mese — il governo. Che invece diventa un dia­bo­lico Cer­bero che manda all’inferno migliaia e migliaia di anziani, bam­bini e loro geni­tori tagliando il pochis­simo wel­fare esi­stente nel nostro meridione.

La scan­da­losa norma fa parte della legge di sta­bi­lità appro­vata a fine anno scorso. Ma solo oggi lo Spi Cgil lo ha sco­perto e pron­ta­mente denun­ciato, spe­rando in una retro­mar­cia dello stesso governo.
Si tratta del comma 122 dell’articolo 1 della legge di bilan­cio, la 190 appro­vata defi­ni­ti­va­mente il 23 dicem­bre del 2014.

Il comma recita testual­mente: «Al finan­zia­mento degli incen­tivi di cui ai commi 118 e 121 (i famosi 8.060 euro su base annua per 3 anni di «eso­nero dal ver­sa­mento dei com­ples­sivi con­tri­buti pre­vi­den­ziali a carico dei datori di lavoro», ndr) si prov­vede, quanto a 1 miliardo di euro per cia­scuno degli anni 2015, 2016 e 2017 e a 500 milioni di euro per l’anno 2018, a valere sulla cor­ri­spon­dente ripro­gram­ma­zione delle risorse del Fondo di rota­zione (…), già desti­nate agli inter­venti del Piano di azione coe­sione, (…) che, dal sistema di moni­to­rag­gio del Dipar­ti­mento della Ragio­ne­ria gene­rale dello Stato del Mini­stero dell’economia e delle finanze, risul­tano non ancora impe­gnate alla data del 30 set­tem­bre 2014».

E pro­prio i tec­nici della Ragio­ne­ria stanno chiu­dendo la rela­zione da pre­sen­tare al sot­to­se­gre­ta­rio alla pre­si­denza del Con­si­glio Gra­ziano Del­rio indi­cando quali capi­toli di spesa tagliare. Que­stione di giorni, se non di ore, con scelte già discusse e prese da parte dei diri­genti preposti.

La man­naia verrà — a meno di impro­ba­bili ripen­sa­menti dell’ultim’ora — dire­zio­nata verso 100 milioni dei 730 stan­ziati per l’infanzia e per l’assistenza domi­ci­liare per anziani non auto­suf­fi­cienti. Si tratta del cofi­nan­zia­mento ai fondi euro­pei per il Piano di azione e coe­sione (i famosi Pac) desti­nati alle regioni del Sud, avviati dal 2011 d’intesa fra il governo e la Com­mis­sione europea.

Per quanto riguarda la regione Cala­bria, ad esem­pio, si annul­le­reb­bero le risorse ora desti­nate agli asili nido. Per il resto delle regioni del mez­zo­giorno si sta par­lando comun­que di risorse fon­da­men­tali per un sistema di wel­fare già molto carente: la rete di assi­stenza domi­ci­liare è fon­da­men­tale in Sici­lia, Cala­bria e Cam­pa­nia anche per le enormi carenze in fatto di sanità.

Sfrut­tando il ritardo di que­ste regioni nell’impegno di risorse comun­que già stan­ziate e a bilan­cio — ma «non ancora impe­gnate alla data del 30 set­tem­bre 2014» — il governo potrà cam­biarne desti­na­zione d’uso, dirot­tan­dole verso gli sgravi alle imprese che hanno assunto dal primo gen­naio o assu­me­ranno da oggi in avanti.

Il governo ha fatto una scelta ben pre­cisa. Per­ché aveva — eccome — alter­na­tive. Ad esem­pio la stessa man­naia non sfio­rerà nean­che gli 11 miliardi di euro desti­nati alle infra­strut­ture. Che sicu­ra­mente sono fon­da­men­tali, ma non intac­cano diret­ta­mente la vita delle persone.

In pra­tica un decimo dei fondi — 100 milioni su un totale di un miliardo totale — viene repe­rito tagliando il wel­fare, per giunta alle regioni più bisognose.

Una deci­sione che manda su tutte le furie il sin­da­cato dei pen­sio­nati Cgil. «Il governo sta ali­men­tando una nuova guerra tra poveri — attacca Ivan Pedretti, segre­ta­rio nazio­nale dello Spi — . Decide di finan­ziare una misura che punta a dare lavoro, sot­traendo i fondi a chi ne ha più biso­gno: gli anziani e i bam­bini. Si col­pi­scono i sog­getti più deboli nelle regioni più inde­bo­lite: una scelta poli­tica for­te­mente ingiu­sta che con la nostra denun­cia spe­riamo di evi­tare sep­pur all’ultimo momento».

Sotto accusa c’è anche l’idea di uti­liz­zare i fondi sociali euro­pei. «In que­sti anni i cosid­detti Pac, i fondi euro­pei per la coe­sione sociale, sono stati uti­liz­zati come un ban­co­mat dai vari governi: ogni qual­volta ser­vi­vano risorse si attin­geva da lì, dando anche un mes­sag­gio sba­gliato alla stessa Unione Euro­pea: chie­diamo più inve­sti­menti in wel­fare e poi quei pochi che ci ven­gono con­cessi li utiz­ziamo per altro», accusa Pedretti.

Lo Spi Cgil pro­pone invece una ricetta dia­me­tral­mente oppo­sta. «Noi da anni soste­niamo e ci bat­tiamo per­ché i fondi sociali siano incre­men­tati, spe­cie al Sud dove ce n’è più biso­gno. Le risorse ci sono o pos­sono essere tro­vate: il governo non strom­bazza che sta recu­pe­rando mol­tis­sima eva­sione fiscale? E se non basta si metta una patri­mo­niale», chiude Pedretti.

Masismo Franchi

21/3/2015 www.ilmanifesto.info

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