Il Massacro di Al-Shuja’iyya riflette la deliberata Cancellazione dell’esistenza palestinese a Gaza da parte di Israele

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 10 aprile 2025 

Immagine di copertina: Il fumo si alza nel luogo di un attacco israeliano su un’area residenziale nel quartiere Shujaiyya di Gaza City, il 9 aprile 2025. AFP

Territorio Palestinese – L’orribile Massacro compiuto dalle forze israeliane nel quartiere di Al-Shuja’iyya, a Est di Gaza, segna una chiara intensificazione del Genocidio in corso e una palese negazione del Diritto alla Vita del popolo palestinese nella Striscia di Gaza. L’attacco rappresenta un tentativo esplicito e deliberato di Cancellare completamente la presenza palestinese a Gaza.

Il personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato che, intorno alle 9:28 di mercoledì 9 aprile 2025, aerei da guerra israeliani hanno lanciato numerosi attacchi aerei con bombe altamente distruttive su un isolato residenziale densamente popolato in Viale Baghdad, nel quartiere di Al-Shuja’iyya. L’attacco ha portato alla completa distruzione di circa dieci abitazioni, con i residenti ancora all’interno, causando la morte di oltre 35 civili e il ferimento di oltre 50.

I rapporti preliminari indicano che decine di persone rimangono intrappolate sotto le macerie. Sebbene le squadre di protezione civile siano riuscite a salvare alcune persone utilizzando strumenti di fortuna, le operazioni di soccorso hanno dovuto essere sospese entro sera a causa dell’estremo pericolo a cui erano esposti i soccorritori nell’area interessata.

Il personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha anche documentato le richieste di soccorso di persone intrappolate sotto le macerie, che imploravano aiuto e indirizzavano i soccorritori verso le loro posizioni. Nonostante l’urgente necessità di mezzi pesanti per rimuovere le macerie e raggiungere i sopravvissuti, le operazioni di soccorso si sono basate esclusivamente su metodi rudimentali e strumenti manuali. Alcune vittime sono morte per soffocamento o per ferite non curate a causa dei ritardi nelle operazioni di soccorso.

Oltre al Massacro, gli aerei da guerra israeliani hanno bombardato un’altra casa nello stesso quartiere, uccidendo altri cinque civili e ferendone diversi altri. Questo attacco faceva parte di un più ampio attacco ad Al-Shuja’iyya, iniziato all’alba di giovedì scorso con la detonazione di un robot carico di esplosivo, seguito da un bombardamento aereo su larga scala e da ordini di sgombero forzato. L’attacco è ancora in corso.

Fonti militari israeliane hanno tentato di giustificare il Massacro sostenendo che avesse preso di mira un “comandante militare di Hamas”, una narrativa ricorrente utilizzata per giustificare l’Uccisione deliberata di Massa di civili nell’ambito di una più ampia Campagna di Genocidio a Gaza. Israele ripete costantemente la stessa affermazione ogni volta che l’opinione pubblica globale si rivolta contro le sue azioni, sostenendo che stesse prendendo di mira i “militanti”, per giustificare gli attacchi contro i civili. Tuttavia, non fornisce alcuna prova verificabile né consente a organismi indipendenti di valutare la validità di tali affermazioni.

Queste affermazioni non esonera Israele dai suoi obblighi ai sensi del Diritto Internazionale, incluso il dovere di condurre indagini efficaci, assicurare i responsabili alle loro responsabilità e fornire risarcimento alle vittime. Né esonera gli altri Stati dalle loro responsabilità legali di indagare, garantire l’accertamento delle responsabilità e perseguire la giustizia per le vittime. L’accettazione automatica delle affermazioni infondate di Israele gli concede di fatto carta bianca per continuare a prendere di mira i civili con un falso pretesto legale, minando in definitiva l’integrità e l’efficacia del sistema giuridico internazionale.

Anche se un combattente fosse presente o transitasse nell’area, ciò non giustificherebbe i brutali Massacri né esonererebbe Israele dai suoi obblighi giuridici vincolanti ai sensi del Diritto Internazionale Umanitario. Questi obblighi includono l’adesione ai principi di Umanità, distinzione, necessità militare, proporzionalità e precauzione, che devono essere tutti rispettati nella pianificazione e nell’esecuzione di qualsiasi operazione militare, senza eccezioni. Ciò include le decisioni riguardanti i metodi e i mezzi di guerra, che devono essere concepiti per ridurre al minimo le vittime e i danni civili.

I dettagli del Massacro, in particolare l’ampia distruzione e l’elevato numero di vittime civili, non lasciano dubbi sul fatto che le forze israeliane abbiano palesemente ignorato i principi fondamentali del Diritto Internazionale Umanitario. L’attacco ha preso di mira un’area densamente popolata di civili, che ha colpito prevalentemente bambini, utilizzando armi altamente distruttive. È stato eseguito senza distinzione tra obiettivi militari e civili e senza adottare le precauzioni necessarie per prevenire o ridurre al minimo i danni ai civili. Nel loro insieme, queste circostanze indicano fortemente che l’attacco è stato coordinato e deliberatamente diretto contro i civili, confermando la natura illegittima dell’operazione e qualificandola come un grave Crimine internazionale che giustifica il perseguimento penale e la piena responsabilità.

L’Uccisione di Massa dei palestinesi è stata normalizzata, suscitando solo silenzio, come se Israele potesse apertamente e senza timore di ripercussioni morali o legali togliere la vita a civili palestinesi. Questa triste realtà sembra essere stata implicitamente accettata dalla comunità internazionale.

La tolleranza della comunità internazionale nei confronti di questo Modello Criminale in corso non è semplicemente un fallimento morale, ma costituisce una grave violazione degli obblighi giuridici statali e internazionali. Questa tolleranza trasforma di fatto l’Uccisione di Massa dei palestinesi da un atto Criminale a una politica pubblicamente attuata. In questo contesto, il silenzio globale equivale a una palese inadempienza al dovere legale di prevenire e punire il Genocidio, come previsto dalla Convenzione del 1948 per la prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio.

Il Metodo Israeliano di Uccisione riflette una politica chiara e deliberata volta a sradicare i civili palestinesi in tutta la Striscia di Gaza. Diffonde paura, priva le persone di un riparo e persino di una momentanea stabilità, costringe a ripetuti spostamenti e impone condizioni di vita mortali. La situazione è ulteriormente aggravata dai continui bombardamenti in tutta la Striscia, inclusi gli attacchi alle aree designate come “zone umanitarie” e la distruzione mirata di rifugi, molti dei quali si trovano all’interno delle strutture dell’UNRWA.

Tutti i Paesi, sia individualmente che collettivamente, devono adempiere ai propri obblighi legali e agire con urgenza per fermare il Genocidio nella Striscia di Gaza in tutte le sue forme. Devono adottare tutte le misure pratiche per proteggere i civili palestinesi. Sottolineiamo la necessità di garantire il rispetto da parte di Israele del Diritto Internazionale e delle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia e di garantire che Israele assuma le proprie responsabilità per i Crimini commessi contro il popolo palestinese. Inoltre, i mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale contro il Primo Ministro e il Ministro della Difesa israeliani devono essere eseguiti al più presto e la Corte deve essere autorizzata a processarli dinanzi alla giustizia internazionale.

La comunità internazionale deve imporre immediatamente sanzioni economiche, diplomatiche e militari a Israele in risposta alle sue sistematiche e gravi violazioni del Diritto Internazionale. Tali sanzioni dovrebbero includere il divieto di esportazione e importazione di armi che coinvolgono Israele; la sospensione di qualsiasi sostegno o cooperazione politica, finanziaria e militare; il congelamento dei beni finanziari appartenenti a individui responsabili di Crimini contro i palestinesi; e l’imposizione di divieti di viaggio a tali individui. Inoltre, qualsiasi privilegio commerciale e accordo bilaterale che fornisca a Israele vantaggi economici che consentano la prosecuzione delle sue azioni a Gaza deve essere sospeso senza indugio.

Infine, tutti gli Stati e le entità interessate devono ritenere responsabili i governi complici, in primis gli Stati Uniti, insieme ad altre nazioni che forniscono a Israele sostegno diretto o indiretto nella perpetrazione dei suoi Crimini. Qualsiasi forma di assistenza o collaborazione con i settori militare, dell’intelligence, politico, legale, finanziario o mediatico di Israele contribuisce alla continuazione delle atrocità contro il popolo palestinese.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

11/4/2025 https://www.invictapalestina.org

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