Il “modello Piemonte” per finanziare le associazioni antiabortiste

Durante la scorsa campagna elettorale, fra i temi urlati è comparso anche quello dell’aborto. Erano decenni che non succedeva.

A un certo punto nel programma delle destre è spuntato anche l’obiettivo di adottare il “modello Piemonte” che consiste in un piano per finanziare le associazioni antiabortiste e renderle accreditabili nei consultori e negli ospedali, per abbattere i diritti  all’autodeterminazione delle donne, delle soggettività lgbtqia+, e che si occupa  anche (sulla scia dei fatti di Bibbiano) di famiglie e di genitorialità.

Insomma, una esauriente anteprima di quello che ci aspetterà nella prossima legislatura. E l’elezione di Fontana è un primo concreto passo significativo.

Il tutto sulla falsariga di “Agenda Europa”, quella che realizzò il congresso di Verona. “Ripristinare l’ordine naturale: la visione degli estremisti religiosi per mobilitare le società europee contro i diritti umani sulla sessualità e la riproduzione” scritto da Neil Datta, segretario dell’ EPF. (european parliamentary forum for population and development) (https://www.epfweb.org/node/175) dove vengono analizzati dei documenti che mostrano una dettagliata strategia estremista chiamata “Ripristino dell’Ordine Naturale”: un’Agenda per l’Europa”, che mira a ribaltare le leggi esistenti sui diritti umani fondamentali legati alla sessualità e alla riproduzione, come ad esempio, il diritto al divorzio, l’accesso alla contraccezione e all’aborto.

Dal giugno 2019 la Regione Piemonte ha un governo di centrodestra all’interno del quale ci sono determinatissimi esponenti dell’estrema destra.

In particolare, l’assessore Marrone Maurizio (FdI) che ha, fra le altre, le deleghe alle politiche sociali e all’integrazione socio-sanitaria.

E’ dal giugno 2019 che, a piccoli passi tutti conseguenti fra di loro, Marrone prepara il terreno.

La Rete +di194voci (più di 50 associazioni di Torino info@piudi194voci.it, Facebook, Instagram, Sito web) si è costituita nel 2020 perchè fin da subito abbiamo intuito la concatenazione dei piccoli passi, cosa non sempre percepita dall’opposizione. Su questo sarà obbligatorio un drastico cambio di passo!

Marrone ha cominciato tirando fuori dal cassetto una vecchia delibera di Cota (Lega) del 2012, “dimenticata” in quel cassetto e quindi non abrogata dalla giunta di centrosinistra che seguì. Le delibere non scadono mai per cui a dicembre 2020, in applicazione di quella vecchia delibera ecco che ne spunta una nuova per l’accreditamento delle associazioni private presso le Asl. Poi è arrivato il bando, poi c’è stata la predisposizione degli elenchi (99% di associazioni integraliste antiabortiste) e infine, ad aprile 2022, uno storno di 400mila euro (legge di bilancio regionale) in favore di un fantomatico “Fondo vita nascente”. Tutti passaggi sottoposti a votazione.

E infine, il 10 ottobre è stata approvata la delibera attuativa del “Fondo vita nascente”.

Si tratta delle modalità di accesso e dei criteri di assegnazione dei 400mila+60mila euro ai progetti presentati dalle associazioni iscritte all’albo che fu creato ad hoc. Compresi 46mila euro per la pubblicità. Avremo le nostre città invase da cartelloni antiabortisti con il logo della Regione Piemonte? La delibera comincia con: evitare che l’aborto divenga uno strumento di controllo delle nascite”.

Come si vede, quello di Marrone è un progetto che viene da lontano i cui obiettivi sono chiarissimi.

Oltre ad essere una grave offesa nei confronti delle donne gestanti in difficoltà (una mancetta patriarcale irrisoria e solo per 100 donne) e oltre a rappresentare un pesantissimo attacco alla legge 194 e alla 405 sui consultori, il Fondo Vita Nascente è  una impalcatura privata che entrerà e affiancherà i consultori e gli ospedali per occuparsi di quella che loro chiamano natalità usando denaro pubblico.

Di tutto la Sanità Pubblica aveva bisogno, ci mancava il pezzo del terzo settore integralista che “intercetta” (questo è il termine usato) le donne che non intendono portare avanti una gravidanza indesiderata.

In questo modo trova applicazione il Salvini pensiero “…bisogna tornare a mettere al mondo i figli senza tanti problemi..”, ispirandosi alle politiche di Orban.

La 194 è un diritto che da 44 anni (nel bene e nel meno bene) è formalmente garantito nel nostro Paese.

I soldi pubblici vanno usati per la prevenzione e per rimuovere le barriere che non consentono alle donne di portare avanti una gravidanza desiderata.

E’ di vitale importanza che tuttə noi continuiamo a difendere l’autodeterminazione!

Carla Quaglino

Rete femminista  piemontese “Più di 194voci”

19/10/2022 https://transform-italia.it

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