Il popolo cubano in piazza

Marcia storica contro il blocco e la lista del terrorismo.

Scoprite come il popolo cubano si è unito in una storica marcia per chiedere la fine del blocco degli Stati Uniti e la rimozione di Cuba dall’elenco degli sponsor del terrorismo. Con testimonianze, immagini e l’impatto della #MarchoXCuba sui social media, questa storia fotografica cattura la forza e la resistenza del popolo cubano.

Il 20 dicembre, il popolo cubano, in rappresentanza dell’intera nazione, ha organizzato una storica marcia per chiedere la fine del blocco economico degli Stati Uniti e la rimozione di Cuba dalla famigerata lista dei Paesi sponsor del terrorismo. La marcia, che ha riunito più di 500.000 persone, è stata un grido collettivo di resistenza e un appello alla solidarietà internazionale.

La marcia: un grido di libertà

Nel suo discorso prima della marcia, il Presidente Miguel Díaz-Canel ha denunciato la politica di blocco e l’inclusione di Cuba nella lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo da parte degli Stati Uniti, definendola “spietata” e “immorale”. Ha sottolineato che l’amministrazione Biden non ha fatto nulla per allontanarsi dalle politiche di asfissia economica ereditate dall’amministrazione Trump e ha accusato i gruppi paramilitari statunitensi di promuovere azioni terroristiche contro Cuba dal sud della Florida.

Díaz-Canel ha esortato Biden a rimuovere Cuba dalla lista, riconoscendo che il Segretario di Stato Antony Blinken ha ammesso che non c’è alcuna giustificazione per farlo. Il presidente ha anche sottolineato che la marcia non è antiamericana, ma una protesta contro l’imperialismo e la violazione della sovranità cubana, chiedendo rispetto e pace per il popolo cubano.

Nelle immagini catturate durante la marcia, il Malecon dell’Avana era pieno di volti determinati, che portavano striscioni e bandiere cubane con messaggi come “Cuba non è terrorismo” e “Biden, togli Cuba dalla lista”.

L’energia nella Tribuna Antimperialista e lungo tutto il Malecon era palpabile. Il popolo cubano, di tutte le età, si è unito in un atto di civiltà e patriottismo, ricordando che la lotta per la dignità nazionale è un compito che riguarda tutti i cubani.

Testimonianze del popolo

Le voci della folla riflettevano l’indignazione e la speranza di un popolo che non si piegherà di fronte all’ingiustizia. “Questa lista è un insulto alla nostra sovranità”, ha dichiarato una donna di mezza età. “Non siamo terroristi, siamo un popolo che lotta per il proprio futuro”.

Alberto, un cittadino che ha partecipato alla marcia, ha spiegato di essere venuto perché vuole che suo figlio viva in un Paese senza blocchi. “Questa marcia è stata una manifestazione del sostegno del popolo cubano alla rivoluzione”, ha detto in un’intervista. “E noi siamo qui per riaffermarlo”.

Un giovane attivista, vestito con una maglietta con la bandiera cubana, ha detto: “Questa marcia non è solo per noi, è per tutti i popoli del mondo che soffrono a causa di decisioni politiche ingiuste. Vogliamo che il mondo sappia la verità su Cuba.

Solidarietà internazionale

La marcia è stata anche un’occasione per ricordare la solidarietà di altri Paesi con la causa cubana. Sugli striscioni e sui social network sono stati evidenziati i messaggi di sostegno dei leader e delle organizzazioni internazionali che hanno denunciato l’ingiustizia di mantenere Cuba nella lista dei patrocinatori del terrorismo.

“Il mondo è con Cuba”, recitava uno striscione della marcia. E al di là delle differenze politiche, la giustizia e la verità trovano sempre un’eco nei cuori di coloro che difendono i diritti umani.

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L’appello al Presidente Biden

Uno dei punti centrali della marcia è stato l’appello al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden affinché rimuova Cuba dalla lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo. “È ora che gli Stati Uniti smettano di criminalizzare un popolo che cerca solo di vivere in pace”, ha sottolineato un oratore durante la manifestazione finale.

Le immagini della marcia mostravano intere famiglie, giovani, anziani e lavoratori di vari settori, tutti uniti dallo stesso scopo: chiedere rispetto e giustizia per il loro Paese.

La mobilitazione sui social media: #MarchoXCuba

La marcia non è stata vissuta solo nelle strade, ma anche sui social media, dove l’hashtag #MarchoXCuba ha fatto tendenza in tutto il Paese. Durante la marcia, questo hashtag ha raggiunto 33,3 mila messaggi, mantenendo un volume significativo di contenuti che riflettevano l’energia e l’impegno dei cubani.

Molti dei tweet hanno espresso sostegno alla marcia e alla Rivoluzione cubana, utilizzando hashtag come #MarchoXCuba, #TumbaElBloqueo e #CDRCuba. Alcuni utenti hanno anche fatto appello all’unità e alla solidarietà tra i cubani, sottolineando l’importanza di fare fronte comune contro l’ostilità degli Stati Uniti.

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L’impatto di #MarchoXCuba

L’hashtag #MarchoXCuba non è stato solo uno strumento di mobilitazione, ma anche un fenomeno che ha riflesso la forza e l’unità del popolo cubano nella sua lotta per la giustizia e la dignità. Sebbene inizialmente destinato esclusivamente alla marcia, la sua portata e rilevanza si è estesa oltre l’evento, diventando un simbolo di resistenza e solidarietà.

Un hashtag che ha collegato milioni di persone

Nelle ultime 24 ore, #MarchoXCuba ha raggiunto 33,3 mila post, diventando una delle tendenze più in vista nella regione di Cuba. Questo volume di contenuti non solo riflette l’ampia partecipazione alla marcia, ma anche la capacità del popolo cubano di organizzarsi ed esprimere la propria voce sui social media.

L’hashtag è diventato uno spazio per condividere immagini, video e testimonianze della marcia, mostrando la grande partecipazione e l’energia che ha caratterizzato l’evento. Molti utenti hanno utilizzato #MarchoXCuba per esprimere il proprio sostegno alla Rivoluzione cubana, chiedere l’eliminazione del blocco economico e la rimozione di Cuba dalla lista degli sponsor del terrorismo.

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Il senso di unità e resistenza

L’analisi dei post con #MarchoXCuba ha evidenziato un sentimento predominante di unità, patriottismo e resistenza. Gli utenti non solo hanno espresso il loro sostegno alla marcia, ma hanno anche sottolineato l’importanza di rimanere uniti di fronte alle politiche esterne che considerano dannose per Cuba.

Anche hashtag complementari come #TumbaElBloqueo e #CDRCuba sono stati ampiamente utilizzati, rafforzando il messaggio che la lotta cubana non è solo una marcia, ma una resistenza continua contro le ingiustizie.

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L’appello alla comunità internazionale

Oltre a mobilitare i cubani, #MarchoXCuba ha avuto anche un impatto globale. Molti tweet erano rivolti alla comunità internazionale, esortandola a riconoscere e rispettare la sovranità e le conquiste rivoluzionarie di Cuba. Questo approccio ha permesso al messaggio della marcia di raggiungere i confini di Cuba, generando sostegno e solidarietà tra la diaspora cubana e i sostenitori della causa in tutto il mondo.

L’intelligenza artificiale della piattaforma X, chiamata Grok, ha confermato che #MarchoXCuba ha fatto tendenza, evidenziando il suo utilizzo per protestare contro il blocco economico e l’inclusione di Cuba nella lista degli sponsor del terrorismo.

 Grok 2 newL’hashtag #MarchoXCuba, in voga sui social media, soprattutto su X, ha segnato un momento significativo di mobilitazione ed espressione collettiva a Cuba. Nel dicembre 2024, questo hashtag è diventato un simbolo di resistenza e solidarietà, rifiutandosi di diventare trend quando più di 500.000 abitanti dell’Avana hanno partecipato a una marcia all’Avana.L’impatto di #MarchoXCuba è stato molteplice: in primo luogo, è servito come piattaforma per la popolazione cubana e i suoi sostenitori all’estero per esprimere la loro opposizione al blocco economico imposto dagli Stati Uniti, descritto da molti come “genocida”. È stato anche un modo per protestare contro l’inclusione di Cuba nella lista degli Stati sponsor del terrorismo, una misura che molti considerano infame e dannosa per l’economia e la vita quotidiana del popolo cubano.

Conclusione: un grido di resistenza

La marcia del popolo cubano è stata più di una dimostrazione: è stata un grido di resistenza e un appello alla coscienza del mondo. Con ogni passo e ogni tweet, i cubani hanno dimostrato che non si arrenderanno di fronte all’ingiustizia e che continueranno a lottare per la loro dignità e il loro futuro.

Come ha detto un manifestante alla fine della giornata: “Questa non è solo una marcia, è un movimento. E il movimento continuerà finché la nostra voce non sarà ascoltata”.

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

23/12/2024

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