Sempre e solo austerità nella sanità pubblica
È stata approvata al Senato la legge di bilancio per il 2023 e ritorna l’austerità nella spesa sanitaria1. La legge di bilancio appena varata ha previsto alcuni aumenti per il finanziamento del Fondo sanitario nazionale pari a 2,15 miliardi nel 2023; 2,3 miliardi nel 2024 e 2,6 miliardi nel 20252. Tuttavia questi aumenti andranno principalmente a coprire l’incremento del costo dell’energia per gli ospedali e le strutture sanitarie e non riusciranno a risolvere le criticità della sanità pubblica causati da decenni di tagli come i pronto soccorso al collasso e la carenza di personale3.
Il quadro rimane quindi restrittivo e la spesa dello Stato per la sanità pubblica misurata in rapporto al Pil torna ai livelli pre-pandemia. La figura 1 mostra l’evoluzione della spesa sanitaria pubblica in percentuale del Pil a partire dal 2001. I dati fino al 2021 sono ottenuti dalla banca dati dell’OCSE mentre i valori dal 2022 al 2025 sono ottenuti dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) presentata dal governo Meloni a novembre 2022 che aggiornava quella presentata dal governo Draghi a settembre dello stesso anno4 .
Figura 1. Spesa sanitaria pubblica in Italia dal 2001 al 2025. I valori dal 2022 al 2025 sono ottenuti dalla NADEF 2022 di novembre. Valori in percentuali del Pil.
Il calo dell’indicatore negli anni di previsione è netto. Si passa da un valore del 7 per cento nell’anno appena concluso al 6,6 nel 2023, al 6,2 nel 2024, al 6 nel 2025. Dopo l’aumento di spesa dovuto all’emergenza della pandemia nel 2020 e nel 2021 ritorna quindi l’austerità nella sanità pubblica. L’indicatore scende addirittura sotto la media del periodo 2001-2019 che è all’incirca del 6,5 per cento.
Che stia iniziando una nuova stagione di tagli alla sanità pubblica anche maggiore di quella che si era aperta del 2011 con il governo Monti? A partire dal governo tecnico di Mario Monti era iniziata una fase di contenimento della spesa sanitaria proseguita dai governi seguenti che aveva portato il rapporto spesa sanitaria pubblica Pil a scendere da un valore del 7 per cento nel 2011 (a cui si era arrivati anche a causa della caduta del Pil a seguito della crisi globale) ad un valore del 6,4 nel 2019 con le conseguenze disastrose che abbiamo visto con lo scoppio della pandemia.
Nella figura 2 abbiamo confrontato i valori della spesa sanitaria pubblica in percentuale del Pil per l’Italia con il valore massimo, minimo e mediano per ogni anno dal 2001 al 2019 tra i paesi più grandi della zona euro (Austria, Belgio, Francia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna). La linea rossa indica il valore minimo nel campione di paesi per ogni anno, la linea nera indica il valore massimo, la linea gialla indica il valore mediano mentre la linea blu indica il valore dell’Italia. Se fino agli anni della crisi globale il valore dell’Italia era rimasto vicino al valore mediano dei maggiori Paesi della Zona euro, in alcuni anni superandolo, a partire dalla crisi globale il rapporto spesa sanitaria pubblica Pil è inferiore al valore mediano delle principali economie della zona euro ed a partire dal 2010 entra in un sentiero di discesa che prosegue fino al 2019. Inoltre possiamo osservare un netto aumento della dispersione dei valori di spesa a partire dagli anni della crisi globale. Si osserva infatti un chiaro allontanamento dei valori minimi (linea rossa) da quelli massimi (linea nera) segno che il divario tra i Paesi con elevati tassi di spesa e quelli che invece hanno ridotto la spesa sanitaria è aumentato drammaticamente a seguito delle politiche di austerità che hanno coinvolto maggiormente i Paesi dell’area periferica della Zona euro.
Figura 2. Spesa sanitaria pubblica dal 2001 al 2019 nei maggiori Paesi dell’Eurozona. valori in percentuali del Pil.
Abbiamo ripetuto lo stesso esercizio utilizzando i dati della spesa sanitaria pubblica espressa in rapporto al totale della spesa sanitaria. Più alto il valore del parametro, maggiore è il supporto dello stato alla spesa sanitaria. Al contrario, più basso il valore dell’indicatore, maggiori saranno le spese sanitarie sostenute direttamente dai cittadini. In Italia il coinvolgimento dello Stato nella spesa sanitaria arretra a partire dal 2010 per assestarsi al di sotto del valore mediano dei maggiori Paesi dell’Eurozona che in media è pari al 75 per cento. Anche qui la forbice tra i valori massimi ed i valori minimi è particolarmente alta con un distacco medio pari all’incirca a 20 punti percentuali, segno ancora di profonde differenze nei livelli di welfare pubblico tra i Paesi della Zona euro. È opportuno tenere a mente queste questioni specialmente in vista della revisione della governance fiscale europea. Si potrebbe ad esempio ripensare delle regole fiscali che escludano la spesa sanitaria dal calcolo del deficit. In maniera ancor più coraggiosa si potrebbe ripensare la politica fiscale in Europa in termini di benessere dei cittadini, guidata da principi democratici e non da regole tecnocratiche5 .
Figura 3. Spesa sanitaria pubblica dal 2001 al 2019 nei maggiori Paesi dell’Eurozona. Valori in percentuale della spesa sanitaria totale.
Il governo italiano sembra invece voler proseguire sulla strada dell’austerità riportando i valori della spesa sanitaria pubblica in termini di Pil al di sotto dei valori pre-pandemia con conseguenze potenzialmente disastrose per i cittadini. Come suggerito da Sbilanciamoci! il governo dovrebbe impegnarsi per mantenere la spesa sanitaria al 7 per cento del Pil. La sanità pubblica in Italia è un bene che va protetto.
NOTE:
1 I dati ed i codici per riprodurre i grafici presentati nell’articolo sono disponibili alla seguente pagina GitHub https://github.com/Alessandro1984/Sbilanciamoci_spesa_sanitaria.
2 Per un quadro dettagliato si veda Approvata la prima legge di Bilancio del Governo Meloni. Fondo sanitario sale a 128,211 miliardi, da quotidianosanità.it.
3 Su questo si veda l’articolo di Rachele Gonnelli su Sbilanciamoci, Sanità definanziata, i pronto soccorso già al collasso.
4 Documento di economia e finanza 2022 – Nota di aggiornamento – Versione rivista e integrata. I valori aggiornati potrebbero essere leggermente diversi.
5 Su questo si veda ad esempio La riforma delle regole fiscali nell’UE dopo il corona più importante che mai di Achim Truger (versione disponibile solo in tedesco).
Alessandro Bramucci
3/1/2023 https://sbilanciamoci.info
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