Il segreto di Solveig

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Olivier Sorin I Libri di Mompracem, 2024

La felicità ha sempre un’insolita compagnia, non si muove mai da sola. Per questo negli occhi di un uomo bisogna sempre cogliere quello che passa, perché ad occhi esterni questo nobile sentimento può essere interpretato come pura follia.

Certo, un segnale di follia positiva, ed è quello che attraversa Sandor, protagonista di questo romanzo di Olivier Sorin, “Il segreto di Solveig”, appena pubblicato da “I libri di Mompracem”, bellissima casa editrice fiorentina attenta anche alle piccole realtà fuori dai confini con un lavoro di scouting minuzioso.

Olivier Sorin, autore nato in una casa popolare di una banlieue parigina, si annuncia e si presenta con questa sua prima opera tradotta in italiano da Giovanni Agnoloni.

Quale mistero nasconde Solveig, la giovane donna che il fotografo Standor incontra per caso nella corsia di un supermercato parigino e che, da quel momento, entra per sempre nella sua vita?

Il romanzo si srotola in un arco di tempo che durerà vent’anni e lungo direttrici molto particolari: si parte dalla Francia, si passa in Marocco e, poi, in Italia con un viaggio nella bellezza Toscana tra le sue bellezze rinascimentali.

L’amore che Sandor prova per Solveig rimarrà presente nello spazio di un autunno per poi svanire senza spiegazioni dentro un inverno, tra appuntamenti mancati, piccoli barlumi di felicità e lunghe e penose assenze.

Ogni volta che Solveig scompare, Standor intraprende estenuanti ricerche e ogni volta lascia qualcosa di nuovo dentro di sé. Tutto questo basta a riempire una vita, a farne una ragione per credere in qualcosa spinto dalla passione.
Sandor si tormenterà e crescerà dentro di lui un’ossessione per capire e svelare quello che è diventato un mistero.
Nascerà un’indagine che ha il suo punto di partenza a Parigi, città capace di donare scorci di nostalgia e di malinconia, attraverso la città marocchina di Essaouira che, da luogo di fuga dai tormenti del protagonista, si convertirà in un’aspettata fonte di oracoli fotografici, densi di spunti per rintracciare lei, la donna amata e misteriosa, trovarla e percorrere brevi tratti di vita.
Le persone e le cose si apprezzano soltanto quando sono lontane e questo rappresenta il filo conduttore del libro perché la lontananza fa crescere l’amore.
Disperazione e ansia sono i sentimenti di un conflitto estremo che vive il protagonista.

Il libro è strutturato in quattro parti: suddivise in capitoli mentre l’ultima parte è un epilogo, una composizione di pura fantasia che non ha riscontri con la realtà perché la storia va oltre l’anno 2020.
La scrittura è agile, efficace, coinvolge subito il lettore e la passione di Olivier Sorin si fonde in queste pagine con gli ingredienti che spingono l’amore verso l’alto.
Romanzo ironico, incandescente ci rivela uno autore di grande qualità che riflette sulla complessa geometria del disordine del ventunesimo secolo, dove l’amore, la solitudine, il mistero, si combinano in un vasto murale di un mondo in affanno.
Certamente ingredienti forti a cui il mondo non può dare risposta, e come solo una certa letteratura può fare sottoponendo le menti a un esame improrogabile.
Dando prova di un talento affabulatorio che rasenta i confini del realismo, Olivier Sorin tratteggia i suoi personaggi all’insegna del coraggio e della curiosità, quella bramosia di voler per forza conoscere.

E la realtà dei luoghi toccati e raccontati è anche un grande luogo dell’introspezione, simbolo di ciò che sembra perduto e poi improvvisamente ritrovato, di ciò che si era o si poteva essere, dei sogni più belli, che restano sogni perchè non si avverano.

Giorgo Bona

Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

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