Il virus nelle elezioni americane 2020
Duecentomila morti e ventimila bandiere per ricordarli. È un’immagine forte che si scaglia contro il cielo azzurro a contrasto con il Washington Monument – l’obelisco del centro di Washington D.C. davanti alla Casa Bianca. Le bandiere – posizionate in terra il 22 settembre e che resteranno fino al tramonto del 23 settembre – rappresentano le vite perse a causa della pandemia COVID-19. Un’azione simbolica, guidata dal “The Covid Memorial Project”[1]– Il Progetto in Memoria della COVID – con lo scopo di fare memoria e di dire apertamente che “queste vite sono ben oltre un valore statistico – queste vite erano famiglie, amici, vicini di casa”, come recita la presentazione ufficiale.[2]
Negli scorsi otto mesi, gli Stati Uniti sono stati profondamente colpiti dalla pandemia e malgrado rappresentino soltanto il 4% della popolazione mondiale, hanno registrato il 22% dei casi confermati di infezione COVID-19, con circa 7.2 milioni di casi e oltre 207.211 morti[3] (al 1° ottobre). Diverse le critiche avanzate a Donald Trump – riconosciuto positivo al coronavirus lo scorso venerdì 2 ottobre – per la sua risposta alla pandemia: dalla mancanza di considerazione alla minimizzazione della serietà della infezione, fino a smentire la stessa Agenzia federale per la salute pubblica e ad incolpare l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Cina. Con l’arrivo dell’autunno, il direttore dell’Istituto Nazionale per le Allergie e Malattie Infettive (NIAID), il dottor Anthony Fauci richiama l’attenzione sulla pandemia, frenando l’ottimismo del presidente Trump, che recentemente ha ammesso di aver “coperto la verità” sul pericolo del virus[4], ma che cerca di neutralizzare la perdita di credibilità mirando ad avere il vaccino prima del voto.[5] “Ragioni politiche non possono e non devono accelerare l’approvazione di un vaccino”, avvisa ancora il dottor Fauci.[6] Purtroppo, però, durante il primo dibattito elettorale tra il presidente Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden la questione non è stata affrontata seriamente; anzi, ancora una volta, è stata politicizzata. Uno spettacolo desolante, dove tra litigi, interruzioni e nessun discorso politico, né alcuna visione strategica, in discussione c’è stato davvero molto poco, a fronte però delle molte vite perse.
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Marzia Ravazzini
5/10/2020 https://www.saluteinternazionale.info
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