ILVA: A TARANTO SI CONTINUA A MORIRE

Lo studio condotto dal Centro Europeo per l’Ambiente e la Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con sede a Bonn, ha confermato quello che già si sapeva:

che le sostanze cancerogene e inquinanti dell’ILVA avvelenano il territorio e uccidono lavoratori e cittadini

Secondo l’Oms è chiaro che l’acciaieria di Taranto, pur rappresentando un’importante risorsa per il Paese in termini di economia e occupazione, “ha da diversi decenni un impatto ambientale negativo, con notevoli emissioni di vari inquinanti che interessano vaste aree, anche densamente popolate come la stessa città di Taranto e i Comuni circostanti”. Il Rapporto conferma che “gli impatti sulla salute umana sono stati ampiamente studiati nel corso degli anni, riscontrando eccessi di numerose malattie e tassi di mortalità documentati e denotando un preoccupante profilo sanitario per la popolazione locale”.

La valutazione di impatto sanitario riguarda solo la popolazione di over 30 anni, i bambini sono rimasti fuori: e non considera gli effetti sinergici dovuti all’esposizione a più sostanze chimiche contemporaneamente, né gli effetti aggiuntivi dovuti all’esposizione agli stessi contaminanti attraverso vie di esposizione diverse da quella inalatoria, come la contaminazione dei suoli, degli alimenti o delle acque, nonché l’impatto dei rifiuti urbani o speciali:.

Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) smentisce tutti quelli che ritenevano accettabile l’inquinamento dell’ILVA a Taranto dopo il 2012, governo Confindustria e sindacati complici.

Come scrive il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente a Taranto, “I vari decreti salva-Ilva non hanno non hanno evitato nuove morti ne fermato l’inquinamento. Le emissioni nocive dello stabilimento Ilva continuano ad essere incompatibili con la salute dei lavoratori e con la salute pubblica. Anche se lo studio Oms registra una riduzione del danno sanitario – grazie anche alle lotte della popolazione e  all’intervento della magistratura,  i dati evidenziano che la salute dei cittadini continua a peggiorare, perche  non tiene in considerazione i danni sanitari relativi all’inquinamento di acqua e suolo, e quindi alla contaminazione della catena alimentare”.

“E anche perché, come emerge dallo studio Oms, il piano ambientale non è in grado di annullare le morti premature ma solo di ridurle”.

“E’ ben magra soddisfazione scoprire che l’inquinamento uccide di meno quando non si deve morire di inquinamento. Si passerebbe infatti, secondo lo studio Oms, da un eccesso di mortalità stimabile nel periodo di gestione dei Riva in un range di 27-43 morti premature annue a un eccesso di mortalità stimabile in un intervallo annuo di 5-8 morti premature se fossero invece applicate le prescrizioni previste dall’Aia 2015”.

Ma è davvero incredibile che in un Paese che vuol essere civile e si proclama attento ai bisogni dell’uomo e in una città che secondo qualcuno, stava rinascendo, si pensi ancora lontanamente che sia legittimo anche un solo morto dovuto alla fabbrica siderurgica!

“Noi – dicono infatti i rappresentanti del Comitato – non vogliamo un inquinamento che uccida di meno: noi non vogliamo morire di inquinamento. Noi non vogliamo che la guerra faccia meno vittime, noi vogliamo eliminare la guerra alla radice. Questo è il punto su cui solleviamo un problema etico ma anche giuridico. Non ci accontentiamo di morire di meno, di avere meno vittime. Noi vogliamo porre fine alle morti premature evitabili”.

Dunque, la conclusione e che “se un inquinamento si protrae nel tempo e un autorevole studio internazionale stima morti premature allora la cosa non può lasciare indifferente la magistratura. Da ora in poi, con i dati Oms che vanno a confermare le precedenti Valutazioni Danno Sanitario, non si può più considerare normale una situazione anomala.

Questo rapporto dell’OMS a nostro parere costituisce notizia di reato e ci attiveremo pertanto con un esposto alla Procura affinché venga acquisito dalla magistratura per ogni migliore sua valutazione in ordine alle condotte e agli eventuali responsabili”.

In ultimo c’è anche una domanda che il Comitato vuole porre ai sostenitori della decarbonizzazione fra dieci anni: “sono accettabili dalle 50 alle 80 morti premature complessive da oggi a dieci anni?”.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

24/1/2022 https://www.comitatodifesasalutessg.com/

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