In che modo le forze israeliane hanno intrappolato e ucciso i raver al Nova Festival
The Cradle. Di William Van Wagenen. Nuove prove indicano che sono state le forze di sicurezza israeliane, e non Hamas, a causare il maggior numero di vittime al festival musicale – morti civili che sono state poi utilizzate per giustificare il genocidio di Tel Aviv a Gaza.
I dirigenti israeliani sostengono che il 7 ottobre Hamas, con l’operazione Al-Aqsa Flood, abbia compiuto un massacro di 364 civili israeliani presenti al festival musicale Nova, vicino a Gaza, in modo premeditato e accurato. Israele sostiene che Hamas e gli altri palestinesi hanno avuto diverse ore per uccidere i partecipanti alla festa israeliana prima che l’esercito raggiungesse il luogo.
Tuttavia, sono emersi nuovi dettagli che dimostrano che la polizia di frontiera israeliana è stata dispiegata nel sito di Nova prima che Hamas si imbattesse nel festival, provocando l’inizio di un’ampia battaglia.
Sebbene alcuni raver siano stati effettivamente uccisi dalla resistenza palestinese – sia intenzionalmente che nel caos della battaglia – le recenti prove diffuse suggeriscono che la maggior parte delle morti civili sono state inflitte dalle stesse forze israeliane.
Questo a causa della schiacciante potenza di fuoco impiegata dalle forze di occupazione – compresi gli elicotteri d’attacco Apache – e perché Tel Aviv ha emanato la controversa Direttiva Hannibal per impedire ad Hamas di fare prigionieri i partecipanti al festival israeliano.
Operazione Philistine Horseman.
Alle 6:30 del mattino, subito dopo l’alba del 7 ottobre, i combattenti dell’ala militare di Hamas, le Brigate Qassam, hanno lanciato la loro operazione militare sparando una raffica di missili verso Israele. Migliaia di combattenti di Hamas e di altre fazioni hanno violato la barriera di confine di Gaza in vari punti per attaccare le basi militari israeliane circostanti e per fare prigionieri gli abitanti degli insediamenti da utilizzare per un accordo di scambio con i numerosi detenuti nelle carceri israeliane.
Anche se l’esercito avrebbe impiegato ore per rispondere, le unità della polizia di frontiera sono invece intervenute rapidamente. Alle 6:42, appena 12 minuti dopo l’avvio dell’operazione Al-Aqsa Flood, il comandante del distretto meridionale della Polizia israeliana, Amir Cohen, impartiva un ordine in codice denominato Philistine Horseman, inviando agenti e polizia di frontiera, già in stato di allerta, nei luoghi della battaglia.
Tra questi, anche i membri dei commando Yamam e Tequila, che non hanno compiti di polizia ma conducono operazioni militari e di antiterrorismo, tra cui anche gli assassinii sotto copertura nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata.
Secondo un alto ufficiale israeliano citato dal New York Times, i primi rinforzi ufficiali nel sud di Israele sono arrivati dai commando in elicottero.
Sagi Abitbol, un poliziotto che lavorava come guardia di sicurezza al festival, è stato tra i primi a confrontarsi con i combattenti di Hamas vicino a Nova e ha assistito all’arrivo anticipato di questi elicotteri.
Durante i combattimenti sono stati uccisi 59 poliziotti israeliani, di cui almeno 17 al festival di Nova.
Hamas non aveva pianificato l’attacco al festival.
Avi Mayer del Jerusalem Post ha affermato che Hamas aveva già pianificato accuratamente l’attacco al concerto, con l’intenzione di uccidere il maggior numero possibile di civili israeliani. I fatti, tuttavia, raccontano una storia completamente diversa.
Un’indagine della polizia israeliana, riportata da Haaretz, indica che Hamas sapeva anticipatamente della presenza del festival. I riscontri ufficiali suggeriscono che l’obiettivo era Re’im, un insediamento e una base militare situati proprio in fondo alla strada – sulla Route 232 – rispetto al luogo di Nova.
A Re’im, sede della Divisione Gaza dell’esercito israeliano, obiettivo militare dichiarato della resistenza palestinese, si è effettivamente svolto un importante combattimento. Per respingere l’attacco di Hamas, il comandante della base è stato costretto a chiedere l’intervento degli attacchi aerei da un elicottero Apache contro la base stessa.
L’indagine della polizia indica anche che i combattenti di Hamas hanno raggiunto il luogo del festival dalla Route 232, piuttosto che dal confine con Gaza, ad ulteriore conferma del fatto che il festival non era un obiettivo pianificato.
Dopo il lancio di missili da Gaza – e prima che i combattenti della resistenza palestinese arrivassero sulla scena – gli organizzatori del festival avevano già prontamente interrotto la musica e avviato l’evacuazione.
Secondo un alto funzionario della polizia citato da Haaretz, al Nova erano presenti circa 4.400 persone e la “stragrande maggioranza è riuscita a fuggire in seguito alla decisione, presa quattro minuti dopo il lancio dei missili, di disperdere l’evento”, mentre i primi spari si sono sentiti dopo circa mezz’ora.
Intrappolare i civili: la polizia israeliana ha bloccato l’uscita della Strada 232.
Tuttavia, mentre la gente usciva dal sito del festival in auto spostandosi sulla Strada 232, la polizia israeliana istituiva dei blocchi stradali in entrambe le direzioni, causando un ingorgo che ha intrappolato molti partecipanti alla festa proprio nell’area in cui sarebbero poi scoppiati i combattimenti tra Hamas e la polizia di frontiera.
“C’era molta confusione. La polizia ha sbarrato la strada, quindi non potevamo avvicinarci a Be’eri. Non potevamo avvicinarci a Re’im, i due kibbutz vicini”, racconta un testimone, Yarin Levin, che stava cercando di allontanarsi dalla zona con i suoi amici.
Levin, un ex-militare israeliano, ha raccontato di aver avuto “il primo incontro con i terroristi… che combattevano contro la polizia già presente sul posto… due terroristi si sono persi in una specie di scontro a fuoco, così ci hanno trovato”.
Anche un altro testimone, Shye Weinstein, ha confermato i blocchi stradali della polizia israeliana che sbarravano l’uscita principale del festival. Ha fotografato un veicolo della polizia di frontiera e un poliziotto pesantemente armato in tenuta da combattimento che ostacolava la strada davanti alla sua auto.
Il video di un cellulare di un partecipante al concerto mostra la polizia israeliana e le forze di sicurezza mentre usano i loro veicoli per bloccare la strada nei pressi del sito del festival e mentre scambiano fuoco con i combattenti di Hamas.
Quando sono iniziati gli spari, le persone intrappolate lungo la strada sono fuggite ad est verso i campi aperti, in auto o a piedi. Molti hanno superato i campi e si sono nascosti vicino agli alberi, sotto i cespugli e nei fossati.
Ma i filmati delle telecamere mostrano le unità della polizia israeliana pesantemente armate che prendono posizione sulla strada sparando attraverso il campo aperto verso gli alberi dietro ai quali i civili si erano riparati.
Come ha raccontato alla BBC Gilad Karplus, ex-soldato israeliano, che ha partecipato al Nova festival:
“Sapevamo che probabilmente avrebbero bloccato la strada. Sono quasi sicuro che molte persone sono state uccise su quelle strade… Abbiamo guidato attraverso il campo cercando di nasconderci da loro… poi ci siamo addentrati un po’ di più nei campi e hanno iniziato a sparare con i fucili di precisione da diversi punti e anche con l’artiglieria pesante”.
Sebbene Karplus e gli altri partecipanti alla festa venissero colpiti dalla polizia di confine, non riuscivano a capirne il motivo e inizialmente credevano che a sparare fossero i combattenti di Hamas travestiti da poliziotti o soldati. In altre parole, questi testimoni hanno visto le forze israeliane sparare contro di loro.
Per mettere in atto un piano che prevedeva elaborati travestimenti, Hamas avrebbe dovuto pianificare l’operazione al Nova festival, ma l’indagine della polizia israeliana ha già stabilito che Hamas non era a conoscenza della presenza del festival. D’altronde, in nessun altro luogo dove sono avvenuti gli scontri del 7 ottobre sono stati avvistati combattenti palestinesi che indossavano uniformi israeliane, né negli insediamenti attaccati, né nelle basi militari israeliane in cui sono entrati.
Fuoco amico.
In breve, sia la polizia di frontiera che gli elicotteri Apache sono stati dispiegati immediatamente sul luogo del festival. Secondo il colonnello dell’Aeronautica israeliana Nof Erez, gli elicotteri si sono alzati in volo verso le 7:15 del mattino – cioè 45 minuti dopo l’avvio di Al-Aqsa Flood – e un numero significativamente maggiore è stato dispiegato in tutto il sud di Israele nel giro di poche ore.
Un sopravvissuto al festival, Noa Kalash, ha raccontato di aver udito gli spari sia di Hamas che delle forze israeliane, così come gli attacchi degli elicotteri Apache e degli aerei da guerra, mentre si nascondeva tra i cespugli per ore, cercando di rimanere vivo.
“Sentivamo armi dappertutto e gente che sparava, potevamo già riconoscere se si trattava di terroristi o dell’esercito. Oppure era un aereo, un elicottero o dei razzi”, ha ricordato Kalash.
È evidente che il fuoco degli elicotteri ha ucciso alcuni dei partecipanti al concerto, terrorizzati. Haaretz cita una fonte della polizia secondo cui gli elicotteri Apache “hanno sparato contro i terroristi e, a quanto pare, hanno colpito anche alcuni dei partecipanti al concerto”.
Diversi testimoni oculari che hanno visitato il sito di Nova dopo la fine della battaglia hanno descritto l’orribile distruzione. Come afferma un’altra notizia pubblicata:
“È impossibile descrivere a parole le scene che sono state osservate. Si possono solo elencare i luoghi che si estendono per un chilometro. Ci sono centinaia di auto bruciate e crivellate di proiettili, enormi macchie di sangue ancora umide sulle quali ronzano mosche e che emanano un odore nauseante, sacchi con parti di corpi raccolti dall’organizzazione di soccorso ZAKA, migliaia di proiettili e bossoli e schegge di ogni tipo”.
Un giornalista del Times of Israel, che ha visitato il sito alcuni giorni dopo, ha raccontato che “decine di auto erano parcheggiate in fila, alcune delle quali erano involucri bruciati contenenti corpi carbonizzati di giovani frequentatori del festival che erano stati colpiti e bruciati vivi”.
Risparmiare i proiettili per i soldati.
Incredibilmente, i dirigenti israeliani affermano che sono stati i combattenti di Hamas a distruggere centinaia di auto a Nova, bruciando vivi i loro passeggeri. Ma Hamas non era in possesso di tutta questa potenza di fuoco.
I combattenti del gruppo erano armati solo di mitragliatrici leggere e RPG, e le munizioni erano limitate a quel che potevano portare con loro con i pick-up da Gaza.
Il giornalista del Guardian Owen Jones lo ha sottolineato esaminando una compilation di 43 minuti di filmati sul 7 ottobre che l’esercito israeliano ha mostrato ad alcuni giornalisti selezionati. Egli afferma che i combattenti di Hamas “chiedono di risparmiare i proiettili per uccidere i soldati. A un partecipante del Nova festival terrorizzato all’interno di un’auto viene chiesto ‘Sei un soldato?’”.
Come osserva Jones “Quindi c’è chiaramente una distinzione tra civili e militari nei filmati selezionati da Israele tra le migliaia di ore di filmati che non vediamo”.
Mentre le munizioni di Hamas erano alquanto limitate, la polizia di frontiera, al contrario, era pesantemente armata e gli elicotteri Apache erano equipaggiati con missili Hellfire e cannoni automatici da 30 mm, che possono contenere fino a 1.200 munizioni e sparare 625 colpi al minuto.
Questo suggerisce che le forze israeliane hanno causato la maggior parte delle morti e delle distruzioni a Nova, e ciò potrebbe essere facilmente confermato se Israele rilasciasse tutte le sue riprese video del 7 ottobre.
La direttiva Hannibal.
Le forze israeliane non avevano solo la potenza di fuoco, ma anche l’ordine ufficiale di uccidere gli israeliani a Nova.
Uno dei motivi principali per cui Hamas ha lanciato l’operazione Al-Aqsa Flood è stato quello di prendere prigionieri israeliani che avrebbero potuto essere scambiati con le migliaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Ma le forze israeliane erano determinate nell’impedire a Hamas di portare con loro i prigionieri a Gaza, anche a costo di uccidere i civili catturati.
Un’indagine svolta sulla direttiva Hannibal di Israele, a lungo contestata, conclude che “dal punto di vista dell’esercito, un soldato morto è meglio di un soldato prigioniero che soffre e costringe lo Stato a rilasciare migliaia di prigionieri per ottenere il suo rilascio”.
Ma il 7 ottobre, secondo un’inchiesta di Yedioth Ahronoth, la direttiva Hannibal – che in precedenza si applicava solo ai prigionieri militari – è stata utilizzata anche contro i civili israeliani. Il quotidiano in lingua ebraica scrive che “a mezzogiorno del 7 ottobre, le Israel Defence Forces [l’esercito israeliano] ha ordinato a tutte le sue unità di combattimento di utilizzare la ‘Procedura Hannibal’, pur senza menzionarla esplicitamente”.
L’ordine era di fermare “a tutti i costi qualsiasi tentativo dei terroristi di Hamas di tornare a Gaza, nonostante ci sia il timore che alcuni di loro abbiano dei rapiti”, conclude l’indagine.
Nei giorni e nelle settimane successive all’incidente, le autorità israeliane hanno fatto un grande show distribuendo immagini di veicoli distrutti sul luogo del festival e lasciando intendere che le auto – e le vittime al loro interno – fossero state bruciate dai combattenti palestinesi. Il rapporto di Yediot smentisce completamente questa affermazione:
“Nella settimana successiva all’attacco, i soldati delle unità d’élite hanno controllato circa 70 veicoli rimasti nell’area tra gli insediamenti e la Striscia di Gaza. Si tratta di veicoli che non hanno fatto ritorno a Gaza perché durante il tragitto sono stati colpiti da un elicottero da combattimento, da un missile anticarro o da un carro armato, e in alcuni casi tutti i passeggeri del veicolo sono stati uccisi”, compresi gli ostaggi israeliani.
Anche Nof Erez, il colonnello dell’aeronautica israeliana già citato, ha concluso in modo simile riguardo all’uso indiscriminato della potenza di fuoco degli elicotteri da parte di Israele, affermando che “la direttiva Hannibal è stata probabilmente applicata perché una volta individuata una situazione con ostaggi, questo è Hannibal”.
Un esempio di questo al Nova Festival è stato involontariamente documentato dalla BBC, che ha riferito che le riprese video mostravano una donna presa in ostaggio, ma che:
“Improvvisamente riappare due minuti dopo. Salta e agita le braccia in aria, forse pensando che i soccorsi siano ormai arrivati – a quel punto le Forze di Difesa israeliane avevano già iniziato a contrastare l’incursione. Ma pochi secondi dopo si accascia a terra mentre i proiettili le rimbalzano intorno. Non sappiamo se sia sopravvissuta”.
La logica della direttiva Hannibal è stata ulteriormente spiegata dal generale di brigata Barak Hiram, che ha ordinato a un carro armato di aprire il fuoco contro un’abitazione per risolvere una situazione con ostaggi nel Kibbutz Be’eri, “anche a costo di fare vittime civili”. L’attacco ha ucciso 12 israeliani, tra cui Liel Hetzroni, 12 anni, e decine di combattenti di Hamas.
“Ho molta paura che se torniamo a Sarona [il quartier generale militare israeliano a Tel Aviv] e cerchiamo di condurre tutti i tipi di negoziati [per liberare gli ostaggi], potremmo cadere in una trappola che ci legherebbe le mani e non ci permetterebbe di fare ciò che è richiesto, cioè entrare in azione e uccidere [Hamas]…”.
Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi
22/1/2024 https://www.infopal.it/
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