CONVEGNO DELL’ANPI SULLE FOIBE

Occupazione italiana in Jugoslavia

La destra non riesce a fare i conti con il vecchio triste passato del ventennio fascista e così la giunta di destra del Comune di Lucca, composta da Fratelli d’Italia, Casapound, Forza Italia, Lega… hanno trovato da ridire perfino sul convegno indetto dall’Anpi di Lucca con lo torico professor Eric Gobetti, il quale ha argomentato storicamente e scientificamente, non la negazione delle Foibe e l’uccisione di molti italiani, ma quello che è avvenuto in precedenza a causa del colonialismo Fascista nella ex Jugoslavia che sta all’origine di quello che è accaduto successivamente .

Allora voglio ricordare questo. ECCO COSA E’ AVVENUTO.

Nel 1941, nei territori conquistati dalle truppe Italiane, vennero rastrellate e fucilate 2.300 persone (uomini donne vecchi bambini ) nel villaggio di Kragukevak; nella zona occupata della Slovenia furono torturate ed arse vive 1903 persone, fucilati 4.000 ostaggi, deportati in campi di concentramento 7.000 persone.
Gli storici Sloveni stimano 11.000 morti nei campi di concentramento italiani.
Il Gen. Robotti comandante dell’XI corpo d’armata , nel 42 requisite le abitazioni ed i beni agli abitanti della Regione di Lubiana e li interno ‘ tutti gli Sloveni lamentandosi scrivendo che “si ammazzava troppo poco”; il Gen. Fabbri, nell’estate del 42 ordinò la fucilazione di 800 croati e sloveni residenti a Fiume;

Internato nel campo di Arbe.

Il Gen. Gambarra sostenne che il campo di concentramento di Arbe non doveva essere un campo di ingrassamento e vi fece morire migliaia di persone.
Il fascista Guglielmo Ricci nel 42 scriveva una lettera che diceva: facciamo la guerra al comunismo e non gli diamo pace perché qua sono tutti comunisti ed esprimeva la sua soddisfazione per averne fucilati 26 tra cui il capo dei comunisti Croati.

Le squadre fasciste in camicia nera bruciano le scuole croate e slovene, distruggono le Case del Popolo, italianizzano i nomi e i cognomi locali dei vivi e persino dei morti nei cimiteri. Decine di villaggi bruciati, centinaia di case date alle fiamme o saccheggiate, pestaggi della popolazione, arresti indiscriminati e torture di ogni tipo.
Come conseguenza della violenza fascista, molti croati e sloveni dovettero emigrare in Jugoslavia, dove molti si unirono al Movimento di liberazione nazionale.
I contadini rimasero senza le terre e le proprietà, espropriate a favore dei coloni italiani.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, con il trattato di Rapallo: l’Istria, la città di Zara e alcune isole del Cuarnero vennero annesse all’Italia. Qualche anno più tardi la stessa sorte tocco anche a Fiume (Rijeka), tutti territori a maggioranza croata… e con la salita al potere di Mussolini inizia «la caccia allo slavo» e la politica di italianizzazione forzata.

Bambini nel campo di Arbe.

In Istria ci sono numerose foibe nelle quali i fascisti gettarono centinaia di persone, dopo averle fucilate o ancora vive.
“Il Piccolo” del 5 Novembre 2001 riporta la testimonianza di Raffaello Camerini, ebreo e abitante dell’Istria. Egli racconta che nel 1940, durante il periodo di lavoro coatto nelle cave di bauxite, vide i fascisti ammazzare centinaia di croati e sloveni che venivano fucilati e gettati nelle foibe perché non sapevano parlare italiano.

Ora Solo dopo aver chiarito il contesto storico dell’epoca, possiamo iniziare a parlare della vicenda delle foibe. Come per ogni evento storico, anche in questo caso nulla succede senza un motivo e non può essere trattato senza considerare i fatti che lo precedono.

Dopo l’8 Settembre 1943 e la caduta di Mussolini, tutto l’impianto di potere italiano in Istria andò in pezzi. La notizia della capitolazione dell’esercito fascista fece subito il giro della penisola istriana. La popolazione, esausta da vent’anni di soprusi e ingiustizie, assalì le stazioni dei Carabinieri, le caserme e tutte le strutture simbolo del fascismo, impossessandosi delle armi.
All’inizio ai fascisti non venne fatto nulla, alcuni soldati italiani si unirono agli insorti, altri vennero disarmati e si incamminarono verso l’Italia.
Dopo qualche giorno, però, i fascisti iniziarono a passare le informazioni sui movimenti partigiani ai tedeschi, dando luogo ad arresti e imprigionamenti.
In molti casi la popolazione istriana forniva vestiti, ospitalità e indicava le vie di fuga ai soldati italiani che scappavano.

Nessuno vuole negare che siano stati commessi crimini da parte di alcuni gruppi di croati e sloveni (anzi la retorica del negazionismo non appartiene alla sinistra , per cultura storica e politica), ma non si può nemmeno accettare che la storia venga utilizzata secondo gli interessi politici di alcuni.
Pare evidente allora che l’insurrezione del ’43 non fu comandata e gestita dai partigiani di Tito, ma è lo specchio di una popolazione esausta, che ha approfittato del momento di massima debolezza del regime fascista per riprendersi la libertà e certo, in alcuni casi, anche la vendetta.

Quindi per comprendere veramente quello che è avvenuto alla Foibe, la storia conosciuta tutta ed il professor Gobetti ha dato un bel contributo a circa 500 studenti che sono usciti dal convegno sicuramente più ricchi di storia e informati.
Mentre il ciarpame reazionario degli eredi del fascismo vorrebbero riscrivere la storia a proprio uso e memoria, ma è solo roba inutile e vile, non storica.

Umberto Franchi

28/2/2923 https://www.labottegadelbarbieri.org

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