Inadeguate le linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi socio-sanitari per i torinesi anziani malati cronici non autosufficienti

Da Maria Grazia Breda Fondazione promozione sociale onlus / Ets

Si unisce per conoscenza la lettera inviata al Sindaco e al Consiglio comunale della Città di Torino per Vostre iniziative.

In questi giorni continuiamo a ricevere ogni giorno richieste sempre più disperate perchè a 3500/4000 euro al mese si fa in fretta ad esaurire i risparmi.

Il timore è che i familiari finiscano per trasferire i malati in strutture meno onerose, fuori provincia, con ovviamente meno garanzie di cure adeguate.

Da: Fondazione promozione sociale onlus info@fondazionepromozionesociale.it
Inviato: martedì 30 aprile 2024 09:49
A: ‘presidente.consigliocomunale@comune.torino.it’ presidente.consigliocomunale@comune.torino.it;
‘vincenzoandrea.camarda@comune.torino.it’ vincenzoandrea.camarda@comune.torino.it; ‘circ1@comune.torino.it’
circ1@comune.torino.it; ‘sportellopiu@comune.torino.it’ sportellopiu@comune.torino.it; ‘informa2@comune.torino.it’
informa2@comune.torino.it; ‘informa3@comune.torino.it’ informa3@comune.torino.it; ‘circ4@comune.torino.it’
circ4@comune.torino.it; ‘informa5@comune.torino.it’ informa5@comune.torino.it; ‘Circoscrizione.V@cert.comune.torino.it’
Circoscrizione.V@cert.comune.torino.it; ‘circ6@comune.torino.it’ circ6@comune.torino.it; ‘circ7@comune.torino.it’
circ7@comune.torino.it; ‘circ8@comune.torino.it’ circ8@comune.torino.it; ‘circ9@comune.torino.it’
circ9@comune.torino.it; ‘circ10@comune.torino.it’ circ10@comune.torino.it; ‘sindaco.lorusso@comune.torino.it’
sindaco.lorusso@comune.torino.it; ‘stefano.lo_russo@cittametropolitana.torino.it’
stefano.lo_russo@cittametropolitana.torino.it; ‘assessore.rosatelli@comune.torino.it’ assessore.rosatelli@comune.torino.it;
Monica Locascio monica.locascio@comune.torino.it

Oggetto: Inadeguate le linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi socio-sanitari per i torinesi anziani malati cronici non
autosufficienti. Richiesta di audizione per affrontare la situazione drammatica delle liste d’attesa
Priorità: Alta

CSA – Coordinamento Sanità e Assistenzafra i movimenti di base
10124 TORINO – Via Artisti, 36
Tel. 011-812.44.69 – Fax 011-812.25.95
e-mail: info@fondazionepromozionesociale.it
Funziona ininterrottamente dal 1970
Via Artisti 36 – 10124 Torino
Tel. 011.8124469 – Fax 011.8122595
info@fondazionepromozionesociale.it
www.fondazionepromozionesociale.it
Ill.mi

  • Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio comunale di Torino
  • Vincenzo Camarda, Presidente IV Commissione Consiglio Comunale
  • Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino
  • Jacopo Rosatelli, Assessore per le politiche sociali Città di Torino
  • Presidenti Circoscrizioni di Torino
  • Monica Lo Cascio, Direttrice del Dipartimento Servizi Sociali, Socio Sanitari e Abitativi

Oggetto: Inadeguate le linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi socio-sanitari
per i torinesi anziani malati cronici non autosufficienti.
Richiesta di audizione per affrontare la situazione drammatica delle liste
d’attesa.


Premessa

Di seguito riportiamo alcuni esempi di situazioni che riguardano cittadini torinesi malati cronici non
autosufficienti e i loro congiunti. Sono casi seguiti dalla Fondazione promozione sociale che, in media, è
contattata da un centinaio di familiari al mese con situazioni analoghe.
Caso 1
Telefonata della moglie. Il marito è ricoverato all’ospedale Maria Vittoria: non è in grado di
programmare il proprio presente e futuro ed è così grave da essere totalmente non autosufficiente.
Ciononostante, l’ospedale vuole dimetterlo.
Caso 2
L’Uvg ha riconosciuto l’urgenza, con il massimo del punteggio sanitario (14) e 13 di sociale. Tuttavia la
convenzione non viene attivata. L’anziana malata cronica non autosufficiente è ricoverata in Dgr 10/2022 in
Rsa. Il suo ricovero di 30 giorni scade il 12 gennaio 2024, ma l’Uvg non attiva la convenzione e la Rsa vorrà
la firma del contratto per non dimettere l’ammalata, che è gravissima. Sono 3.500 euro al mese, senza
contare gli extra.
Caso 3
Anziana malata cronica non autosufficiente: trasferita per 30 giorni dall’ospedale al Presidio Farinelli. Il
periodo di ricovero scade il 14/01/2024. Il 2 gennaio telefona la figlia. Su sua sollecitazione la madre è stata
ricoverata il 31/12 nuovamente in pronto soccorso alle Molinette, dove viene riscontrata polmonite. E’ ancora
in barella. Il Farinelli comunica che per loro è dimessa e non potrà rientrare.
Caso 4
Madre non autosufficiente in Dgr 10/2022 presso la Rsa Chiabrera, la figlia si oppone alle dimissioni
per richiedere la prosecuzione del ricovero fino all’autorizzazione del ricovero definitivo in convenzione da
parte dell’Uvg, che l’Asl nega nonostante la grave situazione sanitaria (10 punti). La figlia prosegue sempre
con il pagamento delle rette alberghiere della Rsa, ma la struttura, tramite legale, invia un’ingiunzione di
pagamento per le somme relative alle rette sanitarie.
Caso 5
Dal mese di novembre 2021, la signora non autosufficiente, con indennità di accompagnamento, è
ricoverata privatamente in Rsa: la spesa ha superato ormai gli 80mila euro e, dal febbraio 2024, la struttura
ha ulteriormente aumentato la retta, portandola a 4mila euro al mese. Nonostante ciò, non solo l’Asl continua
a definire il caso «non urgente», ma la valutazione sociale (economica) continua ad essere sempre la
stessa.
Caso 6
Anziana malata cronica non autosufficiente, affetta da demenza senile, ricoverata presso la casa di
cura Villa Adriana con ricovero disposto dall’Asl Città di Torino. La casa di cura comunica alla figlia
l’intenzione di procedere alla dimissione, ma questa si oppone. L’Uvg assegna un punteggio di 11 punti sia
sanitari che sociali, ma ritiene comunque la questione “non urgente”. La casa di cura confermare la
dimissione: la figlia è costretta ad inviare una conferma della propria opposizione alle dimissioni. La
convenzione arriva un mese dopo il decesso della degente.
Caso 7
Anziana malata cronica non autosufficiente ricoverata in Dgr 10/2022 alla Rsa Convitto Principessa
Felicita, presenta l’opposizione alle dimissioni, ma cede alle pressioni e paga il 100% della retta dopo il
secondo mese di ricovero, firmando il contratto privato. Dopo poco riceve la valutazione Uvg: 13 punti
sanitario, 7 punti sociale (a causa dell’Isee considerato troppo alto), priorità “non urgente”. L’Asl Città di
Torino consiglia il “buono residenzialità”, che non può richiedere per i limiti stessi del bando.
Caso 8
Entrambi i genitori non autosufficienti, ricoverati in ospedale e poi trasferiti alla Rsa Carlo Alberto in
Dgr 10/2022: alla madre viene riconosciuta l’urgenza Uvg e ottiene subito la convenzione. Al padre è invece
assegnato un progetto domiciliare, senza tempi certi per la presa in carico. Il rientro al domicilio non è
praticabile, per cui il padre prosegue il ricovero e la figlia si impegna a proseguire con il pagamento delle
quote alberghiere. L’Asl continua a negare la convenzione: la rivalutazione Uvg riconosce la necessità di un
ricovero in Rsa (10 punti sanitari), ma lo etichetta come “non urgente”, anche a distanza di un anno e mezzo.
La Rsa invia pertanto un’ingiunzione di pagamento al degente, a cui la figlia presenta opposizione tramite
legale.

Cittadini torinesi in lista d’attesa
In base ai dati forniti dalla stessa Asl Città di Torino, risultavano:
3.592 convenzioni su 6.128 domande nel 2022
4.128 convenzioni su 7.817 domande nel 2023
(cfr. A. Mondo, “Migliaia in attesa dell’inserimento in Rsa”, su “La Stampa” del 18 aprile 2024).
Facendo due conti, abbiamo 6.225 malati cronici non autosufficienti che pagano di tasca propria l’importo
intero della retta di ricovero in Rsa e che subiscono le vessazioni sopra citate.
Senza dimenticare chi sostiene i costi per la badante/assistente familiare al domicilio.
Con l’accordo firmato tra Comune di Torino e Asl Città di Torino sulla «sperimentazione del modello delle cure
domiciliari socio-sanitarie sostenute dal budget salute» (delibera della Giunta comunale del 29 giugno 2023),
la Regione Piemonte e la Città di Torino hanno abbandonato di fatto il sistema di cure domiciliari
socio-sanitarie di lunga durata per malati non autosufficienti, ora sostituite da un Servizio sociale poco
tutelante, che seleziona gli utenti in base alla situazione economica (addio presa in carico per i richiedenti
appena sopra le la soglia di indigenza), allargato a qualche prestazione sanitaria per le acuzie.
Il varo del nuovo modello prevede risorse invariate rispetto all’attuale livello di finanziamento: 13 milioni di euro
all’anno del Comune e 13 dell’Asl (fondi regionali di politica sociale, non sanitaria).
Per cui sono 3.400 i malati non autosufficienti presi in carico con un contributo erogato per il pagamento di
assistenti familiari o direttamente ai parenti o per prestazioni erogate da cooperative private accreditate presso
Asl e Comune. Per contro in lista d’attesa a fine 2022 erano 4.330 i torinesi malati cronici non
autosufficienti che avevano chiesto all’Asl cure di lunga durata a casa e si erano visti negare le
prestazioni.

Ciononostante, nelle linee di indirizzo del 2 aprile 2024, predisposte dall’Assessore Jacopo Rosatelli, manca la
richiesta all’Asl Città di Torino di un cronoprogramma per l’abbattimento delle liste d’attesa nelle quali sono
parcheggiati, in attesa di convenzione e/o di contributi per il domicilio, senza avere mai una data certa di
presa in carico, i torinesi anziani malati cronici non autosufficienti.
Manca la richiesta perché nel suddetto documento non ci sono i dati delle liste d’attesa, benché il Comune di
Torino sostenga i costi degli operatori sociali presenti nelle Commissioni di valutazione dell’Asl Città di Torino e
quindi ha informazioni dirette a cui accedere.

Di fatto siamo di fronte a un documento inutile, perché il Sindaco Lo Russo e l’Assessore Rosatelli hanno
rinunciato ad esercitare il loro ruolo nell’ambito della programmazione dell’Asl, che richiede di intervenire con
cognizione di causa sulla base dei dati oggettivi delle liste d’attesa, per richiedere lo stanziamento nel bilancio
dell’Asl Città di Torino di risorse adeguate ad abbattere le liste d’attesa.

Si ricorda che la necessità di coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi è messa
in particolare luce dalla DGR 29 giugno 2015 n.26-1653. In essa si legge infatti che «Il P.A.T. [Piano Attività
Territorio] è l’ambito di integrazione, sul piano della definizione degli obiettivi e della destinazione delle
rispettive risorse, fra i servizi sanitari distrettuali e quelli sociali gestiti dai Comuni singoli o associati, al fine di
offrire al cittadino interventi coordinati e completi, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e sulla base di una
comune analisi dei bisogni di salute presenti sul territorio di riferimento».

Il Piano delle Attività Territoriali è proposto dal Direttore del Distretto e compete, nel caso del Comune di
Torino, al Sindaco o al suo delegato (Assessore Rosatelli), ai Presidenti delle Circoscrizioni e al Direttore del
Comune per i rapporti con l’Asl. L’espressione del parere obbligatorio si basa sulla proposta, formulata dal
Direttore del Distretto, relativa al Programma delle attività territoriali-distrettuali nel quale devono essere
indicate le risorse, le priorità sulle quali intervenire, le modalità operative più adeguate per garantire le
prestazioni e i tempi della loro attuazione; la diffusione dell’informazione sui settori socio-sanitari e socio-
assistenziali e la promozione, a livello di indirizzo politico, delle relative attività in forma integrata e coordinata.
Siamo nell’ambito della tutela della salute e del diritto esigibile alle prestazioni socio-sanitarie Lea.

Al riguardo, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 1/2020, dopo aver precisato che il diritto alla salute è «un
diritto soggettivo pieno ed incondizionato», ha evidenziato che «l’affermato principio dell’equilibrio di bilancio in
materia sanitaria (…) non possa essere invocato in astratto, ma debba essere dimostrato concretamente come
impeditivo, nel singolo caso, all’erogazione delle prestazioni e, comunque, nel caso in cui la disabilità dovesse
comportare esigenze terapeutiche indifferibili, il nucleo essenziale del diritto alla salute deve essere
salvaguardato (cfr. Corte Costituzionale n. 304 del 15 luglio 1994)» e che, pertanto, «l’Ente pubblico dovrebbe
dimostrare che non vi sono alternative organizzative e di essersi, comunque, adoperato in ogni modo per
rinvenirle o reperire ulteriori risorse finanziarie», cosa che non risulta venga mai fatta dall’Asl Città di Torino.
Per quanto sopra, si chiede al Presidente della IV Commissione consiliare della Città di Torino di
convocare un’audizione con le Istituzioni citate e di invitare, oltre alle scriventi organizzazioni, le altre
associazioni interessate e le organizzazioni sindacali.

Si ringrazia dell’attenzione e si inviano cordiali saluti.

p. Fondazione promozione sociale e Csa
Maria Grazia Breda e Antonio Colonna

13/5/2024 http://www.fondazionepromozionesociale.it/CSA

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *