Indagine ONU: Israele colpevole di “sterminio, tortura e violenza sessuale” a Gaza
The Cradle. L‘indagine ha stabilito inoltre che i leader israeliani sono responsabili di aver utilizzato la fame come “arma di guerra” contro i palestinesi di Gaza e di aver “fomentato” una serie di attacchi dei coloni nella Cisgiordania occupata.
Il 12 giugno, la Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite (COI) ha concluso che le autorità israeliane sono colpevoli di aver commesso “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” durante il genocidio che è in corso da oltre otto mesi a Gaza.
Durante l’indagine, la COI ha rilevato che le autorità israeliane sono responsabili dei seguenti “crimini di guerra: utilizzo della fame come arma di guerra, omicidi o uccisioni deliberate, attacchi diretti intenzionalmente contro la popolazione e le strutture civili, trasferimenti forzati, violenze sessuali, torture e trattamenti inumani o crudeli, detenzioni arbitrarie e violazioni alla dignità delle persone”.
Secondo la commissione, sono stati commessi anche “i crimini contro l’umanità di sterminio, persecuzione di genere contro uomini e ragazzi palestinesi, omicidio e trasferimento forzato”.
La COI è stata istituita nel 2021 dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con lo scopo di indagare sulle diffuse violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani da parte di Israele nei Territori Palestinesi Occupati.
Questo rapporto, pubblicato pochi giorni fa, precisa che il numero massiccio di vittime civili e la distruzione delle infrastrutture civili a Gaza sono “l’inevitabile risultato di una strategia intrapresa con l’intento di causare il massimo danno, ignorando i principi di distinzione, la proporzionalità e le precauzioni opportune”.
Inoltre, l’indagine stabilisce che le dichiarazioni provocatorie dei funzionari israeliani “equivalgono all’istigazione e possono costituire ulteriori gravi crimini”, aggiungendo che l’incitamento diretto e pubblico al genocidio è un crimine secondo il diritto internazionale ogni qualvolta venga perpetrato.
Il COI ha inoltre condannato i continui attacchi di Israele alle vie utilizzate dai civili per l’evacuazione e alle cosiddette “zone sicure” affermando che le massime autorità israeliane hanno “usato l’assedio armato e la fornitura di beni di prima necessità – anche interrompendo le forniture di acqua, cibo, elettricità, carburante e assistenza umanitaria – per ottenere vantaggi strategici e politici”.
Nella Cisgiordania occupata, il COI ha rilevato che Israele ha commesso “atti di violenza sessuale, torture e trattamenti inumani o crudeli e violazioni della dignità personale, considerati tutti crimini di guerra”.
Inoltre, la commissione ha stabilito che Tel Aviv ha “permesso, favorito e istigato” una serie di aggressioni da parte dei coloni contro le comunità palestinesi.
Il COI ha infine esortato il governo israeliano ad attuare immediatamente un cessate il fuoco, a rimuovere il blocco di Gaza, a consentire l’ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari, a cessare gli attacchi ai civili e alle infrastrutture e a “rispettare pienamente” le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia (CIG).
“Israele deve interrompere immediatamente le sue operazioni militari e gli attacchi a Gaza, compreso l’assalto a Rafah, che è costato la vita a centinaia di civili e ha nuovamente sfollato centinaia di migliaia di persone in luoghi non sicuri, senza servizi basilari e assistenza umanitaria”, ha dichiarato Navi Pillay, presidente della commissione, in un comunicato stampa.
In un altro punto del rapporto, il COI ha accusato la resistenza palestinese a Gaza di aver “deliberatamente ucciso, ferito, maltrattato, preso in ostaggio e commesso violenze sessuali e di genere” durante l’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre.
“Il lancio indiscriminato di migliaia di proiettili verso le città israeliane, con conseguenti morti e feriti tra i civili, è una violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani… Hamas e i gruppi armati palestinesi devono cessare immediatamente gli attacchi missilistici e rilasciare tutti gli ostaggi. La presa di ostaggi costituisce un crimine di guerra”, ha aggiunto Pillay nella sua dichiarazione.
Tuttavia, la ricerca del COI sugli eventi del 7 ottobre ha anche accusato le autorità israeliane di “non aver protetto i civili nel sud di Israele su quasi tutti i fronti”.
In risposta alle pesanti accuse, l’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite a Ginevra, Meirav Eilon Shahar, ha accusato il COI di “discriminazione sistematica anti-israeliana” ormai consolidata.
Il rapporto arriva pochi giorni dopo che il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha annunciato l’intenzione di includere Israele in una black list di nazioni e gruppi armati estremisti che colpiscono e danneggiano i bambini nelle zone di conflitto.
Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi
20/6/2024 https://www.infopal.it/
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