Inquinamento domestico, le piante come antidoto ecologico

Inquinamento domestico, questo sconosciuto…

Da ormai cinquant’anni si studia a tutti gli effetti quelle che sono le “sindromi da edificio malato”, ovvero quell’insieme di patologie e malattie che derivano dall’inquinamento presente nelle case, nelle abitazioni, negli edifici e negli appartamenti dove la gente passa più tempo. Si tratta di un problema nato con la società industriale di massa ed evolutosi con il suo sviluppo, portando l’industria ad infiltrarsi intimamente nella vita delle persone. Ben presto la casa, da “nido” di benessere dove ricostituire le proprie energie psicofisiche, è diventata una fonte di disagio e malessere, fino a scaturire vere e proprie patologie.

Nell’epoca della “casa–macchina”, costruita dall’industria tecnologica per le sue esigenze e non dall’uomo per abitarla come in passato, la casa si trasforma in una trappola dove inquinamento chimico dell’aria interna, inquinamento elettromagnetico e “stress tellurico” possono essere causa di disturbi e malesseri con la conseguenza che alla fine gli abitanti si ammalano delle patologie alle quali sono meno resistenti, patologie molto gravi delle quali la casa diventa una concausa invece che costituire una difesa.

La casa è dunque un ambiente più inquinato di quanto si possa credere. Detersivi, prodotti spray, elettrodomestici, cucine a gas sono alcune delle principali cause che determinano l’inquinamento domestico. Esso può avvenire nel momento in cui ci si trova per molto tempo all’interno di un ambiente chiuso della propria casa. La contaminazione di quel luogo può essere causata da agenti inorganici o organici, compresi batteri e microrganismi. Questi possono derivare dalle attività umane, da materiali e prodotti presenti in casa o da abitudini sbagliate nella gestione della casa.

Tra le cause dell’inquinamento domestico vi sono le colle, le vernici e i sigillanti utilizzati per tutte le finiture della casa (arredi, infissi esterni ed interni, zoccolini sulle pareti, parquet, piastrelle o, peggio ancora, moquette!), la detergenza tossica di origine chimica, prodotti cosmetici spray e insetticidi vari. Tutti questi prodotti rilasciano nell’aria delle sostanze inquinanti, il cui elenco è molto lungo: acetone, benzene, alcool metilico, ammoniaca, gas radon solo per citarne alcuni.

Quando puliamo casa utilizzando il miglior detersivo igienizzante, stiamo spargendo sostanze chimiche potenzialmente pericolose in tutto l’ambiente domestico. Forse potremmo partire dall’iniziare a considerare alcuni detersivi ecologici a base di aceto bianco, bicarbonato o acido citrico, per ridurre il problema.

Il tema dell’inquinamento domestico ci fa riflettere anche sull’importante distinzione tra igiene e igienismo: il primo è un corretto regolatore della salute e della vita biologica e collettiva degli esseri umani; e il secondo è un fenomeno volto a creare un mondo “sterile” esente da microorganismi, batteri e virus che perpetua una controproducente chimicizzazione della vita delle persone rendendole immunodepresse e malate.

Mantenere la casa pulita fa bene, ma non bisogna esagerare e occorre scegliere i prodotti e le modalità più adatte. Ai detergenti chimici spray, per esempio, è meglio preferire quelli liquidi ed ecologici, che si depositano direttamente sulle superfici senza creare un aerosol che finiremmo per inalare. Quando si spolvera è meglio utilizzare un panno bagnato per limitare la risospensione delle particelle nell’ambiente.

L’inquinamento può avvenire anche in cucina. Ogni qualvolta che cuciniamo, vengono sprigionate nell’aria molecole e composti organici volatili inquinanti, ovvero una significativa fonte di biossido di azoto. L’acqua del rubinetto, inoltre, contiene sostanze clorinate con funzione disinfettante che possono reagire per generare prodotti chimici rilasciati tramite la doccia, la lavatrice o la lavastoviglie. La chimica degli ambienti interni è più complessa di come appare: i composti chimici possono trasformarsi, passare dalla fase gassosa a quella di microparticelle (e viceversa) in presenza di certe condizioni di temperatura e di umidità oppure a causa di reazioni chimiche che liberano nuovi potenziali inquinanti.

Tra le fonti di inquinamento continuo troviamo:

  • Materiali da costruzione: sono fonti continue di composti organici volatili provenienti da materiali isolanti, cavi elettrici, vernici e rivestimenti di pareti o pavimenti;
  • . Gas e vapori chimici dalle fondamenta dell’edificio: quello più conosciuto è il gas radon, naturalmente presente nel suolo, e con una relazione di causa-effetto dimostrata con il tumore al polmone.
  • . Fonti biologiche: molte sostanze rilasciate dagli esseri viventi possono agire come potenziali inquinanti. Ad esempio, gli animali domestici, oltre a compagnia e affetto, regalano anche qualche particella inquinante in più (peli e cute desquamata che finiscono nell’aerosol respirabile). L’uomo stesso è fonte di inquinamento, in particolare di quelli che vengono chiamati bioeffluenti, cioè gas come anidride carbonica, metano, ammoniaca ma anche piccole particelle, tutti prodotti con la respirazione, con il sudore o dalla desquamazione della pelle.
  • Le sostanze pericolose presenti nei nostri ambienti casalinghi sono:Trichloretilene: presente negli inchiostri da stampa, vernici, lacche e adesivi. L’esposizione a questa sostanza può portare alla comparsa di sintomi quali eccitazione, vertigini, cefalea, nausea e vomito seguito da sonnolenza e coma.
  • Formaldeide: si trova principalmente nei sacchetti di carta, nella carta cerata, nei tovaglioli di carta, nei pannelli in compensato e nei tessuti sintetici. I sintomi associati all’esposizione a breve termine includono: irritazione del naso, della bocca e della gola e in casi gravi gonfiore della laringe e dei polmoni.
  • Benzene: usato per realizzare materie plastiche, resine, lubrificanti, detergenti e droghe. Si trova nelle sigarette, nella colla e nella cera per i mobili. I sintomi associati all’esposizione a breve termine includono: irritazione agli occhi, sonnolenza, vertigini, cefalea, aumento della frequenza cardiaca, mal di testa, confusione e in alcuni casi possono provocare incoscienza.
  • Xilene: questa sostanza si trova in gomma, cuoio, fumo di tabacco e scarico dei veicoli. I sintomi associati all’esposizione a breve termine includono: irritazione alla bocca e alla gola, vertigini, cefalea,
  • confusione, problemi cardiaci, al fegato, danni renali e coma.
  • Ammoniaca: si trova nei detersivi, cere per il pavimento e fertilizzanti. I sintomi associati all’esposizione a breve termine includono: irritazione oculare, tosse, mal di gola.

Di grande rilevanza, nell’inquinamento domestico, risultano anche gli apparecchi elettronici come computer e televisori che emettono sostanze inquinanti aventi un impatto negativo sulla qualità dell’aria di casa. In una casa bisogna considerare anche l’inquinamento elettromagnetico, noto anche come elettrosmog, determinato dalle radiazioni elettromagnetiche generate dalle antenne wi-fi, dai telefoni cellulari, dai televisori e dalle radio. Sono tutti apparecchi elettronici che producono onde a bassa frequenza che, alla lunga, possono avere anche effetti negativi sulla salute. Questi agenti inquinanti possono entrare a contatto con il nostro corpo e diffondersi agli organi con potenziali rischi per la salute attraverso le tre principali vie di esposizione: inalazione, ingestione e contatto.  

Le piante, un’ottima soluzione ecologica

Per liberarsi dell’inquinamento domestico, detto anche indoor, bisogna prestare un po’ più di attenzione nelle attività quotidiane e magari modificare qualche abitudine per ridurre il rischio. Tra le soluzioni vi sono l’eliminazione degli agenti inquinanti, la sostituzione con quelli ecologici, usare pitture atossiche, un attento controllo dell’ambiente e soprattutto la ventilazione degli ambienti come prima misura di controllo della qualità dell’aria negli ambienti interni. Il ricambio d’aria, almeno in linea teorica, è in grado di eliminare quasi tutti i contaminanti grazie a un processo di progressiva diluizione, riducendone la concentrazione.

Forse però la migliore soluzione è quella di tenere le piante come validi alleati grazie alla loro capacità depurativa degli ambienti. Nel luglio 1989 la NASA condusse uno studio approfondito sulla capacità delle piante da appartamento di purificare l’aria dal titolo A Study of Interior Landscape Plants for Indoor Air Pollution Abatement. La Nasa cercava modi per depurare l’aria nelle sue stazioni spaziali e, per questo, ha finanziato lo studio al fine di capire quali fossero le piante più efficaci per filtrare l’aria dagli agenti tossici e trasformare l’anidride carbonica in ossigeno. Lo studio ha fornito un elenco definitivo delle piante maggiormente efficaci nella pulizia dell’aria interna agli ambienti. Il rapporto ha anche suggerito l’importanza di avere almeno una pianta ogni 100 metri quadrati di casa o ufficio.

Dalla ricerca emerse un risultato molto interessante: le piante non solo sono in grado attraverso la fotosintesi clorofilliana di assorbire anidride carbonica e di rilasciare ossigeno, ma molte di esse riescono a neutralizzare sostanze organiche volatili (VOC) spesso presenti nelle nostre abitazioni grazie a degli enzimi detti metilotrofi. Le piante testate dallo studio della NASA sono state: Sansevieria trifasciata laurentii, Hedera helix, Spathiphyllum, Aglaonema modestum, Chamaedorea seifrizii, Dracaena marginata, Dracaena fragrans, Ficus benjamina, Gerbera jamesonii, Chrysanthemum morifolium, Dracaena deremensis “Janet Craig” e Dracaena deremensis “Warneckei”. Negli anni altri studi hanno allungato l’elenco aggiungendo piante grazie alle loro proprietà depurative. La Natura, ancora una volta, ci dimostra di avere sempre soluzioni efficaci ad impatto e costo zero. Ecco di seguito l’elenco delle piante ideali contro l’inquinamento domestico:

Lingua di Suocera (Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’)
Nota anche come lingua di suocera, questa pianta da interni è una delle più efficaci nel depurare l’aria. La sansevieria, infatti, sarebbe in grado di filtrare e rendere inoffensiva la formaldeide spesso presente nei prodotti per la pulizia, nella carta igienica o nei tessuti per la cura personale. Si tratta di una pianta ottima anche da tenere in bagno in grando di prosperare anche in condizioni di luce scarsa.

Ficus (Ficus benjamina)
Questa pianta molto diffusa può aiutarci a filtrare molti agenti inquinanti come la formaldeide, contenuta nei tappeti e nei mobili di casa, ma anche il tricloroetilene ed il benzene. Il ficus non è una pianta facilissima, ma se scegliete una posizione in casa dove c’è la giusta esposizione solare ed effettuate un’annaffiatura regolare, sarà molto longeva.

Crisantemo (Chrysantheium morifolium)
I coloratissimi fiori del crisantemo sono in grado di assorbire il benzene, normalmente presente nei collanti, nelle vernici, nelle plastiche e nei detersivi. Il crisantemo può essere collocato in un punto dove possa godere della luce intensa del sole che farà germogliare i suoi fiori.

Aloe vera
L’aloe vera è una pianta succulenta dalle mille proprietà, molto semplice da coltivare che può dimostrarsi un ottimo antidoto contro la formaldeide e il benzene. Un buon posto per collocarla potrebbe essere una finestra ben illuminata in cucina.

Dracaena marginata
“Janet Craig”
Conosciuta anche come tronchetto della felicità, la dracena è l’ideale per combattere sostanze come lo xilene, il tricloroetilene e la formaldeide, che come abbiamo già detto possono essere presenti in lacche o vernici.

Dracaena deremensis “Warneckii”
Può combattere gli agenti inquinanti contenuti in oli e vernici. Cresce in modo rigoglioso anche in presenza di scarsa luce. Il suo fusto sottile è sovrastato da una chioma di foglie allungate e può raggiungere un’altezza sorprendente.

Azalea (Rhododendron simsii)
Questo fantastico arbusto fiorito è perfetto per combattere la formaldeide presente nel compensato e nelle schiume isolanti. La capacità filtrante dell’azalea sembra essere maggiore se esposte in un luogo fresco, l’importante che sia ben illuminato.

Pothos (Scindapsus aures)
È un’altra fedele alleata nella lotta alla formaldeide, soprattutto nei garage, dove a causa dei gas di scarico ricchi di formaldeide l’aria non sarà delle migliori. È una pianta molto robusta e spartana ed è in grado di crescere anche con scarsa luce.

Gerbera (Gerbera jamesonii)
La gerbera è una pianta da fiore ideale per rimuovere la trielina, spesso presente nei capi d’abbigliamento lavati a secco. È una pianta da porre in lavanderia ed ha bisogno di molta luce. Di giorno si può tenere nella stanza da letto, mentre di notte è meglio rimuoverla.

Edera Comune (Hedera helix)
L’edera è ottima per inibire la formaldeide e benzene presente in molti prodotti per la pulizia della casa. Inoltre sembra che sia in grado di ridurre la diffusione di particelle inquinanti trasmesse con le feci degli animali domestici.

Cactus peruviano
Se sei una persona super-tecnologica e non riesci a fare a meno di cordless, smartphone o wi-fi, per avere un ambiente più sano, sgombro dalle onde elettromagnetiche diffuse da questi apparecchi, non puoi non avere in casa il cactus peruviano.

Filodendro (Philodendron oxycardium)
Questa pianta rampicante non è indicata in quelle famiglie dove ci sono bimbi piccoli o animali domestici, poiché il filodendro risulta estremamente tossica se ingerita. In compenso è ottima nel filtraggio delle sostanze inquinanti volatili in particolare con la formaldeide.

Palma di bamboo (Chamaedorea sefritzii)
Questa piccola palma cresce bene in zone d’ombra e spesso produce fiori e piccoli frutti. È uno dei migliori filtri naturali contro il benzene e il tricloroetilene ma è anche capace di neutralizzare la formaldeide.

Spatifillo (Spathiphyllum “Mauna Loa”)
Questo giglio richiede una esposizione in penombra ed una annaffiatura regolare una volta la settimana per poter produrre i suoi candidi fiori bianchi. È imbattibile nella lotta dei più comuni composti organici volatili, quali il benzene, la formaldeide, l’ammoniaca e il tricloroetilene ma risulta efficace anche con toluene, xilene e l’elettrosmog.

Aglaonema (Aglaonema Crispum Deborah)
L’Aglaonema cresce anche in condizioni di scarsa luce e produce fiori e frutti rossi. È in grado di filtrare diversi inquinanti atmosferici.

Falangio (Chlorophytum comosum)
Se non avete un pollice verde invidiabile la il falangio è la pianta che fa per voi. Molto resistente, poco soggetta a malattie, facile da allevare necessita solo di molta luce. Grazie al suo fitto fogliame e ai fiori bianchi la pianta è in grado di filtrare benzene, ossido di carbonio, formaldeide e xilene.

Lorenzo Poli

Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

https://www.lavoroesalute.org/

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