Insicurezza sul lavoro. Una Patente a Punti di impunità per le imprese
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Dal primo ottobre 2024 sia le imprese che i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili saranno tenuti al possesso di una patente a punti. Riguarda principalmente il settore dell’edilizia e le attività connesse alla gestione di spettacoli. La patente sarà rilasciata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro con un punteggio base di 30 crediti (che può aumentare fino a 100), per accedere in un cantiere bisognerà averne almeno 15. La patente verrà decurtata di 20 crediti in caso di incidente mortale, di 15 se l’incidente determina una inabilità permanete al lavoro, 10 se l’inabilità supera i 40 giorni. Per il medesimo accertamento ispettivo non si può decurtare più di 20 crediti.
L’ispettorato Nazionale può sospendere in via cautelativa la patente fino a un massimo di 10 mesi in caso di morte o inabilità permanente assoluta o parziale. Le imprese in corso di contratto di appalto possono però completare lavori anche se subiscono decurtazioni.
L’imprenditore potrà recuperare o implementare i crediti di cui è titolare mediante interventi di investimento in materia di salute e sicurezza. La frequenza di corsi di formazione consentirà l’acquisizione di 5 crediti per ogni corso. Senza o con pochi crediti l’impresa non potrà partecipare ai bandi pubblici per sei mesi e pagare una multa fino a 12000 euro.
Il provvedimento approvato a Febbraio 2024 all’interno del decreto Pnnr è stata la risposta di facciata del governo all’ennesima strage sul lavoro avvenuta nel supermercato Esselunga di Firenze, dove erano evidenti le condizioni di lavoro assurde che il sistema degli appalti aveva determinato.
Cgil e Uil bocciano metodo e merito, mentre l’Usb lo stesso giorno del provvedimento ha protestato davanti al ministero del lavoro in via Veneto rilanciando la proposta per istituire una legge che preveda il reato di omicidio sul lavoro su cui sono state raccolte 50000 firme. Contrari anche gli altri sindacati di base. Solo la Cisl si è detta disponibile al confronto con il governo. Favorevole la Confindustria, anche perché la patente non interviene sulla produzione industriale.
La patente non piace alle associazioni di piccole imprese e artigiani Confapi, Confartigianato, Cna. Il governo di destra in questi giorni sta subendo le pressioni per far slittare il provvedimento di un anno. La ministra del Lavoro per ora esclude rinvii. Ma in Parlamento Fdi, Lega e Fi nel decreto omnibus chiedono un rinvio al primo gennaio 2025, il Pd a primo aprile 2025.
Insomma un provvedimento che scontenta quasi tutti anche se per motivi opposti.
Innanzitutto è moralmente inaccettabile che la vita di una persona venga calcolata con i punti come succede con le infrazioni al codice della strada nella patente di guida.
Anni fa ci fu il precedente del patentino per i fabbricati dopo i frequenti crolli per cedimento strutturale che non diede nessun esito perché non si trovarono ingegneri disposti a rilasciarli.
Questa vicenda conferma in modo evidente la cialtroneria della classe dirigente italiana e di come non si vogliano affrontare seriamente i problemi che riguardano la sicurezza sul lavoro. Pensiamo per esempio al sistema dei subappalti. Oltre alle modifiche strutturali all’attuale sistema produttivo, che ha visto aumentare lo sfruttamento e la svalorizzazione del lavoro in particolare quello manuale e usurante (su cui rimandiamo a un articolo pubblicato sul numero 38 di Lavoro e Salute del febbraio 2022, Licenza di uccidere), i governi hanno sistematicamente peggiorato il sistema dei controlli e hanno fatto corrispondere alle stragi più gravi, roboanti dichiarazioni e proposte che andavano nella direzione contraria.
Di particolare gravità la banalizzazione dei ruoli e delle competenze degli ispettori del Lavoro del governo Renzi, ministro del Lavoro Poletti e il tentativo del ministro Brunetta di avvisare in anticipo le imprese dei controlli sulla sicurezza.
Oltre alla legge sul reato di omicidio sul lavoro, molte sono le proposte che forze sindacali, rls, osservatori sulla sicurezza, Rifondazione Comunista hanno proposto in questi anni. Innanzi tutto l’assunzione di almeno mille ispettori del lavoro. Inoltre, su proposta del giudice Guariniello, la costituzione di una Procura sulla sicurezza del lavoro con caratteristiche e poteri simili a quella antimafia. Le indagini vanno infatti coordinate per riuscire a prevenire gli infortuni.
Di fronte a 1041 morti accertati l’anno, nel 2023 una media di oltre tre al giorno, nessuno può negare la drammaticità del problema. La strategia però è quella di far abituare lavoratici e lavoratori e i loro famigliari al fatto che si può uscire di casa per andare al lavoro e non tornare vivi. Come fosse una disgrazia inevitabile.
Così è stato fatto in questi decenni con gli incidenti automobilistici, oltre tremila morti, primo motivo di
morte per le nuove generazioni. Si svalorizza il lavoro e quindi la vita delle persone. In ogni ambito.
Infine il messaggio che viene mandato con la Patente a punti è che le aziende e i singoli imprenditori gestiscono da soli il sistema dei crediti aumentandoli con corsi di formazione e poi possono anche non garantire la sicurezza dei propri dipendenti che di fatto diventano gli unici responsabili degli infortuni.
Vittime e colpevoli.
Un messaggio coerente con la guerra e l’economia di guerra. I problemi non si possono risolvere perché il sistema non lo sopporta, né lo tollera. Rivolgetevi alle assicurazioni private per vedervi risarcire. Così sta avvenendo nella Sanità, così il governo pensa di rimborsare le vittime dei disastri ambientali di cui è corresponsabile per affarismo, incuria, incapacità politiche e amministrative.
Per chi ha in mano le leve finanziarie del paese le disgrazie diventano un’altra occasione per fare soldi. Un affare.
Licenza di uccidere, patente di impunità.
Giuseppe Carroccia
Ferroviere (capotreno) in pensione
Roma
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