Israele espande l’Urbicidio come strumento di Genocidio a Gaza
Mentre le precedenti operazioni militari israeliane hanno distrutto aspetti chiave del ricco patrimonio architettonico di Gaza, l’attuale assalto rappresenta la sua quasi totale cancellazione.
Fonte: English version
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 dicembre 2024
Immagine di copertina: Un’immagine aerea pubblicata dall’esercito israeliano di Jabalia nel Nord di Gaza dopo oltre due mesi della più grande Campagna di Genocidio lanciata sulla Striscia.
Territorio Palestinese: la distruzione da parte dell’esercito israeliano di intere città e quartieri palestinesi nella Striscia di Gaza è una chiara manifestazione del Genocidio che Israele sta commettendo a Gaza da 14 mesi e uno strumento primario per la sua attuazione.
Questo Crimine non si è limitato all’Uccisione di decine di migliaia di palestinesi o alla graduale decimazione degli elementi fondamentali per la sopravvivenza di due milioni di persone. Si è esteso all’annientamento completo delle città palestinesi, cancellandone il tessuto architettonico e civile. Questa distruzione sistematica mira a cancellare l’identità nazionale e culturale palestinese, imporre lo sfollamento forzato permanente, impedire il ritorno, smantellare le comunità e sradicare la loro memoria collettiva. Si tratta di un deliberato tentativo di eliminare la loro esistenza fisica e umana, distruggendo al contempo il loro passato, presente e futuro.
Le informazioni documentate dal personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo insieme alle testimonianze di famiglie sfollate forzatamente dal Nord di Gaza, rivelano che l’Esercito di Occupazione Israeliano ha perseguito, dal suo terzo assalto di terra sulla Striscia di Gaza settentrionale a partire dal 5 ottobre 2024, una Politica di Cancellazione e Distruzione Totale.
I metodi impiegati includono la demolizione tramite robot e barili esplosivi, bombardamenti aerei con ordigni distruttivi, piazzamento di esplosivi per demolizioni a distanza e spianamento tramite bulldozer con macchinari militari e civili israeliani.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha esaminato meticolosamente video e fotografie pubblicati da soldati israeliani e piattaforme mediatiche. Ampie riprese aeree confermano la portata della distruzione inflitta alla Striscia di Gaza settentrionale, con il campo di Jabalia lasciato completamente in rovina, ridotto a cumuli di macerie e strade impraticabili.
Intere aree, tra cui i Blocchi 2, 3, 4 e 5, così come Al-Alami, Al-Houja, Al-Falluja, Al-Tuwam e la periferia settentrionale di Al-Saftawi, sono state completamente rase al suolo. Una devastazione simile si è verificata a Beit Lahia e Beit Hanoun, lasciando queste comunità un tempo fiorenti inabitabili.
La distruzione sistematica e completa di città e quartieri palestinesi, che ha preso di mira case, infrastrutture e strutture civili e industriali, è durata oltre 73 giorni (dal 5 ottobre 2024). Il modello di devastazione dimostra che non è militarmente necessario ma serve allo scopo deliberato di cancellare la presenza materiale e culturale palestinese. Ciò costituisce una grave violazione del Diritto Internazionale.
Le azioni di Israele sono in linea con una politica più ampia di Urbicidio in cui la distruzione non prende di mira solo gli individui e le proprietà palestinesi, ma servono alla cancellazione della loro esistenza culturale e civile. L’obiettivo è quello di cancellare qualsiasi traccia materiale o storica che colleghi i palestinesi alla loro terra, indebolendo così la loro capacità di rimanere e sopravvivere nelle loro aree ancestrali.
I ministri del governo israeliano, i funzionari, i membri della Knesset (Parlamento) e le organizzazioni dei coloni promuovono apertamente queste azioni come parte degli sforzi per imporre una nuova realtà demografica e geografica, sostituendo la popolazione palestinese nativa con i coloni israeliani. Ciò costituisce una flagrante violazione del Diritto Internazionale e richiede un intervento immediato, responsabilità e giustizia per le vittime.
Questa politica di Urbicidio non è limitata alla Striscia di Gaza settentrionale. I primi resoconti da Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale, insieme a immagini satellitari e testimonianze, indicano che vaste aree sono state quasi cancellate. Una distruzione simile ha devastato Khan Yunis, Shuja’iyya, Zeitoun e quartieri lungo il Corridoio Netzarim. La distruzione si estende a case, strade, infrastrutture e strutture civili, industriali e culturali essenziali, rendendo queste aree inabitabili e impedendo sistematicamente il ritorno dei palestinesi.
Questo Urbicidio è anche legato al Crimine in corso di Culturcidio, iniziato il 7 ottobre 2023. Da allora, Israele ha deliberatamente preso di mira i monumenti archeologici e culturali palestinesi in un chiaro tentativo di cancellare il patrimonio culturale palestinese. Sono stati documentati decine di casi in cui l’esercito israeliano ha preso di mira moschee, chiese, edifici storici, musei, centri culturali e università, tutti parte integrante dell’identità culturale di Gaza.
Mentre le precedenti operazioni militari israeliane hanno distrutto aspetti chiave del ricco patrimonio architettonico di Gaza, l’attuale assalto rappresenta la sua quasi totale cancellazione.
Il patrimonio di Gaza non appartiene solo ai palestinesi, ma a tutta l’Umanità. Questi siti hanno un significato culturale e storico che trascende i confini nazionali, rappresentando una memoria globale condivisa. La comunità internazionale deve agire con urgenza per proteggere questi siti, condurre indagini imparziali sulle violazioni di Israele e fare pressione su Israele affinché cessi la sua distruzione sistematica.
Tutti gli Stati devono adempiere alle proprie responsabilità internazionali per fermare il Genocidio e altri gravi Crimini commessi da Israele a Gaza. Ciò include l’imposizione di sanzioni efficaci, la garanzia del rispetto del Diritto Internazionale e delle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia e l’interruzione di tutte le forme di sostegno politico, finanziario e militare a Israele. È essenziale la cessazione immediata delle vendite di armi, dei trasferimenti e degli aiuti militari a Israele, insieme all’applicazione delle responsabilità per i Crimini contro i palestinesi. Anche i mandati di arresto della Corte Penale Internazionale per il Primo Ministro e il Ministro della Difesa di Israele devono essere eseguiti senza indugio.
Inoltre, i Paesi Complici dei Crimini di Israele, in particolare gli Stati Uniti e altri che forniscono sostegno militare, finanziario e politico, devono essere chiamati a rispondere del loro operato. Ciò include gli Stati che si impegnano nella condivisione di informazioni strategiche, accordi contrattuali e altre forme di collaborazione che consentono i Crimini di Israele.
È imperativo agire immediatamente per porre fine a questa distruzione senza precedenti, rendere giustizia alle vittime e salvaguardare il patrimonio e la dignità condivisi dall’Umanità.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
20/12/2024 https://www.invictapalestina.org
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