“Israele” può auto-distruggersi nel suo 77° anno, afferma giornale israeliano

Tel Aviv – Al-Mayadeen. Il sito web israeliano Mivzak Live ha espresso preoccupazione per l’attuale situazione nelle comunità di coloni israeliane, tracciando un parallelo con eventi accaduti 2.088 anni fa. Ha evidenziato le crescenti tensioni sociali nel “settantasettesimo anno di Israele, ricordando il crollo storico del regno asmoneo nel suo settantasettesimo anno a seguito di un devastante conflitto interno”.

Ha ricordato che “il regno asmoneo, fondato più di duemila anni fa, è crollato nel suo settantasettesimo anno a seguito di una sanguinosa guerra civile”.

Il sito israeliano Mivzak Live ha sottolineato il preoccupante parallelo storico tra i due periodi, nonostante le migliaia di anni che li separano. Ha osservato che sia il regno asmoneo che la moderna entità di occupazione israeliana hanno resistito all’incirca per lo stesso numero di anni, il che solleva notevoli preoccupazioni date le attuali sfide che le comunità israeliane devono affrontare oggi.

Il sito sottolinea che “il crollo del regno asmoneo, avvenuto a causa di intensi conflitti interni, serve da monito storico sui pericoli posti da profonde divisioni interne”.

Il sito di notizie ha aggiunto: “Il messaggio che emerge dalla storia avverte del pericolo reale di autodistruzione a causa della guerra civile”.

Gli storici e i pensatori israeliani discutono spesso del “complesso degli ottant’anni”, osservando che molti “Stati e regni ebraici nel corso della storia” sono crollati prima di raggiungere il loro ottantesimo anno. Poiché l’entità di occupazione israeliana è stata fondata nel 1948, all’inizio del 2025 compirà il suo settantasettesimo anno.

Le divisioni interne incombono sull’occupazione.

Ciò avviene mentre “Israele” si destreggia tra divisioni interne e minacce esterne: decine di coloni israeliani, tra cui attivisti e famiglie di prigionieri, hanno inscenato una protesta a Tel Aviv, mercoledì sera, bloccando una strada principale per condannare il fallimento del primo ministro Benjamin Netanyahu nell’ottenere un rapido accordo per il rilascio dei prigionieri a Gaza.

I leader dell’opposizione e le famiglie dei prigionieri accusano Netanyahu di ostacolare l’accordo per proteggere la sua posizione politica. Nel frattempo, ministri della linea dura come il ministro della Polizia Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich hanno minacciato di far cadere il governo se si raggiungesse un cessate il fuoco.

L’esercito israeliano continua il suo genocidio a Gaza, che ha portato all’uccisione di oltre 45.550 palestinesi, soprattutto donne e bambini. Ciò avviene nonostante una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco immediato.

A novembre, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex-ministro della Sicurezza Yoav Gallant con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità legati alla guerra in corso a Gaza.

L’entità israeliana sta anche affrontando un caso di genocidio presso la Corte internazionale di giustizia per le sue azioni a Gaza.

Traduzione per InfoPal di F.L.

3/1/2025 https://www.infopal.it/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *