Israele riprende i bombardamenti a tappeto su Gaza: “Una delle notti più terrificanti della guerra”
Un bambino palestinese si trova nel luogo di un attacco israeliano su un edificio residenziale a Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale, il 18 marzo 2025 (Reuters/Mahmoud Issa)
I bambini chiedono: perché bombardano di nuovo? Non hanno fermato le uccisioni? Perché sono ripresi i bombardamenti?
Fonte: English version
di Ahmed Dremly a Gaza City, Palestina occupata, 18 marzo 2025
Immagine di copertina: Le reazioni di palestinesi sul luogo di un attacco israeliano contro un edificio residenziale a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, il 18 marzo 2025 (Reuters/Mahmoud Issa)
Nota dell’editore: il seguente resoconto personale del giornalista palestinese e collaboratore di MEE Ahmed Dremly, che si trovava a Gaza City durante la ripresa della campagna di bombardamenti israeliana di martedì, è stato raccontato a Lubna Masarwa. È stato modificato per motivi di brevità e chiarezza.
Il rumore degli aerei da guerra israeliani era strano, lo sentivo nell’aria.
Sapevo che sarebbe successo qualcosa, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato così terrificante.
Dopo 10 o 15 minuti che gli aerei volavano sopra di noi, ho guardato fuori dalla finestra per vedere cosa stesse succedendo. Sono uscito un momento in strada e poco dopo sono stato colpito da un fulmine.
La forza era immensa e la finestra si è frantumata, cadendomi addosso. In ogni caso sono stato fortunato: sono caduto a terra e mi sono procurato solo qualche graffio.
La casa tremava e tutto ciò che conteneva è caduto rompendosi. Era impossibile per chiunque, bambini o adulti, mantenere la calma. È stato terrificante.
Ciò che rendeva la situazione ancora più grave era il fatto di non capire cosa stesse accadendo. Gli attacchi continuavano ad arrivare, uno dopo l’altro, come una cintura di fuoco ininterrotta.
Ci siamo seduti insieme, cercando di scoprire cosa stesse succedendo, ma era chiaro che Gaza veniva bombardata ovunque.
Le persone chiamavano le ambulanze e non sapevano chi controllare per primo, e i parenti chiamavano, chiedendo dei morti e cosa stesse succedendo.
Si sentivano urla per le strade, ma nessuno sapeva da dove provenissero i bombardamenti. L’intera situazione era confusa e caotica.
Passata un’ora non ero ancora uscito di casa.
La gente per strada correva terrorizzata, ma io non avevo idea di cosa stesse succedendo. Alcuni miei amici sono usciti e ho scoperto che uno dei nostri vicini era stato martirizzato.
Che Dio abbia pietà di lui. Era un giovane cortese, anche se lo conoscevo solo superficialmente. Anche molti altri furono martirizzati.
La guerra ritorna
Avevamo discusso della possibilità di un ritorno della guerra, ma non avremmo mai immaginato che sarebbe stata così intensa.
Pensavamo che si trattasse di attacchi mirati intervallati da pause. Non ci aspettavamo che così tanti posti a Gaza venissero bombardati contemporaneamente, soprattutto di notte.
Per me è stata una delle notti più terrificanti di questa guerra. Anche adesso, non riesco a calmarmi dopo quello che abbiamo passato.
I bambini, come mia nipote di cinque anni, si chiedono perché ciò accada.
“Perché bombardano di nuovo? Non hanno fermato le uccisioni? Perché sono tornati i bombardamenti?”
Adesso cerchiamo solo di fare in modo che il poco cibo rimasto al mercato duri ancora qualche giorno.
Le interruzioni di corrente e di Internet rendono ancora più difficile restare in contatto con le persone.
Viviamo nella paura e nella confusione come se fossimo tornati ai primi giorni della guerra.
Panico
Per tre o quattro ore dopo l’attacco iniziale, sono rimasto come pietrificato. Anche adesso, le gambe mi fanno male per lo shock. È stato tutto così improvviso.
Abbiamo cercato di ragionare su cosa avremmo dovuto fare, dopo questo, come famiglia. Abbiamo deciso di andare la mattina al mercato. Mia sorella sarebbe andata in uno, io in un altro e mio cognato in un terzo.
Speravamo di trovare qualcosa, ma non c’era nulla di disponibile. La situazione sta peggiorando e i prezzi sono raddoppiati.
Un chilo di zucchero che prima costava 4 shekel ora ne costa 50, ovvero circa 13-14 dollari.
Anche i prezzi delle verdure, come i pomodori, stanno salendo alle stelle e senza elettricità non riusciamo nemmeno a mantenerle fresche.
I mercati erano in preda al panico. C’erano anziani, bambini e altri che si affrettavano a comprare quel poco che potevano prima che la merce finisse.
Negli ultimi 12 o 13 giorni abbiamo vissuto in una situazione di carestia. Ora, con l’escalation dei bombardamenti, la situazione non ha fatto che peggiorare.
Non sappiamo cosa fare. Non si tratta solo di un attacco politico o militare: si tratta dell’uccisione di civili innocenti.
La maggior parte dei martiri uccisi durante la notte erano bambini e donne.

Non sappiamo se sopravviveremo o no. Se l’esercito ci dovesse invadere, non sapremmo dove andare.
Vogliamo che la guerra finisca e che torni la pace. Vogliamo che il valico di frontiera venga aperto. Vogliamo i diritti umani fondamentali: cibo, sicurezza, alloggio.
Adesso non possiamo far altro che aspettare, spaventati da ciò che accadrà.
Non abbiamo nemmeno il tempo di piangere o di esprimere i nostri sentimenti.
Non possiamo sopportare di nuovo la guerra, ma è chiaro che la stiamo vivendo ancora una volta.
E questa volta è molto peggio.
Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
18/3/2025 https://www.invictapalestina.org
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