Israele sta incarcerando arbitrariamente minori palestinesi in numeri record.
Più di un terzo dei prigionieri palestinesi attualmente in detenzione amministrativa trattenuti senza accusa né processo sono minori.
Fonte: English version
Di Miranda Cleland – 9 marzo 2025
Immagine di copertina: Un veicolo militare israeliano passa davanti a una torre di guardia all’interno del complesso carcerario di Ofer nella Cisgiordania Occupata il 25 gennaio 2025 (Zain Jaafar/AFP)
I ragazzi palestinesi, per lo più di età compresa tra 15 e 17 anni, ma a volte anche di soli 12 anni, sono da tempo presi di mira dall’esercito israeliano per arresti, detenzione e procedimenti giudiziari.
Israele è l’unico Paese al mondo che persegue automaticamente e sistematicamente i minori nei tribunali militari, con tra 500 e 700 bambini palestinesi detenuti e perseguiti ogni anno.
Un numero crescente di questi minori non è stato accusato di alcun crimine e sono trattenuti in base a ordini di detenzione amministrativa. Fanno parte della più grande moltitudine di bambini palestinesi in detenzione amministrativa della storia.
Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, le forze israeliane hanno seriamente intensificato i loro sforzi per arrestare palestinesi, compresi minori, in grandi numeri.
La fonte più costante sul numero di prigionieri è il Servizio Carcerario Israeliano, che rilascia i conteggi dei detenuti una volta al trimestre, comprese le ripartizioni per età e accusa, o mancanza di essa. Gruppi per i diritti umani come quello per cui lavoro, Defence for Children International – Palestine (Difesa Internazionale per l’Infanzia – DCIP), monitorano questi numeri, documentano le condizioni carcerarie e raccolgono testimonianze dai prigionieri.
I numeri da soli sono allarmanti: nell’ultimo anno, ogni volta che il Servizio Carcerario Israeliano ha rilasciato i conteggi, il numero di minori palestinesi detenuti in detenzione amministrativa è stato il più alto di sempre.
L’ultimo conteggio: 112 minori palestinesi detenuti in detenzione amministrativa, a fine dicembre, è quasi cinque volte il numero di minori detenuti senza accusa prima del 7 ottobre 2023. I minori detenuti in detenzione amministrativa rappresentano ora più di uno su tre tra i palestinesi prigionieri.
Rapido ampliamento
Le forze israeliane hanno rapidamente ampliato il loro uso della detenzione amministrativa per esercitare il controllo sui minori e le famiglie palestinesi nella Cisgiordania Occupata.
Le autorità israeliane hanno emanato severe restrizioni all’accesso alle prigioni israeliane dopo il 7 ottobre. Le visite dei familiari sono state completamente sospese e le visite degli avvocati che rappresentano i prigionieri sono diventate estremamente difficili, spesso respinte dalle autorità israeliane.
Di conseguenza, gli avvocati del DCIP hanno raccolto principalmente testimonianze di minori dopo il loro rilascio dalla custodia israeliana. Tutti hanno riferito che le condizioni carcerarie sono peggiorate in modo significativo, con le guardie carcerarie israeliane che servono regolarmente cibo avariato, negano l’accesso a bagni e docce e affollano le celle con un numero di minori doppio di quello appropriato.
“Il cibo è di scarsa qualità, crudo e insufficiente per noi ragazzi. Mi crea difficoltà perché soffro di problemi di stomaco”, ha detto al DCIP il sedicenne Jamal (che ha parlato sotto pseudonimo per motivi di sicurezza), descrivendo la situazione all’interno della prigione di Ofer. “C’è poco conforto nella cella, poiché non ci sono abbastanza letti per tutti. Alcuni di noi sono costretti a dormire sul pavimento a turni”.
Finché ogni minore palestinese non verrà rilasciato dalla custodia israeliana dobbiamo continuare a lottare per riunire i giovani alle loro famiglie
Le forze israeliane hanno arrestato Jamal nella sua casa nel campo profughi di Arroub nel Nord della Cisgiordania Occupata durante l’estate, dopo avergli precedentemente sparato al ginocchio con munizioni da guerra. Il giorno in cui è stato arrestato, era previsto che si sottoponesse a un intervento chirurgico per riparare la ferita.
“I soldati si sono approfittati della mia ferita, costringendomi a sedermi e inginocchiarmi sul ginocchio ferito per cinque ore. Venivo duramente picchiato se mi muovevo a causa del dolore”, ha detto Jamal al DCIP, aggiungendo che la pressione ha causato la riapertura della ferita.
“Mi hanno messo le cuffie alle orecchie con la musica ad un volume alto e fastidioso per un’ora e mezza, sapendo che ho una parziale sordità all’orecchio destro, e questo mi ha causato dolore all’orecchio sinistro e alla testa”, ha aggiunto Jamal.
Crudeltà nota
Gli interrogatori israeliani sono noti per aver compiuto atti di crudeltà fisica e psicologica contro i minori palestinesi detenuti al fine di estorcergli una confessione.
Mentre le norme legali internazionali sottolineano che i minori accusati di un crimine hanno il diritto di avere un familiare e un avvocato presenti con loro durante l’interrogatorio, ai minori palestinesi non viene concesso nessuno dei due.
Jamal non è mai stato accusato; invece, le forze israeliane lo hanno arrestato in base a un ordine di detenzione amministrativa. Ciò significava che né lui né la sua famiglia avevano idea di quando sarebbe stato rilasciato, di cosa fosse accusato o quando avrebbe potuto tornare a casa.
Ora, mentre centinaia di prigionieri palestinesi vengono finalmente rilasciati come parte dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, anche alcuni minori prigionieri stanno tornando a casa dalle loro famiglie.
Le autorità israeliane stanno minacciando le loro famiglie nel tentativo di impedir loro di parlare con i media, un altro tentativo di isolare i minori e le loro famiglie.
L’uso diffuso e ampliato della detenzione amministrativa da parte dell’esercito israeliano per colpire i minori palestinesi equivale a detenzione arbitraria e viola il Diritto Internazionale.
Finché ogni minore palestinese non sarà rilasciato dalla custodia israeliana e questa pratica di prenderli di mira non sarà abolita, dobbiamo continuare a lottare per riunire i giovani alle loro famiglie.
Miranda Cleland è un’avvocato d’ufficio presso Defense for Children International – Palestine residente a Washington, DC, dove si batte per i diritti umani dei minori palestinesi. Ha conseguito una laurea con lode presso l’Università Americana in studi internazionali e lingua araba.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
12/3/2025 https://www.invictapalestina.org
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