Jean Claude Juncker è stato lucidissimo. Ecco cosa ci aspetta dopo il voto
Di fronte alle dichiarazioni di Jean Claude Juncker qualche commentatore ha sostenuto che erano estemporanee e che hanno spaventato i mercati. In qualche modo Juncker si confermerebbe come un eurocrate con qualche vizietto etilico che ogni tanto fa dichiarazioni improvvide da cui poi torna indietro.
L’obiettivo di Juncker mi pare molto evidente: preparare i mercati ad aggredire l’Italia il giorno dopo le elezioni, far salire lo spread sui titoli di Stato e porre le condizioni per un governo di unità nazionale. L’Unione Europea, infatti, vuole applicare il fiscal compact – votato da centro destra e centro sinistra 4 anni fa – e quindi obbligare il governo italiano a recuperare 50 miliardi l’anno attraverso stangate o privatizzazioni. L’unico modo per praticare questa guerra contro il popolo italiano è quella di terrorizzare il popolo italiano in modo da annichilirlo e quindi di avere un governo di unità nazionale, in cui i maggiori partiti siano coinvolti. Perché nella migliore tradizione mafiosa, il lavoro sporco si fa “tutti assieme”.
Juncker non ha spaventato i mercati ma ha detto ai mercati – cioè ai banchieri e agli speculatori che fanno parte della classe dominante come Juncker – che dopo il 5 possono e devono cominciare a speculare sull’Italia e parimenti ha indicato la strada in cui l’Italia si dovrà incamminare: un devastante processo di privatizzazione che è – per quegli stessi banchieri e speculatori – una ghiottissima occasione per spolpare una volta di più il bel paese.
Da questo punto di vista le lamentele dei principali partiti politici sono pura ipocrisia perché condividono con Juncker l’obiettivo di applicare il fiscal compact, sia pure con varianti diverse. Al centro destra e al centro sinistra – di cui giova ricordare che fanno parte Lega e LeU, che hanno votato il pareggio di bilancio in Costituzione e che non chiedono di toglierlo – si è aggiunto anche il Movimento 5 Stelle che su questi temi ha cambiato radicalmente posizione. Mentre i 5 stelle di Beppe Grillo erano per fare il referendum sull’euro, i 5 Stelle di Di Maio propongono nel loro programma di tagliare il debito pubblico di 40 punti in 10 anni. Visto che il fiscal compact prevede il taglio di 70 punti di debito in 20 anni, chiunque può facilmente capire che i 5 Stelle propongono di applicare una versione peggiorata del fiscal compact (in cambio di una maggiore possibilità di manovra sul deficit). Si capisce perché Di Maio è stato accolto bene dalla City….
Parimenti è evidente che da Forza Italia al Pd, dai 5 stelle a Liberi e Uguali, tutti sono concordi sul fatto che – se necessario – occorrerà dar vita ad un governo del Presidente che guidi la transizione. La disponibilità ad un governo di unità nazionale – i cui pesi relativi e i cui partecipanti saranno definiti dalle elezioni – ma il cui obiettivo già definito è l’applicazione del fiscal compact, non solo è chiara, ma è anche condivisa da queste liste. Non sto dicendo che sono uguali: sto dicendo che sono le ali di destra, di centro e di sinistra dello schieramento disposto ad applicare i trattati europei così come sono.
Le dichiarazioni di Juncker non rappresentano quindi il biascicare dell’ubriaco: sono il primo segnale di una aggressione speculativa sull’Italia che determinando un clima di emergenza – Monti docet – porrà la “necessità” di “unire le forze responsabili” per “dare un governo la paese” evitando il default.
Questa è cosa ci aspetta dopo le elezioni: ovviamente i terminali italiani di questa operazione non ne parlano nemmeno sotto tortura: sono troppo impegnati a far promesse che non manterranno. Questo spiega anche perché la lista Potere al popolo sia stata così pesantemente oscurata: al popolo italiano non far sapere che oltre ai liberisti e ai fascisti esiste anche una sinistra antiliberista che propone un’alternativa concreta.
Perché i soldi ci sono, bisogna prenderli a chi ne ha troppi, invece di continuare a strangolare coloro che non ne hanno più e spingerli alla guerra tra i poveri. Il voto a Potere al Popolo non solo è utile, è necessario!
Paolo Ferrero
Coordinamento nazionale di Potere al Popolo
23/2/2018 blog del Fatto quotidiano –
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