Killer Application
Quel che sappiamo con certezza dell’Intelligenza artificiale è che è molto più performante dell’uomo nel perseguire uno scopo: uccidere. La seconda cosa che sappiamo dello sviluppo dell’IA è che i principali utenti e finanziatori della ricerca in questo campo sono i sistemi militari, oltre ai sistemi finanziari
Ho letto la chiacchierata tra Francesco D’Isa e Nello Cristianini, autore di Machina Sapiens (che mi propongo di leggere al più presto). Dicono molte cose intelligenti, alcune originali, almeno per me, alcune cose che non avevo ancora pensato. Per esempio che l’intelligenza esiste prima del linguaggio, ed è indipendente dal linguaggio, perché non è intrinsecamente simbolizzazione, ma strategia. L’intelligenza appartiene a ogni entità che debba sopravvivere, mentre si può sopravvivere benissimo senza linguaggio, senza simbolizzazione, senza creazione di mondi. Anzi, forse – adesso che ci penso – è proprio il linguaggio che ci ha introdotti in un mondo che non può che finire male. Ma lasciamo perdere.
Mi pare che D’Isa e Cristianini non colgano (anzi non sfiorino neppure, fingendo di non vederlo o forse non vedendolo davvero) il problema principale della Intelligenza Artificiale: chi la possiede, chi la finanzia, chi la sviluppa? E dunque: qual è il suo scopo, qual è la sua funzione?
Humpty Dumpty era molto più acuto (o semplicemente più onesto) dei due ottimi intervistanti, quando a chi gli chiedeva quale sia il significato delle parole diceva che il problema del significato delle parole si riduce a una semplice domanda: chi ne è il padrone?
Chi è il padrone dell’Intelligenza Artificiale, se non l’apparato militare di tutte le grandi potenze del nostro tempo – che per questo è un tempo terminale dal quale non abbiamo quasi nessuna possibilità di uscire vivi?
Quel che sappiamo con certezza è che l’IA è molto più performante dell’uomo nel perseguire uno scopo: uccidere.
In quanto l’Intelligenza è scissa dalla coscienza, la macchina intelligente, non ostacolata dai limiti etici, estetici, emozionali della coscienza, persegue lo scopo con maggiore efficacia.
La seconda cosa che sappiamo dello sviluppo dell’IA è che i principali utenti (e finanziatori) della ricerca in questo campo sono i sistemi militari, oltre ai sistemi finanziari.
L’intelligenza è la capacità di decidere tra alternative decidibili, alternative di tipo logico, binario. La coscienza è invece capacità di decidere tra alternative indefinibili, come sono i dilemmi etici. Dunque è perfettamente ovvio che l’organismo cosciente sia più lento, più incerto, più inefficace quando si tratta di eseguire un ordine militare consistente nella semplicissima azione di spingere un bottone o tirare un grilletto. Molto spesso l’organismo cosciente non è in grado di decidere, e rimane lì, con lo sguardo perso, a chiedersi cosa si può fare, cosa si deve fare. Il pensiero non è mai sicuro di sé, altrimenti è cattivo pensiero, dogma.
L’organismo cosciente non si limita ad eseguire un ordine semplice, ma si chiede mille cose inutili: è giusto uccidere? Uccidere avrà conseguenze sul mio equilibrio psichico? Come potrò giustificare il gesto di uccidere quando mia figlia mi chiederà perché l’ho fatto eccetera eccetera. Tutte domande inutili rispetto allo scopo: sparare a un bambino palestinese che sta attraversando la strada. Ucciderlo, per realizzare il fine che ci siamo proposti che è quello di sterminare definitivamente il popolo che occupa la terra che ci appartiene per volontà di Dio.
La macchina intelligente sa quel che deve fare e lo fa. Niente domande inutili.
La macchina vince perché non pensa, calcola. Nel gioco della sopravvivenza in condizioni di competizione (economica, o militare) calcolare è molto più efficace che pensare.
L’Intelligenza artificiale, dunque è la tecnologia perfetta per realizzare lo scopo principale del nostro tempo: uccidere, sterminare. Ma poiché si tratta di una tecnologia che – lungi dall’essere univoca nei suoi contenuti e nelle sue procedure – viene sviluppata contemporaneamente da grandi sistemi che sono in competizione fra loro e hanno tutti il medesimo obiettivo di sterminare l’avversario, possiamo stare (quasi) certi che si tratta della vera Macchina Fine di Mondo.
Qualche buontempone propose tempo fa di fermare la ricerca in questo campo fino a quando non avremo capito come controllarla, come evitare che vada oltre il limite della irreversibile distruzione di tutto. Naturalmente i propositi di moratoria vennero accolti con una bella risata. Non c’è nessuna possibilità di fermare la ricerca nelle tecniche di sterminio, dal momento che questa si svolge in condizioni di competizione mortale, e se un competitore si ferma gli altri se ne avvantaggeranno. Dunque non c’è nessuna possibilità di fermare la macchina che stermina, stiamo tranquilli. Aspettiamo che faccia il suo lavoro.
Franco Berardi Bifo
22/4/2024 https://comune-info.net/
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