La cannabis che cura
Gli epilettici usano “marijuana” per curarsi
Questa ricerca è stata fatta in un centro per la cura dell’epilessia in Oregon , stato ove è stato legalizzato l’uso ricreativo. E’ stato distribuito un questionario a 39 pazienti, e 34 hanno riportato che usavano cannabis per curarsi ed erano fortemente d’accordo sull’affermazione che fosse utile per ridurre le crisi. Per quanto riguarda l tipo di cannabis, quella più usata era ricca in CBD oppure a contenuto simile di THC e CBD. La Cannabis era ottenuto sia da dispensari medici che ricreazionali.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31252269
La usano pure i veterani americani
C’è molto interesse riguardo al possibile uso terapeutico della cannabis nei problemi di salute lamentati dai veterani americani. In questo caso è stato sottoposto a 95 veterani un questionario apposito, ne è risultato che la maggioranza utilizza la pianta come sostituto di alcool, tabacco, farmaci di prescrizione, o sostanze illecite, e inoltre la utilizza come auto-cura per molti sintomi o condizioni sia fisiche che mentali (in particolare, in ordine dal maggiore al minore, dolore, poi ansia, sindrome da stress post-trauma, depressione, insonnia, nausea, incubi , spasmi muscolari, mal di testa, e altri sintomi in misura minore).
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31135227
Corso universitario sulla Cannabis medica
Per il terzo anno viene organizzato all’Università di Padova, Dipartimento di Neuroscienze, il Corso di Perfezionamento: La Cannabis Medicinale: aspetti agro-produttivi, medici, legali e sociali. Gli obiettivi del corso, unico in Europa, sono: apprendere le caratteristiche etno-botaniche ed etno-farmacologiche della pianta denominata Cannabis sativa L., ai fini del suo utilizzo nei diversi ambiti farmaceutico e medicinale, agroindustriale e alimentare; apprendere la valutazione clinica del paziente e del rischio connesso a particolari quadri patologici in relazione ai possibili impieghi terapeutici della Cannabis Medicinale (CM), sviluppando un approccio al caso clinico, di tipo interdisciplinare; apprendere gli aspetti etici della Cannabis terapeutica e il metodo per fornire al paziente adeguate informazioni, basate su conoscenze accettate dalla comunità scientifica, per ottenere il consenso informato alla terapia con CM; apprendere le normative internazionali, nazionali e regionali che regolano coltivazione, produzione, prescrizione e dispensazione della CM; analizzare la letteratura scientifica e applicare i risultati della ricerca all’impiego clinico della CM secondo i principi della EBM.
https://www.unipd.it/cannabis-medicinale
Sei casi di diarrea
Sei casi di diarrea cronica refrattaria alle terapie, dovuti a a cause diverse (morbo di Crohn, esiti di cancro, di intervento chirurgico, di trombosi mesenterica) sono stati trattati con Nabilone, THC sintetico. Dopo tre mesi di terapia, il farmaco ha migliorato la salute di quasi tutti i pazienti, con miglioramenti visibili nel ridurre i sintomi di diarrea e con aumento di peso. La maggior parte dei benefici persisteva al follow-up di tre mesi. Solo un paziente ha interrotto il trattamento dopo un mese, a causa di grave affaticamento e confusione mentale; i sintomi sono scomparsi al follow-up. La ricerca è stata svolta all’Università di Modena.
https://bmcgastroenterol.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12876-019-1024-y
Il CBD ha effetti deleteri sullo stato cognitivo?
Ventisette pazienti adulti con epilessia farmaco-resistente sono stati trattati con CBD per un anno; alla fine del periodo si sono ripetuti i test psicologici effettuai al tempo zero, e non si è trovata nessuna variazione.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=martin+gaston+ampah
Negli psicotici protegge il fegato…
390 pazienti psicotici sono stati studiati dal punto di vista metabolico al tempo zero e dopo tre anni. Si è visto che quelli che usavano cannabis sviluppavano meno staeatosi epatica (fegato grasso), probabilmente attraverso un meccanismo di protezione dall’aumento del peso dovuto ai farmaci anti-psicotici.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31228640
…e comunque protegge il pancreas
Da un registro americano di 2,8 milioni di pazienti ospedalizzati con pancreatite è risultato che coloro che usavano la cannabis avevano minor mortalità, complicanze (quali insufficienza renale, distress respiratorio e shock) e costi ospedalieri rispetto ai non utilizzatori.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31210668
L’estratto Sativex efficace nel dolore
Il farmaco Sativex è un estratto di cannabis in forma di spray orale contenente THC e CBD in parti pressocchè uguali; è registrato anche in Italia con l’indicazione “spasmi nei pazienti con sclerosi multipla non responsivi a qualsiasi altra terapia”. In Germania è stato valutato retrospettivamente su pazienti registrati su un servizio web dell’Associazione Tedesca sul Dolore (800 malati), e ne è risultato che è efficace come terapia aggiuntiva, e ben tollerato nel dolore cronico refrattario, soprattutto in quello neuropatico. Non vi è stata alcuna evidenza di abuso, deliberata overdose, complicanze psichiatriche o sviluppo di tolleranza.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6535492/
THC sintetico nell’Alzheimer
Uno studio in doppio cieco contro placebo svolto in Canada ha dimostrato che il cannabinoide sintetico Nabilone può essere un trattamento efficace nell’agitazione dei malati di Alzheimer. Nei pazienti trattati con Nabilone vi era però più sedazione.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31210668
L’esperienza di un centro oncologico pediatrico
Si tratta del centro di oncologia pediatrica del Minnesota, dove sono stati trattati 101 pazienti. l’età media era di 15 anni, la diagnosi più comune la leucemia/linfoma, poi tumori cerebrali e infine tumori solidi maligni. Le indicazioni più frequenti: nausea da chemioterapia, dolore e cachessia. Gli autori scrivono: “Nella nostra esperienza la cannabis medica, quando aggiunta ai tradizionali anti-emetici, migliora l’esperienza della chemioterapia e la qualità di vita….riguardo all’età relativamente maggiore dei pazienti con leucemia certificati per la cannabis medica, abbiamo osservato che la compliance alla chemioterapia per i teenager e i giovani adulti, particolarmente i pazienti con leucemia, migliora con l’aggiunta di cannabis medica in quanto non sono gravati dagli effetti collaterali, interferenti con una vita normale, dovuti alla chemioterapia. Per questo noi di routine raccomandiamo la cannabis medica per il controllo dei sintomi in questo gruppo d’età. ” I ricercatori hanno notato che tutti i pazienti dimostrano interesse per la cannabis medica, ma non a tutti viene erogata. La causa potrebbe essere il costo (200 dollari annuali più una tassa per ogni ulteriore prescrizione, non coperti dalle assicurazioni). Gli autori concludono: “La nostra esperienza con la cannabis medica nei bambini e giovani adulti è stata molto positiva… La nostra speranza è che la nostra esperienza anedottica…incoraggi gli oncologi pediatrici all’uso precoce della cannabis medica per il controllo dei sintomi, e non solo per le cure terminali”.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=skrypek+bostrom
Francesco Crestani
Specialista in Anestesia e Rianimazione Ambulatorio di Terapia del dolore, U.O. Anestesia e Terapia intensiva, Ospedale San Luca, Trecenta (RO). Presidente dell’Associazione Cannabis Terapeutica.
29/7/2019 www.fuoriluogo.it
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!