La corsa allo psicologo
Stiamo assistendo ad una esplosione della domanda di valutazione ed intervento psicologico, con un andamento che stando ai primi dati è certamente esponenziale, incontrovertibile e non solo italiano.
Da almeno quindici anni abbiamo chiari segnali di un progressivo scadimento delle condizioni di salute mentale nella popolazione generale, in particolare nei giovani, ma non solo. Questo trend lineare, con parallelo aumento delle richieste rivolte ai servizi pubblici, ha riscontrato picchi durante la pandemia, ma quello che sta succedendo da due anni a questa parte è qualcosa di diverso e più difficile da inquadrare. Stiamo assistendo ad una esplosione della domanda di valutazione ed intervento psicologico, con un andamento che stando ai primi dati è certamente esponenziale, incontrovertibile e non solo italiano.
Si tratta di una domanda che è meglio inquadrabile in termini strettamente psicosociali, piuttosto che diagnostici, essendo la casistica reale composta da: lavoratori alienati, working poors, ragazzi in cerca di identità, ragazzi arrabbiati, ragazzi sfiduciati, padri che si innamorano di un giovane uomo, madri sfinite da mariti possessivi, genitori terrorizzati dai propri figli, coppie nel corso di separazioni devastanti, neopensionati cui non tornano i conti sulla propria esistenza, immigrati delusi da ciò che hanno trovato, preti in crisi di vocazione, medici in crisi di motivazione, insegnanti allo sbando…. L’elenco potrebbe continuare all’infinito, con tante categorie quante sono le condizioni umane di smarrimento, circostanze di vita che non danno necessariamente luogo a quadri clinici, ma che generalmente riducono il benessere, creano “disagio”, pongono in una condizione di “quasi-salute”, che può essere l’anticamera della malattia ma anche il motore della “resilienza”.
Angelo Fioritti
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12/6/2023
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