La “corsa all’oro” nell’estremo NordEst

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Il Coordinamento per il ritiro di ogni autonomia differenziata ha un Comitato all’estremo NordEst italiano, terra di lotta partigiana, di insediamenti militari, di plurilinguismo, di una lunga storia di emigrazione. Nella Regione Friuli Venezia Giulia, che gode dello Statuto speciale, le leve di comando sono dal 2018 nelle mani di una giunta di centro-destra guidata da Massimiliano Fedriga, da poco Presidente anche della Conferenza Stato Regioni.

Consideriamo alcuni fatti, tra una miriade di altri, che consentono di immaginare le conseguenze di un ampliamento delle competenze regionali, sia nelle regioni già speciali che in quelle ordinarie. Se il buongiorno si vede dal mattino, una delle prime scelte effettuate dalla Regione è stato il ritiro del FVG dalla Rete RE.A.DY, la rete istituita per “prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale”.

Su un altro versante non meno critico, e sempre a conferma dei propri riferimenti politico-culturali, quelli che qualificano l’operato di una giunta e che ricadono con forza sulle vite concrete delle persone, la Lega (con alleati) si è accanita contro le persone migranti, quasi azzerando l’accoglienza diffusa che si stava invece bene sviluppando, nella volontà di concentrare in grosse strutture simili al CPR di Gradisca, veri e propri luoghi di detenzione, di morte e, in periodo di CoVid, di contagio, i migranti. Associazioni che si occupano di accoglienza (vedi recentissimo caso di Linea d’Ombra) sono state anche in FVG criminalizzate. La parola d’ordine di chi governa è dunque difendiamo i confini; prima il popolo friulgiuliano, noi.

Oltre a ciò, la Sanità già “razionalizzata” attraverso i tagli sconsiderati della precedente giunta Serracchiani nei suoi presìdi, nei posti letto, nella territorialità e nel personale, e stravolta da sempre, cioè dal tempo delle Unità Sanitarie Locali, poi diventate Aziende, da una distribuzione del potere secondo il feudo politico di appartenenza, versa in una situazione di profonda inadeguatezza. Il privato ha avuto uno sviluppo considerevole, tant’è che la popolazione del FVG è quella che più spende in Italia per prestazioni private. Con la pandemia gli esiti sono stati pessimi: il FVG è stato solo poche settimane fa la regione peggiore d’Italia in termini di contagi, ma i vari appelli di sindacati del settore sanitario sono stati in larga misura snobbati.

Da ultimo, a metà aprile medici anestesisti rianimatori hanno denunciato l’incongruenza tra i numeri dei ricoveri nelle terapie intensive diffusi dalla Regione e quelli reali: in alcuni Pronto Soccorso infatti si è costretti a reinventarsi, ventilando ed intubando in reparti improvvisati, senza che tutto ciò entri nel conteggio. Si tenga presente che questi numeri concorrono a determinare il colore della regione, per cui ciò ha suscitato un’interrogazione parlamentare che è stata accolta alla Camera ma non al Senato, con evidente contraddizione istituzionale. La Presidente Alberti Casellati ha rigettato l’istanza invocando proprio l’autonomia della regione, manifestando così quanto sia facile orientare in senso ideologico-strumentale il significato di autonomia. Si gioca così al rimpallo sulla pelle delle persone, visto il ruolo determinante di questi numeri. Non solo: parte del personale sanitario, peraltro sotto stress, da ottobre non riceve gli straordinari. Evidentemente anche i più elementari diritti del lavoro non valgono per tutti. Questa è l’efficienza proclamata da Fedriga. I progetti regionalisti contrabbandano l’efficienza come uno dei punti di forza mentre, come si vede, siamo in presenza di un volo in caduta libera senza paracadute.

Al collasso di diritti, trasparenza, verità concorrono anche varie amministrazioni comunali, tra cui quella della stessa città di Udine. Parliamo di Storia, parliamo di Scuola. Viviamo in un periodo di revisionismi e, fatto che aggrava la loro ricaduta sulle coscienze, è vedere la loro diffusione, in forma di propaganda strumentale, da parte di uomini e donne delle Istituzioni, che della storia di una terra dovrebbero essere fedeli custodi. E così avviene che, il 25 aprile 2019, il Sindaco di Udine Pietro Fontanini (Lega), nel suo scarno discorso davanti alla piazza democratica e antifascista che ogni anno si riunisce a Udine, trovi lo spazio per calpestare, straziare, distorcere la storia della nostra Resistenza e dei resistenti stessi con velate, ma non troppo, parole d’accusa verso i partigiani Garibaldini (peraltro la gran maggioranza in queste terre), ricalcato nell’approccio quest’anno a Monfalcone da due donne delle Istituzioni, la Sindaca Anna Maria Cisint (nota alla cronaca nazionale per aver escluso 60 bambini bengalesi dalla scuola materna nel 2018) e la Deputata di Forza Italia Sandra Savino la quale, stigmatizzando esplicitamente la stella rossa esposta davanti alla sede locale dell’ANPI, ha affermato che “quella stella rossa richiama violenze, eccidi, infoibamenti”.

Possiamo su queste premesse immaginare cosa possa essere un sistema scolastico regionale, con libri scelti da queste persone su queste basi, con insegnanti scelti allo stesso modo e legati da contratti autonomi dal resto d’Italia, anzi diversi in ogni Regione d’Italia: la scuola, luogo di formazione delle persone e dei cittadini e delle cittadine italiane, diverrebbe un formidabile strumento sia di disgregazione dell’unità sia di consenso nei confronti delle varie classi dirigenti regionali, agli antipodi dunque rispetto al progetto costituzionale di scuola culla di libertà, democrazia, cittadinanza, garantite sia nell’insegnamento come nell’apprendimento. Le destre non solo cavalcano il progetto di un sistema scolastico regionalizzato anche nel reclutamento degli insegnanti, ma la regione FVG lancia l’idea di incentivi alle imprese per stabilizzare lavoratori sulla base dei loro anni di residenza in regione.

Tutti questi fatti non sono isolati, ma anelli di una catena capace di strangolare, che va spezzata. Messi in fila, sono eventi e temi che incrociano sanità, scuola, lavoro assieme a tenuta democratica, solidaristica, unitaria della Repubblica. I compiti che il Comitato di Udine si è assunto, in una rete di relazioni con altre realtà territoriali operanti sui medesimi temi, sono di denuncia, di formazione, informazione, condivisione, creazione di momenti di discussione.

Il 18 marzo di quest’anno il Circolo di Libertà e Giustizia di Udine che ha, al suo interno, il Comitato NO Autonomia Differenziata, ha realizzato un incontro online intitolato “L’Autonomia differenziata: cavallo di Troia della frattura Nord Sud e della disgregazione dell’unità della Repubblica”, il primo ad ampio respiro proposto in Regione. Nell’ottica di offrire una disamina complessiva, è stata Marina Boscaino, portavoce del Coordinamento Nazionale contro ogni Autonomia differenziata, a presentare il progetto di autonomia attraverso l’analisi dello sviluppo delle sue tappe. Dopo di lei, Andrea Del Monaco, esperto di fondi europei, ha trattato l’argomento con la concretezza dei fatti economici e dei dati numerici, a partire dal suo libro “Sud colonia tedesca: la questione meridionale oggi”. Sono intervenuti, in una discussione franca, aperta e allargata a temi connessi, e coerentemente con l’intenzione del Comitato di coinvolgere diversi livelli istituzionali, l’ex Parlamentare di SEL Serena Pellegrino e i due Consiglieri Regionali FVG Massimo Moretuzzo e Furio Honsell.

Il prossimo progetto, pensato sempre dal Comitato NO AD di Udine e dal Circolo di LeG di Udine, si svolgerà online nei giorni 12 e 19 maggio 2021 e sarà legato proprio ai tentativi di mistificazione della Storia di cui sopra. Sarà una riflessione storico-politica sul percorso vivo che la Costituzione traccia e sugli attacchi e snaturamenti cui è stata sottoposta, uno dei quali è proprio il progetto di Autonomia differenziata. Si intitola “Intorno al 25 aprile: dalla Resistenza tradita ai valori costituzionali sviliti. Dialoghi su fascismo e antifascismo oggi” ed è composto da due dialoghi, il 12 “Raccogliere il testimone dei partigiani nell’Italia odierna e nel mondo globalizzato”, con Alessandra Kersevan, saggista e Furio Honsell, Consigliere Regionale, e il 19 “Solidarietà e lotta partigiana: nei rapporti complessi tra popolazione e resistenti, e nel breve percorso delle Repubbliche partigiane, vivono esperienze concrete di solidarietà e democrazia”, con Anna Di Gianantonio e Marco Puppini, saggisti.
In seguito affronteremo il tema del lavoro nella società globalizzata, come già preannunciato durante l’incontro nazionale dei Comitati NO AD del 7 aprile.

Complicato è lavorare in una Regione dove la tensione di potenziamento autonomista è molto forte, con accenti diversi. Abbiamo ad esempio il Patto per l’Autonomia, che in Regione ha due consiglieri di opposizione: nasce nel riconoscimento e nella difesa delle diversità linguistiche e culturali, nelle relazioni con l’associazionismo, sui temi ambientali ed ha una collocazione europea con al centro il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Rivendica “in modo forte maggiori spazi di autogoverno, come istruzione e lavori pubblici”, competendo esplicitamente – laddove invece dovrebbe prevalere un’ottica cooperativa, solidale, di unità – sia con il vicino Veneto che con le altre Regioni autonome che il Patto giudica privilegiate. Pur nelle molte differenze, concorre ad alcuni obiettivi comuni col progetto leghista, quali la regionalizzazione della scuola e un generale potenziamento delle specialità, agganciandosi alle richieste di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. La corsa all’oro.

Dianella Pez

per Libertà e Giustizia Udine e per NO AD Udine

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